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Il compromesso staminale

Via libera dell'Ue alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. E subita arriva la condanna vaticana

26 luglio 2006

Le staminali sono cellule madri che possono evolvere in qualsiasi altro tipo di cellula dell'organismo e per questo possono essere impiegate nella riproduzione di parti e organi umani e nella produzione di farmaci...

L'Unione Europea ha dato il via libera a maggioranza qualificata al VII programma quadro per la ricerca che include i finanziamenti (per il periodo 2007-2013) ai progetti per le staminali embrionali. Il via libera a questo ambito di ricerca arriva però a precise condizioni e pone dei paletti definiti sui quali si è a lungo discusso e che prevede il NO a finanziamenti per progetti che comportino la distruzione di embrioni umani.

Il via libera è giunto dopo una giornata di confronto tra i ministri della Ricerca europei e dopo varie mediazioni da parte del commissario di turno Ue e di quello europeo alla Ricerca Potocnik; alla fine a passare è stata la proposta di compromesso presentata dalla Finlandia.
La formulazione finale ha visto il Sì di 20 su 25 Stati membri (favorevoli Italia e Germania; tra i contrari Polonia e Austria) ed è stato sventato grazie al ritiro dell'appoggio italiano alla dichiarazione etica il rischio di una nuova minoranza di blocco che avrebbe sancito lo stop europeo a questo tipo di ricerche.
Un sì alla ricerca ma con una formula di compromesso. Sì al finanziamento europeo di ricerche sulle linee di cellule staminali embrionali già esistenti (ricerche peraltro già attive in vari Paesi e non esplicitamente vietate in Italia); No alla distruzione di embrioni al fine di produrre cellule staminali ed un rinvio del dibattito circa la definizione di un termine per l'impiantabilità degli embrioni, oltre il quale convenire che gli embrioni crioconservati sono utilizzabili ai fini della ricerca.
Questo, in sostanza, il contenuto della formula di compromesso per la ricerca sulle cellule staminali embrionali.
''La Commissione europea'', si legge nell'ultimo testo di compromesso della presidenza Ue, ''non presenterà al comitato di gestione proposte per progetti di ricerca che comportino la distruzione degli embrioni umani, per la produzione di cellule staminali. L'esclusione di finanziamenti per questi progetti non impedirà il finanziamento comunitario nelle fasi successive che includono cellule staminali provenienti da embrioni umani''.''L'attività di ricerca volta alla clonazione umana a fini riproduttivi; l'attività di ricerca volta a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbe rendere ereditabili tali modifiche; l'attività di ricerca volta a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per l'approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento di nuclei di cellule somatiche'', si legge nel documento che all'articolo 6 precisa:  ''la ricerca sull'utilizzazione delle cellule staminali umane, sia allo stato adulto che embrionale, può essere finanziata in funzione sia dei contenuti della proposta scientifica che del contesto giuridico esistente negli Stati membri interessati''.

Mite soddisfazione per il nostro ministro della Ricerca Fabio Mussi secondo cui ''rispetto al VI programma quadro non ci sono cambiamenti sostanziali, dal momento che era già possibile effettuare ricerca su linee cellulari esistenti, ma questo concetto viene ora per la prima volta esplicitato e ciò ha un grande significato politico''. In altre parole, ha sottolineato il ministro, ''si chiude una porta ma si apre una finestra, perché c'è una chiara apertura alla ricerca su linee cellulari esistenti e di importazione, che sono decine anche in Italia''. Ma, ha ammesso il ministro, ''in questo c'è un filo di ipocrisia, riconosciuto dallo stesso ministro della Ricerca tedesco Annette Schavan, poiché si dice sì alla ricerca su linee esistenti per le quali la distruzione degli embrioni è avvenuta in precedenza; tuttavia questo è il compromesso e complessivamente mi ritengo soddisfatto''.
Soddisfazione che deriva soprattutto dalla posizione unitaria raggiunta con la Germania e dal fatto che l'Italia ha rappresentato l'ago della bilancia per sventare il rischio di una nuova minoranza di blocco.
Riguardo alla proposta italiana di definire un termine ultimo per l'impiantabilità degli embrioni crioconservati oltre il quale convenire che è possibile il loro utilizzo a fini di ricerca, il cosiddetto emendamento Niebler, l'Ue ha invece preso tempo.
Anche su questa posizione Italia e Germania si sono trovati d'accordo, e proprio nei giorni scorsi il ministro Mussi ha scritto per annunciare che appoggerà la proposta di stabilire una data ultima di impiantabilità per gli embrioni congelati. L'obiettivo, ha detto il ministro prima dell'inizio del Consiglio competitività Ue, è quello di ''verificare il limite di impiantabilità degli embrioni e aprire una fase di discussione su questo punto. Tutti gli scienziati sono concordi nell'affermare che c'è un limite oltre il quale è impensabile che si possa impiantare un embrione crioconservato, ma nessuno ha ancora azzardato una data e per questo - ha detto Mussi - credo sia necessario aprire una discussione''. A tal fine si potrebbe, secondo il ministro, pensare alla costituzione di un comitato allargato a livello europeo (composto da esperti, scienziati e bioeticisti) che studi la questione. ''Se dovesse esserci un'apertura alla proposta italiana sulla cut-off-date ovvero sul limite di impiantabilità degli embrioni - ha concluso il ministro - questo potrebbe essere il seguito''.

L'anatema del Vaticano
''Il macabro prodotto di un malinteso senso del progresso''. Questo il titolo, e il pensiero, dell'Osservatore Romano, che ha così commentato la posizione assunta dal Governo italiano che si è schierato con la maggioranza all'interno del Consiglio dei ministri europei votando a favore delle sperimentazioni sulle staminali embrionali. Una critica molto aspra quella dell'Osservatore, nonostante la decisione vieti di fare ricerche sugli embrioni, a meno che non si tatti di linee cellulari staminali già esistenti.
In un articolo che uscirà domani il giornale vaticano fa un parallelo: è come ''ai tempi dell'aborto''. ''Quando si tratta della vita (di sopprimerla) alcuni si presentano puntuali col loro macabro appuntamento''. Non cambia neanche il repertorio fraseologico, scrive il quotidiano della Santa Sede: ''Ai tempi del divorzio - ricorda l'articolo - si parlò di entrare nello spazio del progresso; quando si cominciò a parlare di aborto si preferì una piccola variazione sul tema, sbandierando un oscuro progresso della civiltà, come se la civiltà - continua l'Osservatore - potesse progredire uccidendo un essere vivente al quale non è riconosciuto alcun diritto''.
E la questione della vita torna in primo piano: il ginecologo pioniere della provetta e membro del Comitato Nazionale di Bioetica (Cnb), Carlo Flamigni non si unisce al coro di chi ritiene ''il compromesso'' Ue come ''il massimo possibile'' in materia di ricerca e di sperimentazione. La verità scientifica passa in secondo piano ha commentato il ginecologo: ''la verità è che l'embrione è una cosa, il neonato è invece persona, individuo''. Dire 'l'embrione è persona' è 'atto di fede', credenza religiosa''. Flamigni ha mostrato anche segni di insofferenza per la politica: ''Si sta lavorando - conclude - a due democrazie cristiane, una di destra con Berlusconi, Casini e Fini ed una di sinistra con Rutelli e il Partito Democratico nel cui statuto si dovrebbero riconoscere le radici cristiane: orbene ciò significa che nel PD non c'è posto per i laici''.
Arriva invece l'approvazione di Rosy Bindi, ministro della Famiglia, e di Umberto Veronesi per cui si tratta di ''un grande passo avanti''.

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26 luglio 2006
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