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Il Giorno della Memoria

Il 27 gennaio del '45 l'Armata rossa entrava ad Auschwitz e liberava i sopravvissuti allo sterminio nazista

27 gennaio 2006

Vedrai che è bello vivere

Chi s'aggrappa al nido
non sa che cos'è il mondo,
non sa quello che tutti gli uccelli sanno
e non sa perché voglia cantare
il creato e la sua bellezza.

Quando all'alba il raggio del sole
illumina la terra
e l'erba scintilla di perle dorate,
quando l'aurora scompare
e i merli fischiano tra le siepi,
allora capisco come è bello vivere.

Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:
anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
vedrai che è bello vivere.

- Poesia di un anonimo ragazzo morto a Terezin -

Nel cancello per entrare ad Auschwitz c'è questa scritta: ''DIE ARBAIET MACHT FREI'', il lavoro rende liberi.
Da Auschwitz nessun sarebbe dovuto uscire vivo.
I nazisti avevano deciso che ad Auschwitz, come a Mathausen, come a Natzweiler Struthof o a Dachau, si sarebbe dovuta attuare la ''soluzione finale'', ossia eliminare dalla faccia dell'Europa tutti gli ebrei esistenti. Tutti.

''Vi ricorderete ancora della seduta al Reichstang in cui io affermai: qualora l'ebraismo si illude di poter provocare una guerra mondiale per annientare le razze europee, il risultato non sarà l'annientamento delle razze europee, bensì l'annientamento dell'ebraismo in Europa. Voi mi avete sempre deriso per queste mie profezie. Ma di quelli che allora ridevano, oggi moltissimi non ridono più. Coloro che oggi ridono ancora, forse tra qualche tempo non rideranno più. Questa ondata si propagherà dall'Europa a tutto il Mondo. Dell'ebraismo internazionale verrà riconosciuto tutto il demoniaco pericolo. Vi provvederemo noi nazionalsocialisti!''
Adolf Hitler - Berlino, discorso dell'8 novembre 1942


Il 27 gennaio del 1945 l'Armata Rossa entrava ad Auschwitz e liberava i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista.
Le truppe sovietiche entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità.
Quel giorno i superstiti furono resi liberi e la memoria diventò l'avvertimento più grande affinché ciò non potesse mai più accadere

RICORDARE è un dovere. Bisogna non arrendersi all'oblìo. Bisogna non pensare che cancellare dalla memoria gli orrori del nazismo ripulirebbe la coscienza, al contrario bisogna ribellarsi al potere anestetizzante del tempo che passa.
E' di enorme importanza RICORDARE che solo ad Auschwitz, tra il 1942 e il 1945 trovarono la morte circa un milione e mezzo di esseri umani, uomini, donne, bambini, per la maggior parte ebrei ma anche zingari, omosessuali e oppositori politici.
Dobbiamo RICORDARE affinché quella ''banalità del male'', descritta da Hannah Arendt, non trovi alloggio nel nostro animo.

Ancora una volta (per la sesta volta da quando è stato istituito per legge) l'Italia intera ricorderà celebrando con manifestazioni, mostre, letture, il Giorno della Memoria, il Giorno della Shoah.
Shoah, in ebraico, significa distruzione, un termine che negli anni è stato preferito a Olocausto (utilizzato per primo, poco dopo la fine della guerra, da Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace, autore di libri come "La notte" e grande testimone dell'immane tragedia).
Shoah indica il genocidio di un popolo: sei milioni di ebrei, tra i quali un milione e mezzo i bambini trucidati dai nazisti solo perché... ebrei.
Una catastrofe che l'Europa e il Mondo intero devono RICORDARE perché "non accada mai più".

E oggi la MEMORIA deve essere ancora di più la struttura portante dell'avvenire della gente. Oggi che nel Medioriente, martoriato da troppo tempo da conflitti fratricidi, al potere stanno partiti che vorrebbero la distruzione dello stato di Israele, la MEMORIA deve innalzare la STORIA sopra il pulpito più alto, e da li guardare l'Uomo, e il suo sguardo deve, ancora una volta, e sempre servire da insegnamento e da monito.

''Un ritratto di Paul Klee si intitola Angelus Novus: raffigura un angelo con gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. E' l'angelo della storia: nelle sue ali è impigliata una tempesta che lo spinge inesorabilmente verso il futuro, cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine del passato sale dinnanzi a lui verso il cielo. Ciò che chiamiamo progresso è questa tempesta''

- Walter Benjamin -        


Siti per ''non dimenticare''
- shoah net
- www.shoah.it
- www.deportati.it
-
www.olokaustos.org
- L'alfabeto di Auschwitz
- Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
- Il Giorno della Memoria - Eventi in Sicilia




 





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27 gennaio 2006
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