Il giorno di Denise slitta a domani
Si attende la sentenza dei giudici del Tribunale di marsala, da ieri in Camera di consiglio
AGGIORNAMENTO - Slitta a domani, giovedì 27 giugno, la sentenza sul caso Pipitone. Gli avvocati impegnati nel processo a Jessica Pulizzi, 26 anni, accusata di concorso nel sequestro della sorellastra Denise Pipitone, hanno reso noto che la cancelleria del tribunale ha detto che i giudici usciranno dalla camera di consiglio domani mattina, dalle 9. Ieri, martedì 25 giugno, dopo le repliche delle parti i giudici si sono ritirati per deliberare.
Imputata per concorso in sequestro di minorenne è Jessica Pulizzi, sorellastra per parte di padre della bimba e il suo ex fidanzato, Gaspare Galeb, accusato di false dichiarazioni al pm.
Si aspetta. Potrebbe essere questione di poche ore. Si aspetta che i giudici del Tribunale di Marsala escano dalla Camera di Consiglio ed emettano la sentenza per il processo sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bambina di quattro anni sparita nel nulla da Mazara del Vallo, nel Trapanese, il primo settembre del 2004.
Ieri, dopo le repliche delle parti, i giudici si sono ritirati in Camera di Consiglio.
Quindi, si aspetta. Potrebbe essere questione di poche ore.
Alla sbarra ci sono Jessica Pulizzi, la sorellastra per parte di padre della piccola, accusata di concorso in sequestro persona, e l’ex fidanzato Gaspare Ghaleb, che deve rispondere di false dichiarazioni al pm.
Lo scorso 17 giugno i pubblici ministeri, al termine della loro requisitoria, hanno chiesto per Jessica la condanna a 15 anni di carcere, la massima pena prevista dal codice per il sequerstro di un minorenne, e per Ghaleb 5 anni e mezzo di reclusione. Secondo i pm la sorellastra di Denise è "colpevole senza alcun dubbio" e contro di lei ci sono "indizi chiari, univoci e convergenti", anche se "non può aver agito da sola".
Una tesi fortemente contrastata dagli avvocati Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre, legali di Jessica Pulizzi, che hanno chiesto l’assoluzione della loro assistita "per non aver commesso il fatto". Secondo i due legali la sorellastra di Denise è stata indicata come "un mostro e processata fuori delle aule del Tribunale sulla base di informazioni che non trovano riscontro".
Il processo, che ha portato alla luce il presunto movente (la gelosia per quella bambina che il padre aveva avuto da una relazione, allora ancora nascosta, con Piera Maggio), le bugie e le incongruenze nell'alibi di Jessica, non è riuscito però a fare chiarezza su che fine abbia fatto la bambina. Tutte le piste battute in questi anni non sono approdate a nulla.
Ieri mattina, nel corso della replica, l'avvocato di parte civile Vito Perricone, legale di Pietro Pulizzi, padre sia di Denise sia di Jessica, ha affermato: "Pietro Pulizzi e Piera Maggio hanno la speranza che in questo processo non esca colpevole la loro figlia, Denise Pipitone. Perché altrimenti questa bambina avrebbe avuto una sola colpa che è quella di nascere".
"Avremmo potuto chiedere, come parte civile, un risarcimento danni di un euro come anche di un miliardo di euro" ha detto a conclusione della sua arringa Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, madre di Denise, ma "questa difesa non vuole soldi da Jessica Pulizzi, vogliamo Denise".
[Informazioni tratte da SiciliaInformazioni.com, Repubblica/Palermo.it]
- Ecco chi fece sparire la piccola Denise (Guidasicilia.it, 18/06/13)
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