Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Il dopo-Province

Tre Aree metropolitane e 14 Consorzi: storica rivoluzione o solo una "Legge Giletti"?

22 marzo 2013

"Anche se i grillini si fossero astenuti, il governo non avrebbe avuto problemi". Al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, proprio non va giù che l’abolizione delle province passi come una vittoria del Movimento Cinque Stelle. Infatti, sembra che al governatore abbiano dato fastidio i commenti a caldo del portavoce siciliano del M5S, Giancarlo Cancelleri, che aveva rivendicato la riforma come una battaglia vinta dal movimento.
"Il disegno di legge ha avuto il via libera dell'Ars grazie a 58 voti. I grillini all'Assemblea sono quindici. Li ringrazio ma ognuno si deve prendere la sua parte", ha specificato Crocetta. Ma stando agli atti della seduta i sì sono stati 53, che tolti i 15 grillini farebbero 38 voti di maggioranza. E i deputati dell'Ars sono (ancora) 90.

L’abolizione delle nove Province, che saranno sostituite da 12/13 Consorzi di comuni, ha fatto nascere una pletora di dubbi e preoccupazioni, ma a chi accusa Crocetta di voler mettere in piedi una macchina ancora più faraonica e farragginosa, questo risponde secco: "Il Pdl dice che con l'abolizione delle province i liberi consorzi saranno infiniti, oltre trenta, ma non è affatto così. Il progetto del governo prevede che le aree metropolitane non faranno parte dei consorzi. L'idea è di differenziare e città metropolitane dai consorzi, come Palermo, Messina e Catania. In questo modo le salviamo dal rischio default".
Secondo i calcoli del presidente della Regione, il risparmio totale sarà di 100 milioni di euro all’anno. Le nuove realtà non gestiranno direttamente risorse. "Saranno enti di programmazione e non di gestione della spesa. I Consorzi potranno organizzarsi per quote consortili ma non potranno assumere debiti, contratti o altro", assicura.

LA GIUNTA CROCETTA DISEGNA IL DOPO PROVINCE
di Emanuele Lauria (Repubblica/Palermo.it, 21 marzo 2013)

Tredici o quattordici liberi consorzi, più tre aree metropolitane, al posto delle soppresse Province. Eccola, la nuova mappa degli enti intermedi, dopo il voto  -  definito "storico" dalla maggioranza  -  che ha cancellato le elezioni di maggio e ha abolito le amministrazioni provinciali. Il presidente Rosario Crocetta ha anticipato ieri mattina il progetto del governo che dovrebbe dare un volto definito ai consorzi previsti dalla legge approvata martedì sera dall'Ars. "Saranno enti di programmazione, non di gestione", ha detto Crocetta. Enti che, aggiunge, accorperanno le funzioni di Ato, distretti turistici, Srr (i nuovi servizi che sovrintendono allo smaltimento dei rifiuti).
Il governo ha previsto un limite minimo di abitanti per la costituzione dei liberi consorzi: 150 mila abitanti. Sulla base di questo parametro, ma anche di quelli della continuità territoriale e di "un'affinità socio-politica, economica e culturale", i sindaci dei territori potranno riunirsi e dare vita ai nuovi organismi. Le assemblee dei primi cittadini eleggeranno al loro interno i vertici dei consorzi, con una votazione di secondo livello che terrà conto, per quote, del "peso" dei diversi Comuni. "Il nostro progetto non prevede gettoni per i presidenti dei consorzi ma solo dei rimborsi spese", ha precisato Crocetta.


Bagheria - foto di Pietro Greco

Le aree metropolitane saranno quelle di Palermo, Catania e Messina, comuni che dunque non faranno parte dei consorzi. Il consorzio del Palermitano, per esempio, avrà come capofila Bagheria (il centro più grande della provincia), mentre il consorzio del Catanese vedrà come capofila Acireale. Oltre ai nove consorzi figli delle attuali Province, ha spiegato il governatore, ne potrebbero nascere altri: due nel Messinese (Nebrodi e Peloritani), uno che comprenderebbe Gela e Licata, uno del Calatino e uno di Marsala. Queste, almeno, le indicazioni di Crocetta.
Ancora da definire le competenze e il futuro del personale: 6.500 oggi i dipendenti delle nove Province siciliane, che hanno una spesa da 700 milioni l'anno. È possibile che le funzioni relative alla scuola passino ai Comuni e quella sulle strade alla Regione. Crocetta ha stimato un risparmio, a regime, di cento milioni di euro, tenendo conto anche dello smantellamento dei 216 tra società partecipate, enti, consorzi e associazioni che fanno capo alle Province.
Ma sono tanti i nodi da sciogliere entro il 31 dicembre (termine per l'approvazione della legge che disciplinerà i liberi consorzi). Il personale e le competenze, appunto, ma anche la successione nelle quote delle partecipate (ad esempio gli aeroporti) e la questione del patrimonio. Negli ambienti del commissariato dello Stato ci si domandava, nei giorni scorsi, quali sedi  -  e con quali costi  -  dovrebbero ospitare i consorzi.

Il Pdl, che ieri ha definito "legge Giletti" il provvedimento (dal nome del conduttore della trasmissione che ha ospitato il primo annuncio taglia-Province di Crocetta), rimane su una posizione critica: "Se il governo regionale fosse stato più coraggioso anziché parlare alla pancia dell'elettorato - dice il coordinatore Giuseppe Castiglione, ex presidente dell'Unione Province - avrebbe fatto a meno dei 206 enti strumentali della Regione, che nel 2012 sono costati oltre 28 milioni di euro".
Prossimo appuntamento la nomina dei commissari che, alla scadenza del mandato, subentreranno ai presidenti, alle giunte e ai Consigli e resteranno in carica almeno sino a fine anno. Castiglione finisce per appellarsi ai grillini: "Spero che M5S, entrato a tutti gli effetti nella maggioranza politica della Regione, saprà garantire autorevolezza e indipendenza: vedremo se invece la scelta dei commissari sarà una lottizzazione dei partiti".
In commissione Affari istituzionali, oggi, sbarca un altro provvedimento: una riforma elettorale per i Comuni che prevede l'introduzione della doppia preferenza di genere (un uomo e una donna), l'abolizione delle commissioni consiliari nei centri con meno di 15 mila abitanti e la soppressione dei permessi retribuiti per gli eletti. Il testo è del presidente della commissione, Marco Forzese, che propone uno slittamento di 15 giorni delle elezioni comunali, fissate per il 26 maggio.
Nei giorni scorsi Forzese aveva parlato anche della possibilità di introdurre la doppia scheda e la cancellazione del simbolo del partito accanto al nome del candidato sindaco. Ma è una norma, questa, vista come una minaccia dai grillini, che infatti minacciano già di mettersi di traverso. Dopo il via libera alle Province, sono già tornate le fibrillazioni nella maggioranza.

Segui la discussione sulla nostra pagina facebook Guidasicilia Magazine e sul nostro profilo Twitter

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

22 marzo 2013
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia