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Il fallito attentato dell'Addaura lo pagherà Totò Riina

Intanto a Firenze scatta un nuovo processo sulle stragi del 1993...

23 novembre 2010

La terza sezione civile del Tribunale di Palermo ha condannato Totò Riina a risarcire le sorelle di Giovanni Falcone, Anna e Maria, per il fallito attentato all'Addaura, del 21 giugno 1989.
Sarà però il Fondo di rotazione delle vittime della mafia a farsi carico del risarcimento di 144.048 euro visto che al capomafia sono stati confiscati tutti i beni in suo possedimento, o almeno quelli conosciuti finora.
La terza sezione ha però conteggiato l'ammontare del risarcimento solo considerando la borsa di tritolo lasciata sulla scogliera e non l'opera di delegittimazione che colpì il giudice prima e dopo il fallito attentato davanti alla sua villa. Secondo il legale delle sorelle di Falcone, l'avvocato Francesco Crescimanno, "l'attentato è stato infatti possibile perché Falcone fu isolato sia nell'ambiente giudiziario che in quello politico". Le sorelle Falcone chiedevano un risarcimento anche per questo: per le "umiliazioni", le "calunnie", gli "sleali attacchi e i torbidi giochi di potere" che caratterizzarono quel periodo e che furono confermati dalla sentenza di Cassazione che condannò definitivamente (dal punto di vista penale) a 26 anni Totò Riina, Salvatore Biondino e Antonino Madonia, a 9 anni e 4 mesi Francesco Onorato e a 2 anni e 8 mesi Giovan Battista Ferrante. Secondo la Suprema Corte, prima della strage di Capaci del 1992 contro il giudice Giovanni Falcone ci fu un "infame linciaggio", proveniente anche da "ambiti istituzionali", volto a "delegittimarlo". (Leggi: "Ma la delegittimazione arrivò dallo Stato" di Salvo Palazzolo)

Intanto, parte oggi, nell'aula bunker del tribunale di Firenze, un nuovo processo per le stragi mafiose del 1993 a Roma, Milano e Firenze. Imputato è Francesco Tagliavia, già all'ergastolo per l'omicidio di Paolo Borsellino. I magistrati fiorentini sono risaliti a lui grazie alla testimonianza di Gaspare Spatuzza. Tagliavia era già stato coinvolto nella prima indagine sulle stragi, ma poi la sua posizione era stata archiviata. Sono state le dichiarazioni di Spatuzza a permettere la sua nuova iscrizione nel registro degli indagati. Secondo la procura di Firenze - che ha chiesto e ottenuto dal gip il rito immediato - Tagliavia, boss della famiglia palermitana di Corso dei Mille, avrebbe messo a disposizione i suoi uomini per l'esecuzione delle stragi. L' accusa è strage e devastazione, in concorso, tra gli altri, con Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, Matteo Messina Denaro, Bernardo Provenzano, Salvatore Riina, tutti già condannati per la campagna stragista di Cosa nostra del '93-'94. Se la procura citerà Spatuzza fra testimoni, la difesa di Tagliavia ha annunciato che chiederà ai giudici di ascoltare, fra gli altri, Giuseppe Graviano, Massimo Ciancimino, gli ex presidenti della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, e gli ex ministri Giovanni Conso e Nicola Mancino.

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

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23 novembre 2010
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