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Il disaccordo sul clima...

Ma i cambiamenti climatici (e i danni conseguenti) sono o non sono colpa dell'Uomo?

06 aprile 2009

Ma è vero che stiamo andando verso lo sfacelo ambientale (per colpa dell'uomo) e che se le Nazioni del mondo non fanno qualcosa di concreto al più presto, i nostri figli saranno destinati ad assistere al collasso della vita sulla Terra?
Ma è vero che la situazione ambientale è oramai tanto compromessa che niente potrà fermare la caduta libera del nostro Pianeta verso l'oscuro oblio determinato dallo sfascio climatico?
Ma è vero che quanto detto fino ad ora è solo frutto del pensiero catastrofista degli ultra ambientalisti ortodossi, e che la verità sta nel fatto che gli oggettivi cambiamenti climatici odierni sono solo normali cambiamenti epocali, così come tanti altri la Terra ne ha subito nella sua millenaria Storia?

Che venga data una sola risposta univoca, oggi è qualcosa che risulta essere impossibile. Infatti, le due "scuole di pensiero", che nelle domande sopraelencate si possono scorgere, hanno entrambe dalla loro un bagaglio argomentativo veramente ampio, ed entrambe sembrano essere supportate da scienziati e ricercatori rinomati, di fama, esimii, accreditati etc. etc.
Insomma, l'unica certezza è la confusione e la contraddittorietà dei fatti. Eppure ci sono indizi sotto gli occhi di tutti, e tutti assolutamente da non trascurare. "Sul cambiamento climatico c'è un'eccessiva cattiva informazione" sostiene Tom Karl, direttore del National Climatic Data Center americano. Per questo un gruppo di agenzie governative statunitensi ha preparato una guida con l'intento di far chiarezza stabilendo dei punti fermi sulle conoscenze fin qui acquisite. Distribuita anche agli insegnanti di scienze, si può consultare su Internet (www.noaa.gov/climateliteracy.html).

Anche la Commissione per l'Ambiente dell'Unione europea tiene in forte considerazione tutti quegli indizi che non fanno presagire niente di buono, ed è per questo che nei giorni scorsi ha reso pubblica la propria tesi che non è delle migliori. Questa, ad esempio, avverte che: "Italia, Spagna e Grecia saranno le nazioni europee più colpite dai cambiamenti climatici. Soffriranno agricoltura, industria alimentare e turismo, tre pilastri economici dei paesi mediterranei. Ma ci saranno anche problemi di approvigionamento idrico ed energetico, di salute pubblica, di erosione delle coste e di tenuta delle infrastrutture". E non finisce qui. Secondo la Commissione Ue, infatti, bisogna... rassegnarsi: per quanto le Nazioni riusciranno a mitigare l'effetto serra, i disagi arriveranno lo stesso. Ecco perché l'Ue ha lanciato la strategia sull'"adattamento": da un lato bloccare gli sconvolgimenti climatici (Kyoto 2) e dall'altro prepararsi a convivere con quelli che inevitabilmente arriveranno.
Un piano che l'Italia, come i vicini del Mediterraneo, dovrà prendere molto sul serio, visto che da qui alla fine del secolo il nostro sarà uno dei Paesi più colpiti dalla rivoluzione del clima. Colpa di ondate di caldo, incendi, flessione del turismo, calo della produzione agro-alimentare e scarsità di acqua potabile. Anche la vita nell'Europa del Nord cambierà, ma con un mix di novità positive e negative. Il tutto costerà all'Ue oltre sei miliardi di euro all'anno fino al 2020, cifra che entro il 2060 potrebbe arrivare a 63.

E ad essere duramente colpito sarà anche il turismo, con la diminuzione di neve nelle zone alpine (non bisogna farsi ingannare da un singolo inverno nevoso) e l'aumento delle temperature nel bacino mediterraneo, con tanto di erosione delle coste, diminuzione del pesce, deterioramento della qualità dell'acqua, aumento esponenziale di meduse e alghe. Soffrirà anche l'agricoltura, con perdita di fertilità e carestie. Rischiano le foreste, la pesca, l'acquacoltura e gli ecosistemi marini. In pericolo le coste e le infrastrutture, sempre più colpite da fenomeni meteo estremi e da inondazioni. Gli sconvolgimenti delle temperature avranno effetti anche sulla salute animale, vegetale e umana, con un aumento di malattie e infezioni specialmente per anziani, bambini e malati cronici. Andrà in crisi il sistema dell'energia (ci sarà una maggiore richiesta e, nel Sud Europa, una diminuzione di produzione idroelettrica). Per non parlare dell'immigrazione, che gli sconvolgimenti climatici faranno aumentare.

Beh, a leggere tutto ciò, francamente, verrebbe da schierarsi con chi dice che tutto passerà e che tutto, alla fine dei conti, è da reputarsi normale... Certo, l'importante è che i "fondamentalismi" di alcuni scienziati capaci di cavalcare solo il male o di ignorare del tutto il problema (e in entrambi i casi per interessi lontani dalla scienza) siano messi da parte e prevalgano i ragionevoli. Sì perché, il clima è una questione troppo seria e complicata per essere governata dagli scienziati estremisti. E ancora più attenti si deve stare se di mezzo si mettono i politici, o alcuni tipi di politici. Ad esempio, in polemica con la Commissione europea che dà "per scontata l'attribuzione della responsabilità del riscaldamento globale in atto da circa un secolo nell'atmosfera terrestre all'emissione dei gas serra antropogenici", alcuni parlamentari del centrodestra (tra questi: Marcello Dell'Utri, Domenico Nania, Adriana Poli Bortone) hanno firmato una mozione che sinteticamente dice che: i cambiamenti climatici non esistono. E se esistessero farebbero un gran bene.
Questi, infatti, sostengono che "una parte consistente e sempre più crescente di scienziati studiosi del clima non crede che la causa principale del peraltro modesto riscaldamento dell'atmosfera terrestre al suolo finora osservato (compreso fra 0,7 e 0,8 gradi centigradi) sia da attribuire prioritariamente ed esclusivamente all'anidride carbonica di emissione antropica". E se il mutamento climatico fosse veramente in atto? Niente paura - si legge nella mozione - sarebbe una gran bella cosa: "Se pure vi fosse a seguito dell'aumento della concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera un aumento della temperatura terrestre al suolo, i conseguenti danni all'ambiente, all'economia e all'incolumità degli abitanti del pianeta sarebbero molto inferiori a quelli previsti nel citato Rapporto Stern e addirittura al contrario maggiori potrebbero essere i benefici".

Per finire, diciamo che, sempre con estrema franchezza, a dirla tutta, le affermazioni di questi ultimi signori, che scienziati non sono, "estremisti" chissà, a noi risultano molto più inquietanti dell'elenco di disastri stilato dalla Commissione Ue.

[Informazioni tratte da Repubblica.it (articoli di A. D'Argenio e A. Cianciullo), Corriere.it (articolo di G. Caprara)]

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06 aprile 2009
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