Il "Cresci Italia" secondo i partiti
Dopo il discorso di fine anno del premier Mario Monti, le risposte e le impressioni dei leader dei partiti politici
Per quanto poco dettagliato, il discorso di fine anno del premier Mario Monti (LEGGI) ha simbolicamente aperto la "fase due" del programma, dedicata alle misure da adottare per rilanciare la crescita economica di un Paese spremuto dal decreto 'Salva Italia'. E ha innascato una serie di reazioni delle forze politiche e dei sindacati. In particolare per i passaggi dedicati alle liberalizzazioni e alla riforma del mercato del lavoro. Durante il suo intervento, il premier si è rivolto anche alle forze di opposizione, pur senza citarle direttamente. Queste hanno, dunque, risposto, in maniera più o meno conciliante.
"Noi abbiamo assicurato il nostro leale sostegno al governo dei professori ma dobbiamo essere pronti a ogni evenienza e comportarci come se la campagna elettorale per le elezioni fosse già in corso". Così Silvio Berlusconi in un audiomessaggio ai Promotori della libertà. Poi ha sottolineato: si potrà intervenire con "efficacia e rapidità se i provvedimenti del governo prima del varo saranno concordati anche con noi che siamo la forza di maggioranza relativa in Parlamento".
Nella conferenza di fine anno, Monti "ha riconosciuto che il fattore psicologico è decisivo nell'economia e che un modertato ottimismo, anche dai mezzi di comunicazione, è indispensabile per uscire dalla crisi", ha poi aggiunto il Cavaliere sottolineando che bisogna cancellare la "calunnia e la menzogna di chi aveva indicato il nostro governo come l'unica causa dello spread elevato e quindi come unica causa della crisi".
Prima di Berlusconi, era intervenuto per il Pdl il capogruppo a Montecitorio Fabrizio Cicchitto dicendo: "Il premier Monti ha dato i titoli per l'inizio del prossimo anno. Titoli condivisibili: liberalizzazioni, concorrenza, passaggio dalla messa in sicurezza alla crescita in un quadro di equità, riforme del mercato del lavoro e molto altro ancora. E' evidente che il dibattito reale a livello politico e parlamentare si potrà sviluppare pienamente quando dai titoli si passerà alla sostanza".
"Ho ascoltato una analisi onesta, veritiera della situazione. Dopo anni di favole, un bagno di realtà", ha detto Pier Luigi Bersani. "Siamo stati portati sul precipizio greco e ci siamo fermati ma c'è ancora molto da fare - ha aggiunto - i titoli Monti sono giusti anche se ne manca qualcuno, sul sociale, per esempio". "Noi siamo pronti a dare un contributo" con "idee buone che possono essere utili", ha concluso il leader del Pd.
La parte del discorso dedicata alla flessibilità nel mondo del lavoro viene accolta con un po' di preoccupazione da alcuni esponenti del Partito democratico. Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera, anticipa che i democratici avanzeranno le loro proposte "sul mercato del lavoro, escludendo un intervento sull'art. 18". Mentre il senatore Ignazio Marino ricorda a Monti quante risorse potrebbero essere liberate dai tagli alle spese militari e dall'assegnazione delle frequenze tv.
"La conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio mi conforta ulteriormente: siamo in buone mani, nelle migliori possibili per guidare il Paese nella drammatica crisi europea", ha dichiarato Pier Ferdinando Casini. "Abbiamo percorso solo un tratto di strada e mi auguro che il senso di responsabilità dei principali leader politici consolidi lo sforzo comune che abbiamo iniziato", auspica il leader dell'Udc.
Mario Monti ha raccolto il consenso pieno del Terzo Polo. Per il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino "le parole del presidente Monti sono confortanti perché finalmente si parte col secondo tempo, quello del Cresci-Italia. Ora però aspettiamo che l'esecutivo mantenga gli impegni presi e alla ripresa dei lavori si parta da subito con riforma del lavoro, liberalizzazioni e un sempre più duro contrasto all'evasione e alla corruzione. Compito di Fli e del Terzo Polo sarà quello di agevolare e migliorare la fase 2 del Governo, approvando le riforme nel minor tempo possibile".
Giudizio senza appello dal leader leghista Umberto Bossi, che ne ha anche per l'ex premier: "Di danni ne stanno facendo Monti e il suo fedele alleato Berlusconi, tutto quello che dice la sinistra stanno facendo". Messaggi per il Cavaliere anche da Roberto Calderoli: "Questo è un governo di sinistra: Berlusconi ha preso le distanze con alcune dichiarazioni ma deve anche dimostrare di non essere l'utile idiota che sostiene un governo di sinistra. Stacchi la spina e si vada al voto". "La crisi è finita, ora inizia la miseria! Questa è la sintesi del vacuo intervento di fine anno del presidente del Consiglio: è drammatico sentire una conferenza stampa cosi' priva di contenuti". "Parole, parole e parole, ma che nei fatti - ha aggiunto l'ex ministro - nascondono tasse, tasse e ancora tasse e quindi povertà, povertà e ancora povertà! A noi non resta che resistere, resistere e resistere, perché siamo di fronte ad una crisi di democrazia oltre che economica: a questo punto, considerato come è stato messo alla guida del governo, in assenza di un voto popolare, la prossima conferenza stampa Monti la potrebbe tenere direttamente dal balcone di piazza Venezia...", ha concluso Calderoli. Duro pure il commento di Roberto Maroni. "Non ho visto grandi misure di rilancio, ho visto ancora nuove tasse, mentre lo spread è risalito ancora sopra i 500 punti e sembra non interessi più a nessuno", ha detto l'ex responsabile del Viminale.
L'Italia dei Valori resta in posizione di attesa, con toni molto critici. "Continua la politica delle televendite", ha detto il leader Antonio Di Pietro. "Monti non ha detto come intende combattere l'evasione, se non ratifica l'accordo con la Svizzera (per la tassazione dei capitali esportati, ndr). Sul lavoro ha detto che sta studiando la Fornero, sulla lotta alla corruzione ha risposto che sta studiando. Abbiamo già visto un presidente del Consiglio che sapeva vendere i provvedimenti prima di farli, ora abbiamo bisogno di un governo che prima fa le cose e poi le illustra". Per questo, Idv "valuterà i provvedimenti quando saranno presentati". Al vertice europeo di fine gennaio, ha concluso Di Pietro, "non si può andare con gli slogan. Il primo decreto ha aumentato la recessione e impoverito le famiglie, il prossimo provvedimento non sappiamo...".
Alla mano tesa del premier, che auspica un confronto sul mercato del lavoro, la Cgil risponde dicendosi "pronta a un confronto serio col governo che riguardi l'insieme dei provvedimenti per la crescita". Certamente, però, aggiungono dal sindacato, "dopo le decisioni unilaterali del governo sulle pensioni e i problemi che sul tema restano ancora aperti, il confronto non si presenta facile, inoltre dovrà essere un confronto vero e non condizionato dalla fretta". Stessi toni da parte della Cisl. "Siamo pronti al confronto sul piano per la crescita illustrato dal Presidente del Consiglio - dice il segretario generale, Raffaele Bonanni - ma la Cisl chiede una concertazione vera su tutti i temi economici e sociali. La necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il confronto con il sindacato. Non accetteremo pacchetti prefeconfezionati o ispirati da altri".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]