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Il governo non accetta critiche in materia di immigrazione...

''Le nostre politiche in materie di immigrazione sono assolutamente ineccepibili''

23 settembre 2009

"Qualsiasi riserva di carattere generale o specifico" sulle politiche italiane in materia di immigrazione "è del tutto infondata e non supportata dalla normativa internazionale di riferimento". Così il sottosegretario all'Interno Francesco Nitto Palma ha risposto all'Alto commissario Onu per i rifugiati che aveva parlato di condizioni di detenzione terrificanti per gli immigrati in Libia (LEGGI).
Il sottosegretario Palma ha sottolineato poi che, in occasione degli otto 'respingimenti' che hanno riguardato 757 immigrati, l'Italia "ha agito nel pieno rispetto del protocollo sulla criminalità organizzata firmato a Palermo nel 2000'' ed ''è stata perfettamente in linea con la convenzione di New York che consente allo Stato di riconsegnare la nave al Paese di Partenza che ne faccia richiesta'', agendo secondo "l'accordo di amicizia Italia-Libia".
Palma, intervenuto ieri al Cnel alla presentazione del Rapporto Ocse-Censis 'International Migration Outook', ha precisato che nessuno dei 757 immigrati respinti "ha richiesto la protezione internazionale. Nessuna giustificazione - ha osservato - deve essere fornita da chi ha operato nel pieno rispetto della normativa interna e internazionale". In poco più di due anni, tra il gennaio del 2007 e l'aprile del 2009, sono stati 653 i soccorsi in acque internazionali curati dall'Italia "in zone spettanti ad altre autorità nazionali".
Nel corso di queste operzioni sono stati salvati in tutto 41.172 immigrati, "condotti in Italia, curati, medicati e alloggiati nei centri di permanenza per un costo complessivo di 77 milioni di euro. Il che - ha concluso Palma - sul piano dei patti non consente a nessuno di muovere critiche circa la percorrenza del nostro Paese sui principi di solidarietà".

Intanto dalla Procura di Agrigento... - "La scelta legislativa ha comportato la criminalizzazione di una condizione che fino all'entrata in vigore della norma era di competenza esclusiva dell'autorità amministrativa". Lo afferma la Procura di Agrigento nella richiesta con cui chiede la trasmissione degli atti di un processo per immigrazione clandestina alla Corte costituzionale sollevando la legittimità della norma introdotta con il cosiddetto pacchetto sicurezza approvato quest'anno. L'atto è stato depositato dal procuratore capo Renato Di Natale, dall'aggiunto Ignazio Fonzo, e dal vice procuratore onorario Francesco Battaglia, al processo a carico di 21 migranti sbarcati nella Sicilia meridionale che si celebra davanti al giudice di pace di Agrigento.
La Procura ha chiesto la sospensione del procedimento e la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale. Il giudice si è riservato di decidere. Nel documento si sottolinea che "il mancato rispetto delle norme sull'ingresso o sulla permanenza nel territorio dello Stato non può essere di per sé quale indice di pericolosità sociale" e che "la norma impugnata viola i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità". I pm contestano il presunto "mancato rispetto degli obblighi internazionali assunti dall'Italia in materia di migranti", come il Protocollo dell'Onu sottoscritto a Palermo nel dicembre del 2000 ."Si ritiene che la norma impugnata - conclude la richiesta della Procura di Agrigento - comportando l'incriminazione di persone che si trovano in una condizione in relazione alla quale si è assunto l'impegno di assisterle e proteggerle versi in una contraddizione" vistosa e insanabile.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it]

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23 settembre 2009
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