Il Comune di Palermo risarcirà i proprietari delle ville di Pizzo Sella
La sentenza della Cassazione chiude la vicenda sulla lottizzazione della collina disonore
Uno dei casi più controversi di abusivismo edilizio e di beni confiscati alla mafia si chiude con la condanna del Comune di Palermo.
La sezione civile della Cassazione ha stabilito che dovrà risarcire i danni - da quantificare in un giudizio separato - ai proprietari delle ville di Pizzo Sella.
Le cronache degli ultimi 15 anni l'hanno definita la "collina del disonore": le costruzioni avrebbero devastato, sosteneva l'accusa, il promontorio che si affaccia sul golfo di Mondello. E inoltre sono state costruite da una società in mano alla mafia del gruppo Gardini-Ferruzzi. Per questo erano state confiscate. Le famiglie che avevano comprato le ville ne avevano perso quindi la proprietà quando nel 2001 è arrivata la sentenza definitiva della confisca al culmine di un procedimento cominciato nel 1997.
I proprietari estromessi, assistiti dall'avvocato Giorgio Ganci, avevano però sostenuto di avere acquistato i beni in buona fede. Tanto che il Comune aveva rilasciato le licenze edilizie e quelle di abitabilità. A questo punto ha preso le mosse una controversia in sede civile.
Nel 2004 la prima sentenza del tribunale di Palermo, confermata in appello nel 2010, ha condannato il Comune perché non aveva verificato la regolarità delle costruzioni prima di rilasciare le concessioni e dare via libera agli atti di compravendita. Nel 2012 intanto la Cassazione aveva definitivamente annullato le confische e restituito le ville ai proprietari. Ora la stessa Cassazione, in sede civile, ha confermato la condanna del Comune al risarcimento per danni allo stato "non quantificabili". Saranno determinati in un giudizio che potrà eventualmente essere promosso. [ANSA]