Il fuoco di Canneto di Caronia...
Continuano i misteriosi incendi nella piccola frazione costiera del Messinese, continuano le ipotesi bizzarre sulle cause
Paura, disperazione e senso di abbandono. Le persone rimaste a Canneto di Caronia, piccola frazione costiera del Messinese non ce la fanno più. Inascoltati e forse da molti ancora non creduti, guardati con sospetto, convivono con il timore degli incendi mitseriosi, incendi che hanno distrutto appartamenti interi e che si verificano improvvisamente senza che una ragione plausibile sia ancora venuta fuori.
Tra gli ultimi episodi quello avvenuto quattro giorni fa: le fiamme sono tornate in casa di Nino Pezzino, presidente del comitato che rappresenta le vittime del mistero di Canneto.
Calogero Beringheli, primo cittadino della piccola comunità, è derminato a scoprire una volta e per tutte quale sia la causa che da troppo tempo affligge e mette in pericolo la sua comunità. Ieri ha conferito con il capo della Protezione civile regionale, poi è andato a parlare con il prefetto di Messina.
Per riportare Canneto sulle prime pagine, Beringheli nei giorni scorsi ha rivelato alcune informazioni contenute nella relazione dei tecnici che negli anni passati studiarono Canneto senza comunque giungere ad alcuna conclusione. Fra le ipotesi fatte c’era anche quella della sperimentazione di armi. Ma tale ipotesi avrebbe richiesto provvedimenti eccezionali e, in piena sincerità, Il tasso di attendibilità appare modesto - come quello di una presenza aliena a Canneto - perché gli esperimenti militari non possono essere effettuati in territorio italiano senza il consenso del Ministero della Difesa. E siccome gli eventi misteriosi risalgono ad una decina di anni or sono, è assai improbabile che gli esperimenti siano proseguiti con il conseguente allarme per la popolazione.
Per il sindaco di Caronia però, mantenere sotto i riflettori dei media la piccola frazione è l’unica maniera di sperare nell’arrivo di qualche aiuto concreto. Beringheli ha cercato invano di ottenere il distaccamento dei vigili del fuoco a Canneto, ma il suo pressing sulle autorità competenti non ha avuto successo: il distaccamento costa troppo e non ci sono soldi. Se vogliono che arrivi, deve essere il comune a tirare fuori le risorse necessarie. Cosa che, naturalmente, non è possibile, perché Caronia, come ogni altro comune siciliano, non ha le risorse richieste.
Insomma, per il sindaco di Caronia è importante, a questo punto, tentare in tutti i modi di tenere alta l’attenzione in quel luogo e trovare la risposta ai problemi della sua comunità.
Pur comprendendo le difficoltà del primo cittadino, sicuramente sarebbe il caso di impegnarsi in una ricerca più concreta e batter con insistenza la strada che attribuirebbe gli incendi alle onde elettromagnetiche, la cui origine può essere "scoperta" con una indagine accurata.
Attirare l’attenzione su Canneto è importante, ma ancora più importante è attirare le giuste attenzioni, onde evitare che si divulghino notizie ed ipotesi strampalate. Tra le ultime ipotesi a dir poco bizzarra quella della scoperta fatta dal Prof. Vincent Smiths, fisico e studioso di elettromagnetismo dell’Università di Bristol, convinto di aver trovato la soluzione al misterioso problema: "Ho scoperto, dopo mesi di osservazione, che le cause erano normalissimi cortocircuiti, ma le mie conclusioni mi facevano escludere errori o disattenzioni dei tecnici nella messa in opera dei contatori o guasti negli elettrodomestici. Ho prelevato molti reperti carbonizzati e, con grande stupore, mi sono imbattuto in una sostanza organica bruciata presente in tutti i manufatti che avevano preso fuoco. Analizzando la sostanza al microscopio ho verificato che si trattasse del residuo organico (bava) di un insetto che, dalle verifiche del DNA è stato identificato come mantide religiosa denominata anche mantide europea, una specie molto comune in Italia. L’insetto in questione ha subito una piccola metamorfosi nelle aree interessate; infatti la sua epidermide è divenuta maculata con parti di rame (come delle croste). Molti esemplari rinvenuti nella zona hanno assunto un colore molto simile al metallo in questione, probabilmente per una forma di mimetizzazione. Con i miei colleghi siamo riusciti a conoscere anche il luogo di provenienza, si tratta di un piccolo giacimento di carbosilicato di rame che si trova a soli 15 km dal comune di Caronia." Ecco, secondo lo studio di Smiths, la femmina di questa particolare mantide mutata, predilige zone ricche di rame per nidificare e in alcuni casi, lei stessa, toccando con le sue zampe i manufatti crea i due contatti e, generando un arco voltaico, inevitabilmente fa sviluppare il cortocircuito...
- La causa degli incendi a Canneto di Caronia... (Guidasicilia.it, 31/08/14)