Il ''deserto'' siculo... Il 43% del territorio regionale corre un rischio desertificazione ''molto elevato''
Poco meno della metà (il 43,22%) del territorio siciliano corre un rischio "molto elevato" di desertificazione mentre per il 30,79% il rischio sarebbe "elevato", di conseguenza solo lo 0,25% del territorio isolano corre un rischio "basso". Le zone più sensibili sono quelle delle province di Enna, Caltanissetta e Trapani.
Questi dati sono stati resi noti nel corso del seminario "Problematiche di desertificazione in Sicilia e metodologie di individuazione delle aree vulnerabili" che si è svolto nei giorni scorsi a Palermo nella sede di Confindustria Sicilia, nell'ambito del progetto comunitario "Priamo" (finanziato dall'Assessorato regionale al Lavoro nell'ambito del Por Sicilia 2000-2006) finalizzato alla maggiore conoscenza delle criticità geologiche del territorio siciliano e che ha fra i suoi obiettivi anche la formazione di quindici giovani geologi.
Ad illustrare lo studio è stato Giovanni Arnone, dirigente del servizio assetto del territorio e difesa del suolo dell'Assessorato regionale Territorio ed ambiente.
"Le cause della desertificazione - ha detto Arnone - sono molteplici, in parte naturali ed in parte determinate dalle attività umane. Fra le cause naturali ci sono le caratteristiche geologiche e podologiche della Sicilia, la copertura vegetale, i cambiamenti climatici e gli eventi estremi come la siccità e le alluvioni". "A questo - ha aggiunto - si potrebbe porre rimedio se l'attività dell'uomo fosse finalizzata a ridurre questi fenomeni. Purtroppo, invece, ad aumentare il rischio di desertificazione di una parte così ampia dell'isola (complessivamente fra rischio elevato e molto elevato si parla di oltre il 70% della Sicilia a rischio) c'è proprio l'intervento dell'uomo: la deforestazione, l'abbandono delle aree marginali e la concentrazione delle attività produttive nelle zone costiere, gli incendi, l'errato utilizzo delle risorse idriche e la salinizzazione".