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Il ''grande complotto rosso''

Secondo Berlusconi la sinistra italiana ha ordito un infame manovra internazionale contro di lui

03 giugno 2009

Ebbene sì, secondo Silvio Berlusconi, attuale primo ministro italiano, la sinistra italiana (che tutti sanno in quale situazione pietosa verte) è riuscita ha mettere in piedi un complotto internazionale atto a metterlo in cattiva luce.
Ma prima di descrivere il "chi" e il "come" di questo fatto nostrano, però, vogliamo far vedere quanto accade ai politici esteri quando combinano magagne che, confrontate con quello che combinano gli "On." italiani, veramente sembrano bazzecole...

In Gran Bretagna, come magari avete avuto possibilità di sapere, è scoppiato lo scandalo delle fatture gonfiate da parte di due ministri del governo britannico, uno scandalo che sta coinvolgendo sempre più la compagine di Gordon Brown e che, ormai vicinissimi alle elezioni europee e locali, minacciano di travolgere l'esecutivo laburista.
A quanto riferisce la Bbc, il ministro degli Interni Jacqui Smith sarà una delle prime teste a cadere: sono attese le sue dimissioni nell'ambito del rimpasto che Brown ha in programma per il dopo elezioni. Altri due ministri hanno intanto dovuto scusarsi per "errori" nelle richieste di rimborso spese. Il ministro delle Finanze Alistair Darling, alleato di ferro di Brown e considerato il numero due del governo, si è scusato l'altro ieri sera per le richieste di rimborso legate al suo appartamento a Londra, promettendo di restituire diverse centinaia di sterline. Ieri mattina il ministro dei Trasporti Geoff Hoon ha ammesso di aver "accidentalmente" chiesto rimborsi eccedenti 384 sterline. Sia Darling che Hoon potrebbero essere sostituiti nell'ambito del rimpasto.
La Smith è stata uno dei primi politici a venire coinvolti nella vicenda dei rimborsi gonfiati, prima ancora che una inchiesta dei Daily Telegraph allargasse lo scandalo a diversi parlamentari. Il ministro degli Interni era stata messa sotto accusa per l'addebito allo Stato di un film porno affittato dal marito e per aver indicato la casa della sorella come residenza londinese al fine di ottenere maggiori rimborsi spese.

Ecco, in Gran Bretagna se i politici sbagliano non solo i giornali hanno la possibilità e la responsabilità di far emergere tutto ma è normalissimo che si dimettano.

Ritorniamo ora al presunto "grande complotto rosso" che la sinistra italiana ha ordito insieme alla stampa europea. Nei giorni scorsi il Times ha dedicato un editoriale a Silvio Berlusconi intitolato: "Cala la maschera del clown". Nell'editoriale sostanzialmente si riconosce che "la vita privata di Berlusconi è naturalmente privata" ma "come il presidente Clinton ha imparato a sue spese, scandali ed alti incarichi non vanno d'accordo".
"L'aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è il fatto che sia un pagliaccio sciovinista. Né che vada in giro con donne di oltre 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavori come modelle, assistenti personali o persino, assurdamente, candidature al Parlamento europeo. La cosa più scioccante è il suo totale disprezzo con cui tratta l'opinione pubblica italiana". Questo l'esordio dell'editoriale.
Il premier italiano, aggiunge il quotidiano britannico, che già nei giorni scorsi aveva pubblicato diversi duri articoli sulla vicenda Noemi e le sue implicazioni politiche, "non è il primo o il solo il cui comportamento indegno è inappropriato all'incarico". "Ma quando vengono poste domande legittime riguardo alla relazione al centro dello scandalo ed i giornali gli chiedono di spiegare rapporti che sono, nel migliore dei casi, assai strani, allora cala la maschera del clown. Egli - continua il Times - minaccia questi giornali ed emittenti che controlla, invoca la legge per proteggere la sua 'privacy', diffonde dichiarazioni evasive e contraddittorie e promette in modo melodrammatico di dimettersi in caso si provasse che sta mentendo".
Il Times ha contestato anche la tesi di chi dice che "l'Italia non è l'America - continuando sempre il paragone con il Sexgate di Clinton - che gli standard puritani americani non hanno mai dominato la vita pubblica italiana e che pochi italiani si scandalizzano davanti a donnaioli. Ma questo è solo 'nonsense' condiscendente - scrive ancora - gli italiani capiscono quanto gli americani quello che è o non è accettabile e come gli americani considerano come spregevole un'operazione tesa a mascherare la verità".

E non si è risparmiato il Financial Times che dopo aver definito nei giorni scorsi il premier "un esempio deleterio per tutti" (LEGGI), lancia un nuovo affondo. "L'odore di scandalo distoglie l'attenzione da accuse più serie", sottolinea il quotidiano economico britannico. "Lo stillicidio di rivelazioni piccanti che riguardano Silvio Berlusconi e la sua relazione con giovani belle ragazze ha ravvivato una campagna elettorale altrimenti di routine, con la coalizione di centrodestra del premier italiano che fa la sua parte per continuare a far ardere il fuoco dello scandalo", ha scritto il FT. Che ha sottolineato come la stampa vicina a Berlusconi, concentrandosi sugli ultimi gossip, "abbia utilmente messo in secondo piano le brutte notizie sul secondo anno di recessione economica e sul fallito tentativo di Fiat di acquisire Opel". Non solo. Dopo aver ricordato che la settimana scorsa, mentre la casa automobilistica torinese "combatteva per stringere l'offerta per il braccio europeo di Gm, il governo Berlusconi era impegnato a ottenere un divieto del tribunale e il sequestro di alcune centinaia di foto" sulle feste in Sardegna, il "Financial Times" ha osservato come lo scandalo "abbia anche messo in un angolo le accuse potenzialmente più dannose di corruzione mosse dai giudici di Milano".

In queste prese di posizione britanniche, e in quelle di tanti altri quotidiani tedeschi, spagnoli e francesi Berlusconi ha visto una manovra internazionale nei mass media e persino in alcuni esecutivi concertata, o per lo meno ispirata, dalla sinistra italiana. E indovinate chi è uno dei manovratori? Rupert Murdoch! che si vorrebbe vendicare dopo che nell'ultima Finanziaria il Governo Berlusconi ha decretato l'aumento dell'iva al 20% per la tv satellitare.
"Anche Murdoch fa parte del complotto?" ha chiesto qualcuno al Cavaliere nei giorni scorsi. "Non fatemi parlare di Murdoch. E' meglio se lasciamo stare", ha risposto lui, non affermando nulla e non facendo niente per negare.
Francamente a noi viene da pensare che, se la sinistra italiana avesse così tanta influenza internazionale non sarebbe tanto smarrita e inconcludente come appare agli occhi di tutti, quindi la tesi del “grande complotto rosso” ci sembra una vera e propria assurdità. 

Michael Binyon, vicedirettore del Times, replica a Berlusconi
"NOI ISPIRATI DALLA SINISTRA? RIDICOLO!"

di Enrico Franceschini (Repubblica.it, 2 giugno 2009)

"Noi influenzati dalla sinistra italiana? Un'accusa semplicemente ridicola. Quando vediamo una notizia, noi del Times la riportiamo, tutto qui. E il primo ministro di uno dei maggiori paesi d'Europa che si mette nei guai con le donne, è una notizia".
Michael Binyon è uno dei più autorevoli commentatori del Times, membro della direzione del quotidiano londinese. E' lui a rispondere a Silvio Berlusconi, che nella sua prima reazione al pesante editoriale di ieri del Times, "Il clown cala la maschera", ha detto che i giornali stranieri sono "ispirati dalla sinistra italiana". Non è la prima volta che il premier italiano accusa una testata inglese di essere "di sinistra": aveva dato del comunista perfino all'Economist, settimanale liberal-capitalista, quando lo ritrasse in copertina come "indegno di governare" a causa del conflitto d'interessi e dei suoi processi.
Sostenere che è di sinistra il Times suscita analoga ilarità, a Londra: fondato nel 1875, a lungo il miglior quotidiano del mondo, è sempre stato un bastione del conservatorismo, e lo è rimasto - nonostante la simpatia per Tony Blair - anche dopo essere stato acquistato nel 1981 da Rupert Murdoch, il magnate dei media, proprietario di televisioni e giornali quasi tutti di centrodestra, come la rete tv Fox e il Wall Street Journal negli Usa, il Sun e appunto il Times in Gran Bretagna.

Michael Bynyon, che pensa degli ultimi sviluppi della Berlusconi-story?
"Penso che Repubblica stia facendo un lavoro magnifico. Ed è piuttosto sorprendente, per un osservatore straniero, che vi siano così scarse critiche di Berlusconi, sugli altri media italiani. Naturalmente la ragione è nota: Berlusconi controlla o almeno influenza, direttamente o indirettamente, gran parte dei media italiani, a cominciare dalle tv. Ma è un triste spettacolo, per un giornalista libero, assistere a un tale servilismo verso il potere da parte di altri giornalisti".

Che cosa sarebbe accaduto, secondo lei, se uno scandalo simile fosse scoppiato qui, nel Regno Unito?
"Se si sospettasse che il primo ministro ha una relazione con una 18enne a cui promette dei favori, e sua moglie affermasse che va con minorenni, e il premier in questione fornisse di continuo versioni contraddittorie sull'accaduto, tutti i media nazionali gli starebbero addosso 24 ore su 24. Dovrebbe dimettersi nel giro di settimane".

Berlusconi dice che i vostri editoriali, critici nei suoi confronti, sono ispirati dalla sinistra italiana.
"Un'accusa insensata, ridicola. Sostenere che c'è una cospirazione, dietro i nostri articoli, è infantile. Una cospirazione della sinistra italiana, poi: e come farebbe, la sinistra italiana, a far scrivere quel che vuole al Times di Londra? Noi non scriviamo per fare piaceri a questo o a quello. Scriviamo quando vediamo una notizia. E il premier dei uno dei maggiori paesi d'Europa, membro della Nato, presidente di turno del G8, che si mette nei guai con le donne e poi dice cose chiaramente non vere su com'è andata, è una notizia, la che vedrebbe anche un cieco".

E la sua iniziativa per bloccare la pubblicazione delle 700 fote scattate alla festa nella sua villa in Sardegna?
"Difendere la privacy, in assoluto, è giusto. Ma in questo caso, se Berlusconi volesse mettere a tacere ogni sospetto, direbbe: pubblicatele. Non facendolo, contribuisce a lasciar credere che in quelle foto ci sia qualcosa da nascondere".

Magari gli italiani pensano che mentire su relazioni extraconiugali è lecito.
"Può darsi, ma la menzogna non può cambiare di continuo, dev'essere credibile. E le cose che dice Berlusconi non lo sono. Senza contare che la menzogna di un leader politico, per qualunque ragione, è imperdonabile. Ovunque. Anche in Italia".

- The Clown's Mask Slips (TimesOnline)

 

 

 

 

 

 

 

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03 giugno 2009
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