Il distretto Sicily Shire
Presentato un ddl per una nuova e moderna gestione dei beni culturali siciliani
Il coinvolgimento di aziende private nella gestione dei Beni culturali in cambio di uno sconto sull’addizionale Irpef, l’utilizzo di impiegati del terzo settore e volontari di associazioni culturali per integrare lo scarso personale regionale, la formazione per 24 mesi di 500 giovani nei monumenti dell’Isola.
Sono questi alcuni dei punti fondamentali del disegno di legge "per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale siciliano" redatto dai deputati Fabrizio Ferrandelli e Manlio Mele.
Da troppo tempo il destino dei beni culturali siciliani è tristemente noto. Nell’isola non si contano le dimore storiche, le chiese, i monumenti e le aree archeologiche minacciate da crolli, degrado e dissesti. Si pensi al Castello dello Scibene, a Palermo, vittima dell’abusivismo circostante, al Tempio di Selinunte, transennato perché alcune colonne sono a rischio, o ancora ai cedimenti delle mura di Kamarina e del Castello svevo di Augusta. Di recente i sindacati Cupas, Cobas Codir e Sadirs hanno denunciato "le condizioni ad alto rischio dei siti culturali siciliani, fra gravi carenze igienico-sanitarie, l’assenza di videosorveglianza o teleallarme per fronteggiare gli atti di vandalismo, un sistema di biglietterie preistorico, siti che non hanno addirittura una linea telefonica abilitata". Senza dimenticare le manifestazioni e gli istituti museali in debito di ossigeno che rischiano di scomparire per mancanza di fondi, come le Orestiadi di Gibellina, la cui programmazione è rimasta in forse fino all’ultimo, i teatri privati o il Mandralisca di Cefalù che espone, tra i tanti capolavori d’arte, il celebre "Ritratto d'ignoto" di Antonello da Messina. A queste e altre difficili situazioni dovrebbe porre rimedio un apposito fondo strutturale di cui si discuterà nella manovra finanziaria ter.
Attraverso un "Piano strategico culturale", Ferrandelli e Mele propongono la creazione di uno speciale distretto ("Sicily Shire") che sappia coniugare il settore della cultura con le ricchezze ambientali e agroalimentari nonché l'istituzione di un comitato di gestione composto da dirigenti regionali, studiosi e accademici. Via libera alla ricerca di sponsor e partner per il recupero, il restauro e la gestione dei beni, con il coinvolgimento di cooperative, associazioni di volontariato, organizzazioni no profit e fondazioni. Le aziende sarebbero ricompensate con ampia pubblicità (un po' come nel caso, contestatissimo, del restauro della Cattedrale di Palermo) e un rimborso del 20% della donazione attraverso la restituzione di una parte dell’Irpef. Nella manovra ter sono già presenti risorse per 100mila euro l’anno fino al 2017. Il comitato di gestione dovrà studiare un più proficuo utilizzo economico di monumenti e aree archeologiche grazie a un nuovo sistema di bigliettazione, protocolli con gli enti locali, manifestazioni ed eventi ad hoc, percorsi integrati con il mondo enogastronomico. Ai diversi progetti contribuirebbero per 24 mesi 500 giovani formati e selezionati attraverso un concorso pubblico.
Prevista, infine, la collaborazione con l’Agenzia nazionale dei beni confiscati e con l’Agenzia del demanio per individuare spazi e immobili destinati a ospitare, con affitti calmierati, studi di giovani artisti contemporanei siciliani e stranieri. "Abbiamo in mente un piano strategico culturale, una vera e propria rivoluzione - dice il democratico Ferrandelli -. Vogliamo che la cultura in Sicilia possa generare finalmente percorsi di senso, valori ed economie. Queste sono cose concrete". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]