Il Commissario dello Stato impugna 27 articoli della Finanziaria regionale
Disco rosso per alcune leggi appena approvate dall'Assemblea regionale siciliana
Il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana Prefetto Michele Lepri Gallerano ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale numerose norme della Finanziaria approvata dall’Assemblea regionale l'1 maggio 2010 (LEGGI).
Il provvedimento riguarda le seguenti norme: art. 4, comma 11; art. 6; art. 8; art. 9; art. 16, comma 7; art. 21, comma 2 ultimo periodo; art. 36; art. 38; art. 44; art. 48, comma 1; art. 49, commi 1 secondo periodo, 3 ultimo periodo e 4; art.51, commi 4 e 5; art. 53, commi 1 e 4; art. 55, comma 4; art. 56, comma 1; art. 57; art. 58, comma 1; art. 59, comma 4 secondo e terzo periodo, comma 5; art. 60, commi 1 e 3; art. 61 commi 1, 2 e 4; art. 75; art. 87; art. 89; art. 104; art. 125, comma 1 ultimo periodo; art. 126; art. 127, comma 14.
Tra le norme impugnate ci sono quelle che riguardano l’istituzione della tassa annuale di concessione regionale per fondo chiuso, le tariffe in materia di motorizzazione e all’istituzione di nuove voci della tassa sulle concessioni governative regionali. Il commissario dello Stato ha ritenuto poi in contrasto con gli articoli 117; 119, secondo comma e 120 della Costituzione il 7° comma dell’art. 16, che sostanzialmente consentirebbe, retroattivamente, una diversa definizione per gli enti locali della base di calcolo per gli oneri del personale ai fini del rispetto degli obiettivi posti dal patto di stabilità interno, "con presumibili effetti negativi – si legge nell’impugnativa – per il bilancio dell’ente e conseguentemente sui saldi di finanza pubblica".
Impugnate anche le norme sui lavoratori delle Terme di Sciacca e di Acireale, in caso di scioglimento di queste ultime. Per quanto riguarda l’articolo 44, "prevede l’istituzione di un fondo speciale cui confluiscono nella misura del 30%, i beni mobili ed immobili confiscati alla mafia" ma, scrive il prefetto, Gallerano, "la possibilità di disporre autonomamente dei beni confiscati alla mafia non appare avere alcun fondamento nello Statuto Speciale" ed "appare inoltre in contrasto con la legge n. 50 del 2010 che istituisce l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità organizzata".
Ancora, "I commi 1, 3 ultimo periodo e 4 dell’art. 49 in materia di gestione integrata del servizio idrico destano perplessità sotto il profilo della legittimità costituzionale". Stop anche alle norme sulla stabilizzazione dei precari, e in particolare "I commi 4 e 5 dell’art. 51 si ritengono in contrasto con gli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione in quanto prevedono, rispettivamente, l’ampliamento di altre 400 unita’ della dotazione organica determinata dalla tabella A di cui al secondo comma del medesimo articolo e una individuazione diversa e piu’ ampia, della categoria di precari destinatari dei processi di stabilizzazione". Ma la scure del commissario dello Stato si è abbattuta anche sul credito d’imposta sull’occupazione "in contrasto con l’art. 117 comma 2, lett. e) della Costituzione".
Ancora, "la previsione dell’articolo 89 che pone l’obbligo ai comuni e agli enti locali, che forniscono servizi di mense scolastiche, universitarie ed ospedaliere, di assicurare e verificare che almeno il 50% dei prodotti alimentari somministrati sia prodotto in Sicilia, appare viziato di manifesta irragionevolezza ed invasivo della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza". L’articolo 125, prevede, tra l’altro, l’avvio delle procedure per il passaggio del personale della Fiera del Mediterraneo (35 dipendenti in servizio più 6 da assumere a tempo pieno) alla società Multiservizi Spa, società ad intero capitale regionale, mantenendo il profilo professionale e il trattamento giuridico ed economico attualmente goduto. Ma "tale disposizione - secondo il commissario dello Stato – è lesiva del principio di buon andamento della pubblica amministrazione nonché di eguaglianza di trattamento di cui agli articoli 3 e 97 della Costituzione".
Tra gli articoli impugnati, anche l’articolo 126 che "si pone in contrasto con gli articoli 3, 81, comma 4 e 97 della Costituzione: viene infatti disposta la concessione di contributi ad editori locali da individuare con successivo Decreto presidenziale, omettendo di quantificare l’onere derivante e di indicare una idonea copertura finanziaria per lo stesso". Il terzo comma inoltre "appare viziato da irragionevolezza giacché obbliga tutta la pubblica amministrazione di riferimento regionale e locale comprese le Aziende sanitarie, a costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali e a richiedere al giudice la pubblicazione di un’eventuale sentenza di condanna su un quotidiano a diffusione regionale o a disporre a propria cura e spesa la pubblicazione dell’estratto di sentenza".
"Alla luce degli articoli parzialmente impugnati dal Commissario dello stato, resta salvaguardata la strategia che anima la finanziaria ispirata da rigore, innovazione e sviluppo". Questo quanto dichiarato dal presidente della Regione Raffaele Lombardo. "Resta, tanto per citarne alcuni - ha aggiunto - l'articolo che prevede 70milioni di euro per le opere pubbliche nei comuni; restano tutelati il microcredito, i confidi e ancora, le zone franche urbane. Restano anche l'articolo relativo alla proroga alle cooperative edilizie, al credito d'imposta per l'occupazione, il fondo di garanzia per il minifotovoltaico che riguarda piccole imprese e famiglie". "Inoltre - ha aggiunto il governatore - di grande importanza è la stabilizzazione dei contrattisti regionali che da anni elemosinano la proroga e che ora finalmente saranno sottratti ai condizionamenti politici ed elettorali e ancora la possibilità che gli ex pip del comune di Palermo che hanno finora, e negli anni, ricevuto il misero sussidio di 600 euro, possano essere avviati verso un lavoro realmente produttivo e dignitoso". "Leggo scontate quanto velenose e infondate valutazioni di segno opposto sulle scelte del commissario dello Stato - ha concluso Lombardo - Il governo metterà al riparo i cittadini da queste continue campagne di disinformazione illustrando in una conferenza stampa una legge che contiene decine di importanti riforme".
Secondo il vicepresidente della Regione Siciliana con delega all'Economia, Michele Cimino, "la manovra finanziaria mantiene la propria filosofia innovatrice e di riforme che il governo regionale ha proposto ai deputati dell'Ars. Di fatto le impugnative del Commissario dello Stato non snaturano la valenza della nostra finanziaria". "E' vero che il prefetto Michele Lepri Gallerano è intervenuto su 27 articoli - ha continuato l'assessore - ma è altrettanto vero che il tema del credito d'imposta, delle Zone Franche Urbane, del microcredito, dei Confidi, della legge obiettivo a favore dei Comuni, della pianta organica del personale regionale, e tante altre norme hanno mantenuto la loro forza". "Per quanto concerne il contenzioso - ha agginto Cimino - che si aprirà con la Suprema Corte, soprattutto sulle imposizioni fiscali che la Regione voleva attivare, di fatto rappresentano un percorso sperimentale che l'amministrazione, in virtù dell'art. 36 dello Statuto e della propria autonomia finanziaria, voleva rendere applicabile in un contesto di federalismo fiscale. Ma il Commissario dello Stato ha proceduto alle impugnative perché si è attenuto alle recenti pronunce della Corte che da anni ormai cerca di svilire la forza nel nostro Statuto". "Sul fronte di un'ipotetica bancarotta - ha infine concluso Cimino - posso assicurare chiunque, detrattori o corvi, che la Regione Siciliana non si trova assolutamente in queste condizioni. Penso, invece, che chi oggi inveisce debba avere la memoria un po' più lunga e chiedersi: dove era negli anni passati quando contribuiva a creare l'ipotetica bancarotta?".
"Il commissario dello Stato ha impugnato 'chirurgicamente' solo alcune parti delle Finanziaria che riguardano il 'credito d’imposta regionale per l’incremento dell’occupazione', salvando l’impianto generale della normativa che riguarda la concessione di contributi da parte della Regione ai datori di lavoro che effettuano nuove assunzioni a tempo indeterminato in Sicilia". Questo il parere del segretario regionale del Partito Democratico siciliano Giuseppe Lupo. "In particolare - ha aggiunto Lupo - al di là delle modalità tecniche di erogazione del contributo, sono confermate le misure delle agevolazioni concesse ai datori di lavoro con un contributo pari ad 333 euro per ciascun lavoratore assunto e pari ad euro 416 nel caso di assunzione di donne. La normativa per l’incremento dell’occupazione - ha concluso - è quindi complessivamente salva ancorchè necessiti di specifici provvedimenti attuativi".
"La maggior parte delle norme proposte dal PD e inserite nella finanziaria regionale ha superato il giudizio del Commissario dello Stato: evidentemente abbiamo fatto un buon lavoro, sia per quantità che per qualità", ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all’Ars, a proposito del giudizio espresso dal Commissario dello Stato sulla finanziaria regionale. "Le norme più importanti, a cominciare da quelle sul ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico, hanno sostanzialmente avuto via libera, se non per aspetti che non ne modificano la portata. Adesso, dunque, diverrà legge la norma sui ticket sanitari, così come quella sulle zone franche urbane, sulle scuole aperte il pomeriggio nelle aree a rischio e sul sostegno alle cooperative edilizie". "Rispettiamo - ha detto Cracolici - ma non condividiamo il giudizio espresso sul credito di imposta, che evidentemente viene valutato come un’ingerenza della Regione in materia di imposte. Secondo noi invece si tratta di un contributo agli imprenditori che si concretizza sotto forma di 'bonus', che viene compensato dalla stessa Regione. Si tratta di una diversa interpretazione, che valuteremo con attenzione".
"Da una prima analisi dell'impugnativa del Commissario dello Stato emerge che l'intero impianto della finanziaria regionale e le sbandierate riforme, su cui ha scommesso questa surrettizia maggioranza, ricevono una evidente bocciatura sotto il profilo della legittimità costituzionale". Questa l'affermazione di Rudy Maira, capogruppo Udc all'Assemblea regionale siciliana, preannunciando la convocazione di una conferenza stampa del gruppo centrista per domani alle 11.30 a Palazzo dei Normanni.
"Siamo stati facili profeti nel prevedere che il commissario dello stato avrebbe falcidiato gran parte delle norme contenute nella legge finanziaria perché incostituzionali e di chiara matrice clientelare e assistenziale" ha dichiarato Salvino Caputo, Presidente della Commissione Legislativa attività produttive e parlamentare del Pdl dei 'lealisti'. "Se questa finanziaria doveva essere – ha dichiarato Caputo - il banco di prova dell’intesa politica della nuova maggioranza con il PD allora siamo veramente arrivati al capolinea. Avere previsto una finanziaria che avrebbe dovuto soltanto convincere il popolo del PD sulla bontà di un accordo politico, questa strategia è stata clamorosamente bocciata dal Commissario dello Stato". "Siamo stati facili profeti: la bocciatura del'impianto della finanziaria è stato di fatto una sconfitta della spinta pseudo riformista del Pd" ha aggiunto il deputato regionale del Pdl, Giuseppe Buzzanca. "Dal credito di imposta, al patto di stabilità che avrebbe dovuto dare finalmente un lavoro duraturo a 13 mila precari, alla gestione pubblica dell'acqua in Siciia - ha proseguito Buzzanca - il Pd ha di fatto prodotto solo un manifesto finalizzato a giustificare la propria pemanenza nella maggioranza e la propria sete di potere in dispregio del responso delle urne che, appena due anni fa, aveva promosso il centro destra". "I siciliani - ha concluso - stanno pagando un duro prezzo e il governatore Lombardo non può che prendere atto del fallimento dela propia attività di governo che, sottoposta a ricatto del partito democratico, produce mostri che stanno portando la Sicilia sul'orlo del baratro".
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