Il collasso degli alberghi siciliani
Da Cefalù a Taormina, passando per le Eolie, avviati duemila licenziamenti nelle strutture alberghiere dell'Isola
Almeno duemila licenziamenti nelle strutture alberghiere. Non è soltanto Cefalù, con la clamorosa serrata da parte di ristoratori e proprietari di hotel, a soffrire il periodo nero del turismo, un settore che per la Sicilia dovrebbe essere trainante: dalle Eolie a Sciacca, persino a Taormina la crisi bussa forte anche nelle mete tradizionali e precipita l’occupazione, complice anche l’aumento della tassazione imposto dai Comuni per fare cassa.
"Non è possibile che a pagare siano sempre gli stessi soggetti. Nell’Isola stimiamo circa 2 mila richieste di licenziamento nelle strutture alberghiere", denuncia Pietro La Torre, segretario regionale della Uiltucs, che nei giorni scorsi ha già inviato una lettera alla Federazioni regionali del turismo per istituire un tavolo tecnico dove affrontare la crisi del settore. "Le parti sociali - aggiunge - dovrebbero incontrarsi tempestivamente per addivenire ad una univoca strategia nel confronto con il nuovo governo regionale" perché, sottolinea il sindacalista, "non si possono sempre scaricare i costi della crisi sui dipendenti. Dall’Imu alle tasse di soggiorno fino alla Tarsu, i Comuni in crisi stanno tentando di risolvere i problemi finanziari puntando su soggetti imprenditoriali in settori strategici come quello del turismo per fare cassa. Da Taormina a Cefalù fino a Sciacca, passando per le Eolie, stanno imponendo un aumento della tassazione rischiando di aggravare le pesanti condizioni di crisi". Secondo La Torre, "in Sicilia stiamo assistendo a un boom di richieste di sospensione dei lavoratori di strutture alberghiere che stimiamo in Sicilia intorno alle 2 mila unità per non parlare della piccola e piccolissima impresa a carattere familiare la cui rilevazione risulta quasi impossibile. Servono soluzioni immediate".
Dello stesso avviso Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia, secondo cui il turismo nell’Isola si trova in una "situazione assurda e drammatica. Ci dicono che tra due anni toglieranno l’addizionale. Ma continuando così tra due anni le imprese non ci saranno più". "A Cefalù - aggiunge - i colleghi hanno amplificato una sofferenza che ci portiamo dietro da tempo, e che è lo specchio di quello che sta succedendo nella stragrande maggioranza dell’Isola".
La patata bollente passa ora nelle mani di Rosario Crocetta, già alle prese con una serie di emergenze. "Vogliamo affrontare un percorso regionale, spero di incontrare al più presto il nuovo presidente - dice ancora Torrisi -. Essendo stato un buon amministratore comunale spero che Crocetta possa ascoltarci, spero in un confronto leale e spero che il nuovo assessore al Turismo e Spettacolo, Franco Battiato, voglia fare del turismo, parafrasando una sua canzone, il suo "centro di gravità permanente". Noi siamo a disposizione - conclude Torrisi -. Crocetta deve prendere in mano la situazione: ci troverà collaborativi". [Informazioni tratte da Italpress - Corriere del Mezzogiorno]