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Il discorso del Re

Pluricandidato agli Oscar 2011, un film sull'amicizia inconsueta tra un re balbuziente e un logopedista non convezionale

07 febbraio 2011

Noi vi segnaliamo...
IL DISCORSO DEL RE
di Tom Hooper

Giorgio VI d'Inghilterra - incoronato Re dopo l'abdicazione del fratello Edoardo VIII per amore della bella Wallis Simpson - si considera inadatto a guidare il Paese, soprattutto a causa di una balbuzie nervosa che lo affligge. Per riuscire a superare il suo handicap, il Re si affida alle cure del terapista Lionel Logue, i cui metodi poco ortodossi riusciranno a restituirgli la voce e il carisma facendogli superare le sue paure e il suo limite...

Anno 2010
Tit. Orig. The King's Speech
Nazione Gran Bretagna e Australia
Produzione See Saw Films, Bedlam Productions
Distribuzione Eagle Pictures
Durata 111'
Regia Tom Hooper
Sceneggiatura David Seidler
Con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham, Guy Pearce, Derek Jacobi, Michael Gambon, Timothy Spall
Genere Drammatico


In collaborazione con Filmtrailer.com

La critica
"Il film racconta dell'inconsueta amicizia fra il re e Lionel Logue, non convenzionale terapista del linguaggio (interpretato da un altrettanto straordinario Geoffrey Rush, anche lui candidato all'Oscar fra i non protagonisti), che aiuterà il re a far fronte, se non superare del tutto, ai problemi di balbuzie. (...) Il film è candidato all'Oscar per tutte le categorie più importanti, oltre a migliore attore protagonista (Firth) e non protagonista (Rush), una nomination fra le attrici non protagoniste è andata anche a Helena Bonham Carter che interpreta la moglie di Giorgio VI, la regina consorte Elisabetta, al regista Tom Hooper, a David Seidler per la sceneggiatura originale. Con ben poche sorprese poi, 'Il Discorso del Re' è fra i dieci film candidati all'Oscar per la migliore pellicola, interessante anche perché capace di alternare momenti drammatici con altri liberatori e ironici, come quando, in una delle strane sedute di terapia del linguaggio, Re Giorgio VI viene invitato a sfogarsi dicendo parolacce."
Francesca Gentile, 'l'Unità'

"La balbuzie, dunque, studiata con finezza e accenti anche delicati in quel personaggio al centro che incontriamo prima come Duca di York, ancora vivente suo padre Giorgio V, e secondo nella linea di successione perché il primo è quell'Edoardo Principe di Galles di cui ci si rivelano quasi subito i rapporti con l'americana divorziata Wally Simpson. (...) Tutto molto da vicino, i personaggi analizzati con cure attente, gli ambienti attorno ricostruiti con rispetto per i dati autentici e i tanti momenti storici da cui la vicenda è attraversata espressi sempre con emozioni e tensioni pronte a conquistarsi spazi privilegiati, ma con misura. Li domina, percorrendoli tutti con grande sensibilità (anche quando 'recita' la balbuzie), l'attore inglese Colin Firth che aggiunge felicemente Giorgio VI ai tanti personaggi che ha saputo creare nel corso della sua fortunatissima carriera. Queen Elizabeth, al suo fianco, è Helena Bonham Carter, che riesce con grazia e intelligenza a somigliarle. Il logopedista è l'australiano Geoffrey Rush, una maschera forte e risentita."
Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo'

"Il microfono è enorme, la folla immensa, l'ansia insostenibile. Così la voce si increspa, si strozza, inciampa sulle consonanti, erompe rotolando a singhiozzo sulle sillabe fino a quando, Dio sia lodato, la frase finisce. E si ricomincia... Se per chiunque balbettare è un supplizio, per un principe ereditario è una vergogna, una mutilazione, una tragica perdita di autorità. Se poi siamo negli anni 30, l'età d'oro della radio, l'epoca in cui Hitler soggioga le folle e incendia l'Europa con la sua oratoria, il dramma del duca di York, secondogenito di Re Giorgio V, afflitto fin dall'infanzia da quel difetto misterioso, diventa anche un vero problema politico. Tutto questo però 'il discorso del Re' ce lo lascia indovinare, concentrandosi opportunamente (specie nella prima metà) sui protagonisti. Anzi incarnando una gran massa di spunti e di idee nei corpi e nelle voci di due grandi attori al loro massimo storico: Colin Firth, il principe balbuziente, costretto a curarsi dalla moglie (una squisita Helena Bonham-Carter). E Geoffrey Rush, logopedista australiano (...) e attore mancato; un semplice guitto, agli occhi del principe, catapultato dal caso in una posizione di potere. Il potere assoluto del medico sul suo paziente. (...) Nella costruzione di questo rapporto il film di Tom Hooper (padre inglese e madre australiana) è coraggioso e a volte geniale."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'

"Piacerà agli amatori del cinema inglese, certissimamente. Che si satolleranno con i deliziosi intermezzi 'privati' di Lionel Logue, un grosso personaggio con la debolezza di un amore (pochissimo ricambiato) per il teatro. Al pubblico femminile da sempre interessato alle vicende della casa reale britannica (Helena Bonham Carter è deliziosa come moglie - madre - sorella del riluttante sovrano). E anche, ma sì, al pubblico maschile, che di solito preferisce i film d'azione. Il finale è congegnato toccando le stesse corde emozionali di un film di Rocky -Stallone. C'è un protagonista sfigato, poco calcolato da tutti tranne che dalla moglie. E l'aspettativa di un cimento per cui sembra battuto in partenza. E l'inizio poco promettente. Ma poi la vittoria, con il manager (pardon il terapeuta) che gli sta addosso fino all'ultimo istante. E la folla che alla fine lo riconosce come il suo campione. Un piccolo inciso per chi di Giorgio VI continua a non saperne granché. George fu il buon sovrano che assicurava Edoardo al momento dell'abdicazione? Certamente sì. Dei 16 anni di regno dell'ex duca di York, sei furono occupati dalla guerra. Durante la quale la Gran Bretagna fu a lungo l'unico baluardo della democrazia in Occidente. Se Winston Churchill fu il comandante della roccaforte assediata, il re rimase impavido sul bastione. Nessun inglese ebbe mai a dubitare che George fosse dalla sua parte."
Giorgio Carbone, 'Libero'

"'Il discorso del re' di Tom Hooper rispolvera una delle pagine di storia inglese poco conosciute, quella riguardante Re Giorgio VI. (...) E se la storia, una delle più singolari viste al cinema, vi appassionerà, sarete addirittura entusiasti dei tre straordinari protagonisti, Colin Firth, Geoffery Rush e Helena Bonham-Carter, tutti in corsa per la preziosa statuetta."
Alessandra De Luca, 'Avvenire'

"II re non è nudo, ma balbuziente. E si spoglia: grazie a una moglie che lo ama un logopedista tanto eterodosso quanto bravo, lotterà per far sentire la propria voce, fino a tenere il discorso più importante, quello che accompagna il Regno Unito nella Seconda guerra mondiale. Il sovrano è Giorgio VI, magnificamente interpretato da Colin Firth, la consorte Elisabetta è Helena Bonham Carter, lo strizzaugola Geoffrey Rush: sono loro le parole chiave de 'Il discorso del Re' di Tom Hooper, che ha vinto a Toronto e fatto il pieno di nomination agli Oscar. Il segreto? Sceneggiatura di ferro, attori super, regia elementare ma non sciatta, gusto british esportabile Oltremanica, ma c'è di più: è cinema sartoriale, su misura e di ottima fattura, come si faceva una volta. Si consiglia la visione preserale, dopo il tè delle cinque."
Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano'

Golden Globe 2011 a Colin Firth come miglior attore protagonista di film drammatico. Le altre candidature erano: miglior film drammatico, regia, sceneggiatura, attore non protagonista (Geoffrey Rush), attrice non protagonista (Helena Bonham Carter) e colonna sonora - Candidato all'Oscar 2011 per: miglior film, regia, attore protagonista, attore non protagonista (Geoffrey Rush), attrice non protagonista (Helena Bonham Carter), sceneggiatura originale, fotografia, colonna sonora, montaggio, scenografia, costume e missaggio sonoro.

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07 febbraio 2011
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