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Il grosso, grasso uomo contemporaneo occidentale... Sovrappeso e obesità: nuove piaghe sociali de giorni nostri

27 febbraio 2008




















Sovrappreso e obesità
, molto spesso, sono il risultato delle tante cattive abitudini che l'Uomo contemporaneo via via ha contratto col cambiamento dei tempi. Al di la di quanto questi due fenomeni possano incidere negativamente sull'aspetto, il vero problema è l'effetto deleterio che questi hanno sulla salute: sovrappeso e obesità, infatti, aumentano il rischio di malattie croniche come diabete e patologie del cuore. Proprio all'obesità sono attribuiti 52 mila decessi l'anno: si tratta del secondo rischio per la salute dopo il fumo.
Un allarme socio-sanitario a livello internazionale, per quella che è stata definita una vera e propria 'epidemia obesità'. Un'epidemia  in costante aumento in tutti i paesi occidentali ed in Italia, dove oggi, è in sovrappeso un maschio adulto su due, una donna su tre e un bambino su tre.
“L'obesità è in generale aumento in tutta la popolazione facendo registrare un +9% negli ultimi cinque anni. E' una vera epidemia - ha recentemente rilevato Donato Greco, responsabile del Dipartimento prevenzione del Ministero della Salute - e solo il fumo riesce a fare peggio". Si tratta, secondo l'esperto, di "un'emergenza non solo etica e di salute ma anche economica, perché si mette a rischio la stessa sostenibilità del sistema sanitario. Per questo si deve parlare di un'emergenza vera".

Da qui l'impegno del Ministero della Salute nell'azione di contrasto a questo problema pubblico attraverso iniziative come il Programma Guadagnare Salute e il Piano Nazionale della Prevenzione 2005-2007. Il primo prevede l'attuazione di una serie di interventi multisettoriali con il coinvolgimento di vari soggetti, dai ministeri alle associazioni professionali e dei produttori di alimenti. Dagli esperti, dunque, il richiamo alla necessità di politiche a lungo termine e soprattutto di un maggiore stanziamento di fondi per misure di contrasto. Così come si farebbe per contrastare qualunque altra epidemia.

La Sicilia è la terra degli obesi - E se l'Italia ingrassa sempre di più, la Regione dove si registra la maggiore percentuale di persone sovrappeso è la Sicilia. Secondo i dati di un recente studio di osservazione epidemiologica realizzato in Sicilia, tra il 2006 e il 2007, in collaborazione con l'Istituto superiore di Sanità (Studio Passi), nell'isola il 23% degli uomini e il 34% delle donne è obeso contro una media del 18% degli uomini e il 22% delle donne a livello nazionale.
Il 33% della popolazione osservata è risultato soprappeso e il 14% obeso, determinando di fatto che il 47% della popolazione risulta in eccesso ponderale (contro il 44% della media nazionale). Il 48% degli uomini e il 65% delle donne, infine, non svolgono alcuna attività fisica contro la media nazionale del 34% degli uomini e il 46% delle donne.
Per questo il Piano di prevenzione regionale dell'obesità (in particolare infantile), tra le altre cose, ha avviato un' indagine di sorveglianza nutrizionale nelle scuole siciliane curata dal Doe (dipartimento osservatorio epidemiologico) con l'Istituto Superiore di Sanità e i servizi igiene degli alimenti dei dipartimenti di prevenzione dell'assessorato regionale.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso - Per sconfiggere l'“epidemia obesità” in Gran Bretagna, il primo ministro Gordon Brown ha pensato a un “contratto” tra cittadini e Servizio sanitario nazionale che metta per iscritto alcune regole di comportamento. Si tratta di una “costituzione con diritti e responsabilità” in base alla quale i pazienti, per ricevere le cure a carico dello Stato, dovranno partecipare alla prevenzione delle malattie. In pratica, ai fumatori potrebbe essere chiesto di smettere e a chi è in sovrappeso di dimagrire.
Brown ha dunque scritto una missiva ai medici, agli infermieri e ai tecnici di laboratorio del National Health Service per lanciare la nuova sfida riformista: “Dobbiamo organizzare un servizio che sia tanto valido nella prevenzione e nel tenerci sani quanto lo è nel prestare le cure quando ne abbiamo bisogno [...] I cittadini dovranno avere un maggiore controllo della loro salute e la possibilità di scelta”.

La “carta dei diritti e responsabilità collegata all'accesso al servizio sanitario pubblico” ha fatto subito pensare alla prospettiva di sanzioni per i pazienti inadempienti, quelli che scelgono male il loro stile di vita. Già un decimo circa degli ospedali britannici rifiuta di eseguire costose operazioni alle articolazioni di soggetti obesi o interventi di chirurgia ortopedica sui forti fumatori che rischiano complicazioni. Nella regione del North Staffordshire, per esempio, prima di un'operazione di routine, i pazienti devono dimostrare di non aver fumato negli ultimi tre mesi e debbono avere un determinato indice di massa corporea.
Una realtà che può sembrare inusuale e fuori di testa, ma che ha modo di esistere in un luogo dove le pessime abitudini alimentari sono diventate una piaga sociale tanto che di qui a 25 anni la metà dei britannici sarà obesa e l'86% degli uomini sovrappeso, se la tendenza non sarà arrestata.
Secondo il progetto di Brown, dunque, in futuro chi non accetta di mettersi a dieta o di lasciare le sigarette dovrà pagarsi l'assistenza sanitaria?

 

 

 

 

 

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27 febbraio 2008
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