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Il continuo ''allarme agricoltura'' della provincia di Enna

09 marzo 2006

L'agricoltura ennese soffre di brutto, o è in salute, anche se precaria? Si sta innovando, sia pur con lentezza, oppure resta chiusa nel suo angusto alveo? Le sue imprese si stanno professionalizzando, o si limitano a presidiare, grazie ai contributi europei, le aree rurali? Ciò che produce genera valore aggiunto, ossia il suo sistema è ingessato?
Sono domande, con altre, emerse nel congresso della Confederazione Agricoltori con la relazione del suo presidente Sandro Costa.

È gravoso dare risposte adeguate ad ognuna. Anche perché interesse, impegno e competenza raramente si manifestano per questo settore con la misura necessaria. Eppure, rimanendo il comparto prevalente dell'economia ennese, da esso non si può prescindere quando si parla, o si pretende di parlare, di sviluppo del nostro territorio.
L'agricoltura ha una dotazione di 30.000 addetti e dà reddito per 500 milioni d'euro ad una provincia di 180.000 abitanti. Sembrerebbe abbastanza di buono. C'è, al contrario, poco per sentirsi fiduciosi. Se si aggiungono, infatti, altre cifre e si analizzano taluni risultati, emerge una situazione, quantomeno, d'allarme.

Il patrimonio zootecnico si è ridotto di circa la metà. Le aziende sono quasi tutte a conduzione familiare, senza dotazione di capitali propri per investimenti, con una disponibilità media di 4 ettari di superficie agricola, e con modeste strutture e servizi vari. La produzione primaria non è seguita dalla fase di trasformazione, mancando imprese agroalimentari. Infine, la vendita dei beni della campagna non va oltre gli ambiti locali e ha prezzi per nulla remunerativi.
Eppure, negli ultimi dieci anni in questa provincia ci sono stati interventi copiosissimi ed estesi a beneficio dell'agricoltura. Due patti territoriali, programmi chiamati ''l.e.a.d.e.r'', piani d'insediamento territoriale, politiche costose a favore dei prodotti tipici hanno finanziato una miriade di iniziative.
Dopo un lustro, logica vuole che si proceda ad una valutazione finale per capire se si va avanti o si resta indietro, se c'è crescita o stagnazione. Questo passaggio se è scontato nel mondo dell'economia, non è certo in quello della politica ennese, ove prevale una fiducia non riscontrabile negli operatori agricoli.

Vincenzo Cimino

Fonte: ViviEnna.it

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09 marzo 2006
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