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Il Forum Italiano Movimenti per l'Acqua contro le liberalizzazioni

Presidio davanti Montecitorio per difedere l'esito referendario del 12 e 13 giugno 2011

19 gennaio 2012

A difesa dell'esito referendario del 12 e 13 giugno 2011, ieri il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è tornato a far sentire la sua voce protestando contro le liberalizzazioni che, denuncia, potrebbero compromettere la volontà espressa dal voto di 26 milioni di persone.
Dopo il tam tam avviato sui social media nei giorni scorsi, gli aderenti al Forum si sono incontrati ieri a Montecitorio. Oggetto della protesta, il decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che potrebbe intervenire direttamente anche sull'acqua e forse - temono gli attivisti - addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea.
Ribadendo che "l'acqua non è una merce, ma un bene comune", il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua chiede al governo Monti di interrompere la strada intrapresa; a tutti i partiti, le forze sociali e sindacali di prendere una posizione decisa per il rispetto del voto democratico del popolo italiano; e a tutti di sottoscrivere l'appello "Giù le mani dall'acqua e dalla democrazie" (www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/) e prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.
Il Forum denuncia che "nella bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni l'attacco al risultato referendario di giugno è diretto alla possibilità di ripubblicizzazione del servizio idrico. Con l'art. 20 'Aziende speciali e istituzioni' si attacca direttamente il risultato ottenuto dal referendum che, grazie al rimando alla disciplina comunitaria, aveva reso possibili le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali". "Si dichiara infatti - si legge ancora nella nota - che le aziende speciali possono intervenire 'per la gestione di servizi diversi dai servizi di interesse economico generale' (presupponendo artatamente che il servizio idrico integrato sia tale) e le si assoggetta per la prima volta al patto di stabilità interno. Un attacco diretto alle esperienze come quella del Comune di Napoli, per fermarla in quel caso, e per evitare il suo proliferare sul territorio nazionale". [Adnkronos/Ign]

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19 gennaio 2012
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