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Il comandante della Ievoli riabbraccia i suoi cari

Agostino Musumeci ha riabbracciato la famiglia a Mascali, in provincia di Catania. Era stato sequestrato per 4 mesi con altri 17 uomini dell'equipaggio

03 maggio 2012

Ha riabbracciato moglie e figli, dopo quasi 4 mesi di prigionia, Agostino Musumeci il comandante della petroliera Enrico Ievoli, nelle mani dei pirati somali dallo scorso 27 dicembre. Ad accoglierlo a Nunziata di Mascali, in provincia di Catania, dove abita con la sua famiglia, che lo ha atteso all'aeroporto Fontanarossa, l'anziana madre e gli amici di sempre.
Un grande striscione da due giorni campeggia all'esterno del salone da barba, frequentato dal comandante Musumeci quando non è imbarcato, per dare il bentornato da parte di tutto il paese. "Quello che mi ha colpito di più - ha detto il comandante intervistato dall'emittente televisiva Rei tv - è stato il giorno del sequestro: il primo impatto, per me e per il mio equipaggio, con i pirati. Gente di colore nero armata sino ai denti che è salita a bordo e ci ha intimato di fermare le macchine perché la nave era sotto sequestro. Come maltrattamenti a livello fisico non ce n'è sono stati mai. Ci tenevano in ostaggio sotto la minaccia di mitragliette automatiche, ma non abbiamo subito nessuna violenza da parte loro". "Non ho mai temuto per la mia vita - ha aggiunto - ed immagino neppure il mio equipaggio che ha molta fiducia in me, salvo quando hanno assaltato la nave e intimato l'alt sparando. Poi man mano che i giorni passavano non abbiamo più avuto paura di morire perché eravamo sicuri che la nostra società, la Marvani Spa ci sosteneva".
"Il 23 di aprile - ha raccontato ancora il comandante - abbiamo visto che i due guardiani che stavano nella plancia, un'altra ventina di pirati sparsi per la nave, hanno lasciato la petroliera e sono scappati, non l'avevano mai fatto in 119 giorni di nostra prigionia. Eravamo sdraiati per terra, ho detto ai miei uomini di stare fermi perché avrei dovuto capire prima cosa stesse accadendo. Mi sono alzato e ho visto i pirati che fuggivano ad alta velocità a bordo di piccole imbarcazioni. Abbiamo ispezionato la nave ed abbiamo capito che la nave era stata evacuata. Giustamente a quel punto è esplosa la gioia di tutto l’equipaggio".
Adesso per il comandante Musumeci ha soltanto il desiderio di vivere i suoi affetti: la moglie Rita, i suoi due figli, il più grande capitano di lungo corso come lui e il nonno, e la madre. Ma nel suo orizzonte c'è sempre il mare: "Ho sempre vissuto il mare, anche se ho sacrificato la mia famiglia per questo. E' però la mia professione, mi piace. Ritornerò in mare".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it]

- Finalmente liberi! (Guidasicilia.it, 24/04/12)

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03 maggio 2012
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