Il Comune di Bagheria è fallito
Il sindaco Vincenzo Lo Meo: "Non ci sono strade alternative alla dichiarazione del dissesto"
Lunga ed importante conferenza stampa oggi al Comune di Bagheria, indetta dal sindaco Vincenzo Lo Meo. Ai tanti giornalisti presenti, tra cui la troupe del TG3 regionale, l’annuncio del fallimento del più grosso comune dopo il capoluogo.
Questi i passaggi più significativi della conferenza stampa del sindaco, integrati dagli interventi soprattutto della segretaria comunale Mimma Ficano e dalla dirigente del settore finanziario Vincenza Guttuso.
PERCHE' IL DISSESTO - Mancavano 9.000.000 di euro per chiudere il bilancio in pareggio, come prescrive la legge, al comune erano venuti meno oltre 3.000.000 di euro di minori trasferimenti dallo Stato e di circa 800.000 euro dalla Regione, ma non solo: il fatto che il consiglio comunale abbia bocciato la proposta della giunta di incremento IRPEF comunale e IMU (che comunque i cittadini di Bagheria subiranno) ha fatto venir meno un introito potenziale di 6.500.000 circa di euro. Anche il raddoppio della TARSU, rispetto agli oltre 9.000.000 di euro previsti in entrata, ha dato un gettito di poco meno di 4.500.000 di euro. A complicare le cose sono venuti a mancare 1.500.000 di euro dovuti ai minori introiti di oneri di costruzione per il blocco dell'annullamento del Piano Regolatore generale. Impossibile, quindi, far quadrare i conti.
Secondo il sindaco Lo Meo, al punto in cui si era arrivati, la dichiarazione del dissesto è stata l'unica strada percorribile visto che, ad oggi, una alternativa credibile e praticabile non esiste.
MEGLIO IL DISSESTO? - Paradossalmente, ma non tanto lascia intendere il sindaco Lo Meo, è stato meglio il dissesto piuttosto che altre soluzione abborracciate come quella di andare ad approvare, come è accaduto lo scorso anno, un bilancio che non rispettasse il patto di stabilità, sforato per quattro milioni di euro: ma l'anno scorso, precisano sindaco e segretaria, la sanzione prevedeva la riduzione in termini di minori tarsferimenti dallo Stato ma era in parte calcolata percentualmente, il 3%, cioè di quattro milioni. La norma però è cambiata, e prevede come sanzione, una riduzione dei trasferimenti pari all'entità di sforamento del patto. Questo vuol dire che anche se fosse stato approvato un bilancio in pareggio ma che non rispettasse il patto di stabilità, il Comune sarebbe stato esposto il prossimo anno a non avere più trasferimenti dallo Stato; si sarebbe, insomma, differito il problema con conseguenze di una gravità incalcolabile.
IL DECRETO SALVACOMUNI - L'unica possibilità di salvezza avrebbe potuto consistere nel cosiddetto "decreto salvacomuni", approvato dal governo nazionale il 10 ottobre 2012, e che dovrà essere convertito in legge entro il 9 dicembre. Ed è attorno a questa scadenza che ruotano le perplessità delle opposizioni, il Partito democratico in particolare. Nell'attuale formulazione - chiarisce però il sindaco - la legge salvacomuni che prevede, sia detto per inciso, l’erogazione di un mutuo redimibile in dieci anni che per il comune bagherese sarebbe potuto arrivare sino a 5.000.000 di euro, non è utilizzabile da Bagheria perché una delle condizioni previste è che l'Ente comunale abbia già approvato il bilancio; cosa che Bagheria non ha fatto.
Vero è che si potrebbe aprire, prima della definitiva conversione in legge, una maglia sotto forma di un emendamento, che consentirebbe anche l'ingresso ai comuni senza bilancio, ma la segretaria Fricano ha spiegato bene che le condizioni per accedere a questo mutuo sono condizioni capestro, con una rigidità nell'applicazione, che lascia preferire di farne a meno.
L'ITER PER LA DICHIARAZIONE DEL DISSESTO - Definita una ricognizione che sia la più possibile vicina alla realtà del debito e della sua composizione (debiti fuori bilancio, fatture non ancora onorate per fornitura di beni e di servizi, Coinres ecc..), verrà portata in Consiglio, dopo un preventivo passaggio dalla giunta, la dichiarazione di dissesto che dovrà essere il Consiglio comunale a preannunciare; contestualmente arriva in consiglio la determina che aumenta al massimo tutte le tariffe comunali IRPEF, IMU e probabilmente anche la TARSU. Questa delibera viene mandata al Ministero degli Interni che, preso atto della impossibilità del comune di fare fronte alla propria situazione debitoria, nomina una terna di commissari che gestiranno il debito del Comune e in particolare i debiti fuori n bilancio.
LA GESTIONE DEL DISSESTO - E' molto simile alle procedure adottate dai curatori fallimentari: si chiamano i creditori e si propone una transazione che prevede un taglio dal 40 al 60 % della somma che il comune dovrà sborsare: l'entità del taglio lo decide il consiglio comunale. Nel frattempo sindaco giunta e consiglio continua ad amministrare le partite correnti.
LE RICADUTE SUL PERSONALE - Non sono ancora chiare le ricadute sul personale, perché la legge parla di adeguamento delle unità di personale ai parametri nazionali, che sono di un dipendente ogni 122 abitanti; ma non è ancora chiaro se debbano essere messi nel conto il numero di dipendenti delle società partecipate (leggi Coinres), e si capisce bene come possano cambiare le cose, peraltro con una sentenza sul personale Temporary di terzo grado che ancora si attende venga pronunciata.
ENTITA' DEL DEBITO - E qua i numeri diventano ballerini e non potrebbe essere altrimenti per motivi comprensibili. I debiti fuori bilancio sinora accertati e riconosciuti ascendono a 28.000.000, ma la situazione è estremamente mutevole, naturalmente in peggio, poiché giorno dopo giorno arrivano sentenze di contenziosi pregressi. In particolare, ci sarà da computare quelli relativi ai famosi piani di lottizzazione revocati dai commissari nel 1999 e ritenuti con sentenze definitive dal Tar o dal Consiglio di giustizia amminsitrativa.
Poi ci sono le fatture da onorare che giacciono o presso il tesoriere o presso i vari uffici in attesa della liquidazione, che sono, butta giù la Guttuso, circa otto milioni di euro. Si pensi che il Comune è fermo con i pagamenti della gran parte di beni e servizi erogati da ditte o da privati al dicembre 2010. Ci sono cioè quasi due anni di fatture da liquidare.
Ma non basta: tra i debiti va anche considerata la scopertura preso il Monte dei Paschi che è di circa 9 milioni di peruo, dei quali cinque sterilizzati perché accantonati per il pagamento di rate di mutui, ma normalmente ormai il Comune è fuori per una cifra che oscilla sempre tra i tre e i quattro milioni di euro. [Fonte: BagheriaNews]