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Il governo riparte dalla Giustizia

Processo breve e legittimo impedimento: Berlusconi ritorna a Roma e riprende da ciò che lui chiama 'leggi ad libertatem'

12 gennaio 2010

La maggioranza prosegue il suo lavoro per preparare una riforma complessiva della giustizia e nel frattempo proseguirà l'iter parlamentare dei provvedimenti sul cosiddetto processo breve e sul legittimo impedimento.
Questo l'annuncio fatto ieri dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, al termine del vertice nella residenza romana del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rientrato a Roma dopo l'aggressione subita a Milano il 13 dicembre.
"Abbiamo deciso - ha spiegato il Guardasigilli - di andare avanti sulla riforma della giustizia: partiranno immediatamente degli incontri all'interno della coalizione per definire la riforma costituzionale della giustizia, la grande riforma della giustizia da sottoporre al dibattito parlamentare. Nel frattempo andranno avanti i lavori dei disegni di legge che sono già stati calendarizzati e che sono all'ordine del giorno: mi riferisco al progetto per assicurare tempi certi ai cittadini quando si trovano impelagati nella mani della giustizia e al cosiddetto legittimo impedimento che per noi nient'altro è che il diritto a governare di chi ha vinto le elezioni". "Noi - ha puntualizzato Alfano - non le consideriamo affatto delle leggi ad personam, consideriamo il legittimo impedimento come una legge che assicura il diritto a governare, mentre il disegno di legge che assicura tempi certi per la soluzione delle controversie in tribunale è un disegno di legge che l'Europa ci chiede e che è un diritto sacrosanto dei cittadini riconosciuto anche dall'opposizione".
Il premier Silvio Berlusconi, nell'incontro di palazzo Grazioli, si è detto disponibile al confronto sulle riforme con l'opposizione purché il centrosinistra la smetta di parlare ogni volta di legge ad personam ("sono leggi ad libertatem", ha detto incontrando i giornalisti al suo arrivo). E come apertura alla sinistra, emersa nel corso del vertice romano, il senatore Giuseppe Valentino presenterà un emendamento che accoglie le obiezioni dell'opposizione in commissione sul testo relativo alla durata dei processi.

"Noi - ha concluso il ministro Alfano riferendosi alla riforma complessiva della giustizia - lavoreremo su un testo da sottoporre al dibattito parlamentare. E la riflessione politica sarà affidata al Parlamento".
A precisare i tempi il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Donato Bruno: "Il governo presenterà entro un mese un provvedimento con la riforma complessiva della giustizia". "Questo provvedimento - ha assicurato - prevede il riordino del Csm e la separazione delle carriere".

Il presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati, Luca Palamara, ha chiesto ed auspicato che la riforma "sia nell'interesse dei cittadini, non quelle che hanno caratteristiche politiche".

Dubbi e critiche sull'effettiva operatività del sistema pensato dal Governo. A sollevarli è la Sesta Commissione del Consiglio superiore della magistratura, nel parere redatto sul decreto legge del Governo per colmare i vuoti di organico nelle sedi disagiate, soprattutto al Sud. Parere che ieri pomeriggio è stato sottoposto alla discussione e al voto del plenum di Palazzo dei Marescialli.
Il parere evidenzia "l'irragionevolezza di un provvedimento urgente non inserito in un piano complessivo di interventi strutturali in grado di far fronte alle esigenze di funzionalità ed efficienza degli uffici giudiziari, come la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e il ripensamento delle piante organiche degli uffici".
Il dl prevede che fino alla fine del 2014 il Csm possa procedere a trasferimenti d'ufficio per colmare i circa 150 posti vacanti in 80 sedi giudiziarie, soprattutto in Calabria, Sicilia e Sardegna. Ma la sesta commissione osserva che il legislatore "si limita ad interventi provvisori, utilizzando un meccanismo, il trasferimento d'ufficio, in sé problematico, senza precisare nel contempo, perché nel 2014, la situazione degli organici degli uffici requirenti dovrebbe essere diversa da quella disastrosa odierna".
Nel mettere in luce il fatto che il dl prevede la possibilità di trasferire magistrati prescindendo totalmente dal consenso o dalla disponibilità degli interessati, i consiglieri ricordano che la crisi è la conseguenza di "alcune riforme ordinamentali": come il divieto di destinare i magistrati di prima nomina alle funzioni requirenti o i limiti al passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa.
"Emergenze strutturali" che, si spiega, non possono essere affrontate in maniera adeguata con "misure straordinarie una tantum, occorrendo un intervento più ponderato che agisca sul vigente sistema ordinamentale, per rimuovere le cause che hanno prodotto i drammatici livelli di scopertura negli organici degli uffici requirenti". Si riconosce che "il legislatore è consapevole delle allarmanti scoperture di organico", ma, "il significativo potenziamento del trasferimento di ufficio impone di verificare la compatibilità con le garanzie costituzionali di inamovibilità riconosciute alla magistratura".
Inoltre, si legge, ''si prevede il trasferimento coattivo alle funzioni requirenti, in contesti ambientali problematici, di magistrati che potrebbero non aver mai esercitato funzioni requirenti ne', tantomeno, aver avuto la possibilita' di maturare esperienze significative nel settore penale''.
Infine, dietro la norma che definisce i criteri territoriali del trasferimento legati ai distretti e alle regioni limitrofe, c'è un "carico di ingiustizia": distretti con le sedi disagiate, "in un perverso giro di valzer - si rileva - invieranno magistrati in altri distretti disagiati e riceveranno a loro volta magistrati da altri distretti disagiati, neutralizzando gli effetti del trasferimento".

Dopo la decisione del plenum del Csm in merito al parere relativo al decreto legge, attualmente all'esame del Parlamento, ci sarà un plenum con il ministro della Giustizia Angelino Alfano, a data ancora da definire. Ciò, ha fatto notare il vicepresidente Nicola Mancino qualche giorno fa, "faciliterà il proposito espresso dal Csm di offrire al Guardasigilli un contributo obiettivo e propositivo su questioni essenziali per la migliore organizzazione degli uffici giudiziari".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing]

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12 gennaio 2010
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