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IL GRANDE CALDO

Da oggi attivo il numero verde 1500 del ministero della Salute. Per il Codacons, però, il ministero ha preparato un'ordinanza fallimentare

09 luglio 2011

E' già attivo il numero di pubblica utilità 1500 che fornirà consigli sulle misure di prevenzione da adottare per evitare gli 'effetti collaterali' del caldo di queste giornate da 'bollino rosso', e informazioni sui servizi attivati da Regioni e Comuni.
L'annuncio è stato dato con una nota del ministero della Salute che ha voluto così preparare la popolazione ad affrontare i picchi sulla colonnina di mercurio che si dovrebbero registrare nei prossimi giorni.
Sul sito www.salute.gov.it, spiegano dal ministero, sono riportate tutte le iniziative attivate, e tutte le forze sono spiegate in attesa delle ondate di calore della stagione estiva. "In relazione alle condizioni climatiche caratterizzate da temperature molto elevate su gran parte del territorio nazionale, che nei prossimi giorni potrebbero subire ulteriori incrementi - si legge nella nota - il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha potenziato le iniziative di prevenzione e informazione alla popolazione attivando, a partire sabato 9 luglio, il numero verde 1500".
Il call center risponderà dalle 8 alle 18 di tutti i giorni (compresi il sabato e la domenica). A dispensare informazioni e consigli "personale appositamente formato", assicurano dal dicastero della Salute. Gli operatori indicheranno le misure di prevenzione da adottare, spiegheranno cosa fare in caso si verifichino problemi dovuti al caldo e indicheranno tutti i servizi attivati da Regioni e Comuni. "L'attivazione del numero 1500 - prosegue il ministero - è solo l'ultima delle iniziative assunte per far fronte al problema delle alte temperature. Come già annunciato nei giorni scorsi è partita una capillare campagna informativa, realizzata in collaborazione con il Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie, rivolta in particolare agli anziani o a coloro che se ne prendono cura, vale a dire ai medici di famiglia ed alle badanti".

Dal ministero della Salute, inoltre, sono stati dispensate le 12 regole d'oro per scongiurare tutti i rischi delle temperature 'hot'. Il ministero in un vademecum ha riassunto una lista di "semplici e utili precauzioni" da adottare nei giorni da bollino rosso e in generare in estate per "scongiurare il rischio di colpi di calore, o di altri malesseri collegati al caldo eccessivo".
In questi giorni, in vista delle ondate di calore attese, i medici avranno a disposizione vademecum e opuscoli per preparare i loro assistiti all'impatto con l'afa.
Ecco di seguito le dodici regole per affrontare la canicola estiva "con intelligenza", sottolinea il ministero in una nota:
1. Non di uscire di casa nelle ore più calde (dalle 11 alle 18).
2. Bere almeno due litri d'acqua al giorno (anche quando non se ne avverte il bisogno), salvo diversa prescrizione del medico curante.
3. Consumare pasti leggeri e frazionati durante l'arco della giornata e, in particolare, mangiare quotidianamente frutta e verdura fresche. Fare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti deperibili.
4. Evitare di bere alcolici e limitare l'uso di bevande contenenti caffeina.
5. Limitare l'attività fisica intensa soprattutto nelle ore più calde.
Il vademecum del ministero entra nel dettaglio con consigli sull'abbigliamento e sul raffrescamento della casa, senza dimenticare il rispetto per l'ambiente:
6. Indossare indumenti leggeri, non aderenti, di fibre naturali, di colore chiaro; proteggere la testa dal sole diretto con un cappello e gli occhi con occhiali da sole.
7. Durante le ore del giorno schermare le finestre esposte al sole diretto mediante tende oppure oscuranti esterni regolabili come, ad esempio, persiane o veneziane.
8. Mantenere chiuse le finestre durante il giorno e aprirle di sera quando l'aria esterna è più fresca.
9. Se necessario, abbassare la temperatura corporea con bagni e docce evitando però di utilizzare acqua troppo fredda e di bagnarsi subito dopo il rientro da ambienti molto caldi, perché è potenzialmente pericoloso per la salute.
10. Se necessario, rinfrescare gli ambienti in cui si soggiorna con ventilatori o condizionatori, seguendo alcune regole. Non posizionare il ventilatore troppo vicino alla persona e non utilizzarlo in caso di temperature superiori ai 32 gradi e in ogni caso bere molta acqua per evitare il rischio di disidratazione. Se si usano i climatizzatori evitare di regolare la temperatura interna a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. La temperatura dell'ambiente domestico per il benessere fisiologico è 24-26 gradi, indossando abiti leggeri e in assenza di attività fisica intensa. Non accendere il forno e altri elettrodomestici (come scaldabagno o lavatrice) durante l'uso del climatizzatore, per evitare consumi energetici eccessivi.
L'ultima tranche di regole spazia dall'auto ai farmaci:
11. In auto usare tendine parasole; se si entra in una vettura che è rimasta a lungo sotto il sole, per prima cosa aprire gli sportelli per ventilare l’abitacolo e poi iniziare il viaggio con i finestrini aperti o il condizionatore acceso per abbassare la temperatura interna; evitare di lasciare anche per poco tempo persone o animali nell’auto chiusa in sosta, perché la temperatura all’interno dell’abitacolo si innalza rapidamente anche se la temperatura esterna non è particolarmente elevata e può causare anche un colpo di calore, specialmente nei bambini piccoli.
12. Prestare particolare attenzione alla corretta conservazione domestica dei farmaci: leggere attentamente le modalità di conservazione riportate sulle confezioni; conservarli lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta; durante la stagione estiva riporre in frigo i farmaci che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30 gradi; ricordare che luce, aria, umidità e sbalzi di temperatura possono deteriorare il prodotto prima del previsto. In caso di dubbio, consultare sempre il proprio farmacista.

Nella nota anche un appello alla vigilanza sulle persone più fragili: "Il ministero invita a prestare sempre molta attenzione alle persone più vulnerabili che vivono in casa come bambini molto piccoli, anziani con malattie croniche, persone non autosufficienti e di prendersi cura dei vicini di casa anziani che vivono da soli. In caso di bisogno la prima persona da consultare è il proprio medico di famiglia o la guardia medica. Nei casi di emergenza chiamare prontamente il 118".

Secondo il Codacons, però, l'Ordinanza del ministero è un fallimento. Siccome le prime ondate di calore sono quelle che determinano un maggiore impatto sulla mortalità, non essendosi l'organismo ancora adattato al clima estivo, Francesco Tanasi Segretario Nazionale Codacons lancia l'allarme anziani e denuncia come l'ordinanza del 14 aprile 2011 del Ministro della Salute Fazio sia un fallimento.
Ecco i punti dolenti dell'ordinanza:
Anagrafi della fragilità: a parte il fatto che molte amministrazioni comunali non le hanno ancora fatte, si tratta di uno sterile e matematico elenco della popolazione di età pari o superiore ad anni sessantacinque, un elenco generico e spropositato che non serve a nulla. Gli elenchi dovrebbero essere fatti dai medici di base, limitandosi agli anziani effettivamente a rischio, ad esempio a seconda delle loro patologie.
Si parla della necessità "di valutare continuamente gli effetti delle ondate di calore sulla salute delle persone più a rischio" e di attivare "validi sistemi di sorveglianza epidemiologica", peccato che nessuno sia nemmeno incaricato di conteggiare quanti anziani muoiono ogni anno per il caldo (ricordiamo che l'unica volta in cui si procedette ad un conteggio, nel 2003, l'Istituto Superiore di Sanità accertò 34.071 anziani morti).
Le aziende unità sanitarie locali, dovrebbero intraprendere, "in collaborazione con la Protezione civile ogni opportuna iniziativa volta a prevenire e a monitorare danni gravi ed irreversibili a causa delle anomale condizioni climatiche' una espressione generica, insignificante, che consente alle Asl di fare quello che vogliono, OSSIA NULLA!!!!!
Le amministrazioni comunali è previsto che provvedano "anche attraverso servizi di assistenza economica o domiciliare, di telesoccorso, di accompagnamento e di trasporto". Traduzione: dato che non ci sono obblighi, se i comuni hanno già in funzione dei servizi efficienti di assistenza domiciliare li indirizzano verso questi anziani, altrimenti, se, come nella stragrande maggioranza dei casi, non li hanno, non fanno nulla!!!

Ecco i punti dolenti rispetto a quanto NON scritto nell'ordinanza:
Quando si passa dal livello 2 (rischi per la salute delle persone più fragili e anziane) al livello 3 (elevato rischio per la salute della popolazione) nessuno è obbligato a fare niente (ad esempio nessuno è tenuto ad andare a visitare gli anziani più a rischio).
Nessun obbligo da parte dei Comuni e delle Asl di avvisare i medici di famiglia del passaggio dal livello 2 al livello 3
Nessun coinvolgimento a nessun titolo dei medici di base, che nell'ordinanza non sono nemmeno citati.
Ecco come dovrebbero essere coinvolti i medici di famiglia:
Far preparare loro le liste dei pazienti a rischio.
In caso di passaggio al livello 3, visitare i pazienti più a rischio, anche se non chiamati.
Non attaccare le segreterie telefoniche e visitare in giornata anche chi chiama dopo le 10 del mattino.
In caso di ferie dare ai loro sostituti l'elenco dei pazienti a rischio da visitare a domicilio.

 

 

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09 luglio 2011
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