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Il ddl sull'amianto approvato dall'Ars

Finalmente una legge c'è. Adesso tutto sta nell'applicarla al meglio senza più disattendere le esigenze dei siciliani

27 marzo 2014

"Si conclude positivamente la vicenda amianto in Sicilia, portando soddisfazione, in un territorio particolarmente interessato dove si era accumulato un ritardo ventennale".
È quanto si legge in una nota dei vertici nazionali e regionali dell'Ona Onlus (Osservatorio nazionale amianto) a proposito dell'approvazione all'Ars del ddl sull'amianto "Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto". "Questa legge, presentata e sostenuta da sempre dal deputato Pippo Gianni è stata voluta fortemente dall'Osservatorio nazionale sull'amianto - ha detto il coordinatore regionale dell'Ona Calogero Vicario - Finalmente la Regione siciliana, potrà affrontare il problema dell'amianto in termini di prevenzione primaria e prevenzione secondaria nonché il riconoscimento della pregressa esposizione dei lavoratori. Inoltre l'istituzione di un specifico ufficio coordinerà le attività di parecchi assessorati della Regione tra cui quello di avviare definitivamente la mappatura a livello regionale".
L'Osservatorio sottolinea che "il punto principale della legge è quello di non dover più esportare dalla Sicilia i rifiuti dell'amianto ma di creare un impianto di inertizzazione per la trasformazione dell'amianto in risorsa economica, l'istituzione del registro regionale degli esposti, ed ex esposti alla fibra killer". Inoltre, "tutti lavoratori dell'amianto potranno essere identificati ed iscritti nel registro regionale".
L'Ona Onlus "ringrazia il presidente della Regione Rosario Crocetta, il presidente della VI commissione Giuseppe Digiacomo, l'assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino e il deputato Pippo Gianni, per l'impegno profuso nell'affrontare la drammatica condizione dei lavoratori esposti ad amianto nella regione Sicilia".

L’approvazione della legge ha ricevuto il plauso del Movimento 5 stelle che recentemente si è mosso, sia alla Camera dei deputati che all’Ars, presentando interrogazioni sul problema a Montecitorio e a Palazzo dei Normanni. "E' una legge - hanno affermato i deputati siciliani - che aspettavamo da 20 anni. Finalmente nel settore viene messo un po' d'ordine e si farà una mappattura dei siti inquinanti in Sicilia, cosa per la quale avevamo presentato anche una interrogazione alla Camera".
Gli emendamenti targati 5 stelle miglioreranno la legge soprattutto in direzione dei tempi di approvazione dei piani di bonifica e nell'applicazione di sanzioni nei confronti dei dipendenti comunali, responsabili degli inadempimenti.
È saltata invece una norma del Movimento che avrebbe potuto tutelare maggiormente la salute dei siciliani. "L'emendamento - ha affermato Giampiero Trizzino - prevedeva lo spostamento dell'amianto in impianti di trattamento fuori dalla Siclia, nell'attesa della realizzazione di quello previsto nell'isola. Invece ora si raccoglierà il materiale in un'area di stoccaggio, dove verrà realizzato l'impianto, col rischio di accumularne grosse quantità che, se non trattate bene, potrebbero esporre a eventuali rischi".
"Vigileremo - ha detto Angela Foti - affinché questa legge trovi applicazione ed efficacia. Proprio per questo abbiamo introdotto, con un emendamento, sanzioni per i comuni inadempienti".

Secondo il Codacons - da sempre in prima linea nella lotta contro l’amianto - la legge approvata dall’Ars è approssimativa e confusionaria.
Codacons scrive: Nell’ambito della copiosa regolamentazione del fenomeno "amianto", le Regioni hanno un ruolo nient’affatto marginale. La Legge 257 del 1992 ("Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto", G.U. n. 87 del 13 aprile 1992), con la quale vengono messi al bando tutti i prodotti contenenti amianto e tutte le attività commerciali ed industriali collegate, attribuisce alle Regioni il compito di pianificare le attività di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli dell’amianto (art. 10). In tali piani le amministrazioni regionali dovrebbero definire dei programmi per dismettere l’attività estrattiva dell’amianto e realizzare la relativa bonifica dei siti, individuare dei siti per l’attività di smaltimento dei rifiuti di amianto e predisporre le modalità di controllo di queste operazioni.

Alcuni fondi disponibili
Ø Fondi Europei Programmazione operativa regionale, nelle disponibilità del Dipartimento Ambiente, disponibili per le aree a rischio ambientale circa 17 milioni di euro che andranno persi perché non utilizzati. Si sarebbe potuto prevedere una serie di interventi in campo di catastazione o bonifica di amianto. È evidente che questa è una piccola cifra rispetto le somme che non sono state utilizzate e che risolverebbero, in una seria programmazione, questo annoso problema. Sarebbe interessante aver chiara la quantificazione delle somme strutturali messe a disposizione per l’ambiente e sanità e quelle utilizzate programmazione 2007/2013, ed anche cosa si prevede di sviluppare come riprogrammazione al 2015.

Ø La Regione (Assessorato Sanità), ha previsto una spesa di un milione di euro per la istituzione di uno sportello ambiente a Caltanissetta annunciata alla mega manifestazione Innovazione in Sanità tenutasi nel maggio 2011 a Palermo, cosa è stato prodotto da tale struttura e quali vantaggi ha ricavato la popolazione (a che serve tale struttura con finalità ambientali essendoci già un assessorato, sarebbe stato più opportuno, ad esempio, impegnare tali fondi per una struttura di prevenzione dei danni da amianto).

Ø È opportuno precisare che tale somma - €. 304.637,80 -, con Decreto del Ministero dell'Ambiente n°771 del12 giugno 2003, è stata attribuita alla Regione Sicilia (Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente) al fine della realizzazione della mappatura completa della presenza di amianto, ai sensi dell'art. 20, comma l, della Legge 23 marzo 2001 n° 93. Con Decreto n° 1318 del20  giugno 2012 è stato istituito il capitolo n° 446516 ed iscritta la somma di €. 304.637,80 per la realizzazione del "Piano di protezione amianto".
La legge si apre dando la definizione di prevenzione, ma si dimentica della prevenzione terziaria. Quanto sopra denota, da parte dell’aula, tanta buona volontà ma forse una poca conoscenza dell’aspetto sanitario, pur partecipando all’approvazione del disegno di legge di un tecnico di rilievo l’Assessore Borsellino che di queste cose dovrebbe essere a conoscenza.

Codacons ritiene doveroso riportare la definizione data dall’"Organizzazione Mondiale della Sanità" (World Health Organization, WHO)
- Per prevenzione si intende l'insieme di misure di profilassi mediche, ma anche di tipo sociale o economico, rivolte ad evitare l'insorgenza di una malattia in una popolazione sana o a delimitare la progressione e la gravità di una malattia, adottate allo scopo finale di eliminarla. Si definiscono 3 livelli di prevenzione della malattia dell'uomo:
PREVENZIONE PRIMARIA è volta a ridurre l’incidenza di una patologia e si attua rimuovendo i Determinanti (fattori di rischio) che la causano. Informare la popolazione. Fornire supporti educativi. Creare riferimenti per la popolazione a rischio.
PREVENZIONE SECONDARIA ha lo scopo di identificare la patologia precocemente.
PREVENZIONE TERZIARIA è volta a ridurre la gravità e le complicazione di malattie ormai instaurate.

E’ evidente che questo riferimento è opportuno non per sottolineare la poca conoscenza della materia, ma perché di prevenzione terziaria si tratta in alcuni articoli.
La legge riesce a fare delle problematiche collegate all’amianto una unica enorme minestra, nella quale tratta senza distinzione la medicina del lavoro con l’igiene ambientale, la prevenzione delle malattie professionali e quelle dovute a cause ambientali (vedi Biancavilla), riscrive norme nazionali, detta l’obbligo di riunioni annuali alle quali non è chiaro chi dovrà partecipare, che però non possono indicare percorsi che prevedano spesa e quindi non è chiaro perché farle.

Ma in compenso l'Assessorato regionale della salute dovrà predisporre un piano biennale per l’informazione della popolazione sulle patologie asbesto correlate, sulla normativa vigente in materia di inquinamento da amianto e sugli obblighi relativi. A tal fine sono realizzati, a titolo gratuito, dall'Ufficio stampa della Presidenza della Regione specifici programmi radiotelevisivi ed inserti giornalistici da diffondere gratuitamente con quotidiani o periodici stampati e diffusi in Sicilia che in ogni caso per avviarli vorranno essere pagati.
Si dimentica che le norme danno specifiche competenze a strutture sanitarie e non che hanno specifiche competenze (INAIL, ASP,ARPA ecc.)
Si obbliga la Regione a diffondere i dati negli ospedali, nelle caserme ecc. dimenticando che è sufficiente metterli in rete perché siano accessibili a tutti.
Si parla di un impianto di trasformazione dell'amianto in sostanza inerte da attivare a servizio di tutti gli ambiti territoriali senza dire di cosa si tratta ma senza prevedere dei centri di stoccaggio comunali o provinciali, con la conseguenza che se l’impianto nascerà a Siracusa il poveretto di Trapani che ha una vasca da smaltire, sarà costretto a conferirla non in un centro di raccolta comunale a dovrà attraversare l’isola con costi enormi. Viene imposto per legge un impianto di inertizzazione senza neanche fare una banale indagine costi benefici, per verificarne la necessità.

È previsto un piano amianto che, da quanto sembra, dovrà nascere prima che venga sviluppato il catasto, quindi senza avere idea delle quantità e delle localizzazioni per poter sviluppare una seria programmazione.
Si dà carico alla Regione di rimuovere l’amianto presente senza considerare che esiste amianto in aree pubbliche e quello in aree private.
Chi dovrà pagare questi interventi, sempre i cittadini?
La "perla" è la costituzione di un fantomatico Ufficio che ha carico del catasto, della pianificazione, di attività ispettive, ma non sono definite le competenze ed i mezzi perché queste attività vengano sviluppate. E’ opportuno ricordare che dal 2000 ad oggi all’Assessorato alla Salute si sono susseguite diverse Commissioni che avrebbero dovuto sviluppare il piano amianto ma che nulla hanno prodotto.
In conclusione sarebbe stato più utile e costruttivo non pensare a cose complicate, lasciare alla sanità ed ai vari enti e strutture le proprie competenze, non intervenire in maniera approssimativa e confusionaria dopo quattordici anni di ritardo senza aver neanche spese le somme che lo Stato ha trasferito nel 2001.

- In Sicilia l'amianto continua a fare vittime (Guidasicilia.it, 07/03/14)

- Mappatura dell'amianto in Sicilia: norma inapplicata da 10 anni (Guidasicilia.it, 10/03/14)

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27 marzo 2014
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