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Il "Cranio Trapanato" torna a Partanna

L'importante reperto archeologico arricchirà il Museo della Preistoria che si trova all'interno del Castello Grifeo

08 gennaio 2014

Oggi pomeriggio, alle ore 17.00, il Cranio Trapanato dell’area archeologica di contrada Stretto ritorna a Partanna per essere esposto nelle bacheche del Museo Archeologico della Preistoria della Valle del Belice.
Alla manifestazione di accoglienza, che si svolgerà nelle scuderie del Castello Grifeo, saranno presenti l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità Siciliana Mariarita Sgarlata, il soprintendente del mare della Regione Sicilia Sebastiano Tusa, la direttrice del Museo archeologico regionale "A. Salinas" di Palermo Francesca Spatafora, la soprintende per i beni culturali ed ambientali di Trapani Paola Misuraca, l’antropologa Rosaria Di Salvo. Farà gli onori di casa il sindaco di Partanna Nicola Catania.

"E’ un impegno che io e la mia amministrazione abbiamo assunto da tempo - ha evidenziato soddisfatto, il sindaco - ci siamo prodigati fin dal mese di agosto a creare le condizioni per il ritorno dell’importante reperto archeologico che vuole essere per noi non un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso che mira principalmente al rilancio della città di Partanna sotto l’aspetto culturale, archeologico e turistico. Vogliamo, inoltre, continuare il nostro impegno creando le condizioni per il ritorno di altri reperti archeologici provenienti dalla nostra città e depositati in diversi musei regionali. Riconosciamo alle amministrazioni precedenti, alle varie associazioni del settore e alla Sovrintendenza di Trapani e in particolar modo al prof. Sebastiano Tusa, oggi nostro esperto, una particolare sensibilità in questo senso per i numerosi scavi condotti nel tempo in contrada Stretto, scavi che hanno dato alla luce, tra l’altro, il cranio trapanato".

Breve storia del "Cranio Trapanato" - Durante le campagne di scavo della fine degli anni Ottanta dirette dal prof. Sebastiano Tusa, nell’area archeologica di contrada Stretto, a un centinaio di metri a valle della strada provinciale che collega Partanna a Montevago fu rinvenuta una tomba a grotticella. In essa fu possibile raccogliere numerosi elementi dell’originario corredo funerario dell’età del bronzo: vasi di ceramica dipinta in bruno su fondo rosso o giallognolo, pertinente allo stile di Partanna-Naro, con elementi inquadrabili nel repertorio del Bicchiere Campaniforme.
Di estremo interesse fu il rinvenimento di un
"cranio trapanato". Si trattava di un cranio con un ampio foro occipitale praticato mentre il soggetto era in vita. Il soggetto sopravvisse a questa "operazione" molto frequente nell’ambito della civiltà del Bicchiere Campaniforme. Il cranio fu trasportato al Museo archeologico regionale "A. Salinas" di Palermo per essere opportunamente analizzato.

Dopo lo studio del reperto condotto dalla dottoressa Rosaria Di Salvo, il cranio è rimasto in deposito nella struttura museale palermitana. Nel tempo notevole è stato l’impegno messo in campo dall’associazione Prima Archeologia del Mediterraneo guidata dal prof. Sebastiano Tusa e dalle amministrazioni comunali succedutesi nel tempo fino all’attuale guidata da Nicola Catania per consentire il ritorno del prezioso reperto archeologico nella cittadina del Belice.

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08 gennaio 2014
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