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Il Giorno della Memoria

Bisogna RICORDARE di quali barbarie l'Uomo è capace, e con la MEMORIA formare la vita avvenire

26 gennaio 2008

«Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. / Mai dimenticherò quel fumo. / Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. / Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. / Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. / Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. / Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.»
Tratto da "La notte" di Elie Wiesel. Wiesel fu rinchiuso ad Auschwitz all'età di 16 anni.

''Arbeit macht frei'', ''Il lavoro rende liberi''. Bisogna non dimenticare questa scritta, che non è articolo di una Costituzione fondata su due principi di assoluta importanza per l'Uomo, il lavoro e la libertà - principi fondamentali sia per l'uomo che rivolge il suo sguardo all'Onnipotente, sia per quello che guarda i suoi simili con fiducia e che nella Terra in cui cammina ripone tutto il proprio essere -. La cinica scritta si trovava (e si trova tuttora) sopra il cancello di ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, costruito dai nazisti nei pressi della cittadina polacca di Oswiecim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia.

Non bisogna dimenticare la Shoah degli ebrei, degli omosessuali, degli zingari, degli oppositori politici e di tutti quelli che il nazismo non riconosceva degni di vita. Non bisogna dimenticare che in un periodo, non tanto lontano della nostra Storia, un esercito di uomini, una nazione di uomini, una civiltà (se questo termine possiamo consentirci di usare) di uomini, decise accettò, appoggiò, finanche lodò la sistematica distruzione di milioni di vite umane nel nome della delirante volontà di un essere che si autoproclamò imperatore di un malefico regno.
Bisogna RICORDARE affinché tutto ciò non avvenga mai più.

''Arbeit macht frei'' leggeva chi era stato dichiarato abile al lavoro e veniva condotto ad Auschwitz. Prigionieri, centinaia di migliaia di uomini e donne, perché di razza inferiore. Varcato quel cancello, perdevano tutto, i loro vestiti, i loro più intimi e cari oggetti, la loro identità. Diventavano un numero tatuato sul braccio sinistro e un triagolo colorato cucito sulla casacca (un triangolo rosso per i prigionieri politici, una stella a sei punte di colore giallo per gli ebrei, un triangolo verde per i criminali comuni, uno nero per gli ''asociali''; e poi un triangolo di colore viola identificava i religiosi e gli studiosi delle sacre scritture, e uno di colore rosa per i prigionieri omosessuali).
Poi tutti verso la Endlösung der Judenfrage, la ''Soluzione Finale''. Tutti verso un unico destino di morte...
Non bisogna dimenticare che l'Uomo è stato capace di mettere in atto una tale inenarrabile mostruosità. Bisogna tener presente che ancora oggi potenti di questo mondo sarebbero capaci di riproporla. Bisogna RICORDARE di quali barbarie l'Uomo è capace, e con la MEMORIA formare la vita avvenire. Migliore, se mai vorremmo veramente che questa così diventi.
 
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri / nelle vostre tiepide case, / voi che trovate tornando a sera / il cibo caldo e visi amici: / Considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / che lotta per mezzo pane / che muore per un si o per un no. / Considerate se questa è una donna, / senza capelli e senza nome / senza più forza di ricordare / vuoti gli occhi e freddo il grembo / come una rana d'inverno. / Meditate che questo è stato: / vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore / stando in casa andando per via, / coricandovi, alzandovi. / Ripetetele ai vostri figli. / O vi si sfaccia la casa, / la malattia vi impedisca, / i vostri nati torcano il viso da voi. [Primo Levi]

Non dimenticheremo mai la Shoah e gli orrori dell'antisemitismo così come l'epopea dei Giusti
"Noi non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo mai la Shoah. Non dimentichiamo gli orrori dell'antisemitismo, che è ancora presente in alcune dottrine e va contrastato qualunque forma assuma. Non dimentichiamo e non dimenticheremo neppure i Giusti d'Italia, che, come in tante altre nazioni dell'Europa devastata dalla guerra e dall'odio, si prodigaropno per salvare gli ebrei dalle persecuzioni, a testimonianza del fatto che l'ideale antico dell'Amore del Prossimo e dello Straniero che vive tra noi, neppure allora era spento"
.
Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia di celebrazione del "Giorno della Memoria", istituito con la legge n.211 del 20 luglio 2000, che si è svolta la scorsa mattina al Palazzo del Quirinale, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Il Capo dello Stato ha voluto dare quest'anno un particolare rilievo all'epopea dei Giusti. Giorgio Napolitano ha reso omaggio a "coloro che, in quegli anni bui, non si lasciarono corrompere dalle ideologie di odio allora dominanti", a "coloro che salvarono anche le nostre coscienze, che furono i pionieri e primi costruttori del mondo di pace". Nella "formazione storica e morale" dei giovani, ha ribadito dunque il presidente della Repubblica, "è bene che si affianchi alla memoria di quell'immenso stuolo di ebrei di tutta Europa che furono vittime della Shoah, anche il ricordo dei Giusti: di coloro, e non furono pochi, che si sforzarono di salvare almeno alcuni tra loro".

- ''L'Omocausto dimenticato'' di Piero Montana

- Il Giorno della Memoria - Ucei
-
www.shoah.it
- www.deportati.it
- www.olokaustos.org
- L'alfabeto di Auschwitz

 

 

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26 gennaio 2008
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