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Il ''legittimo'' dei senzatetto di Librino

I senza casa del quartiere Librino di Catania, ritornano in piazza per protestare contro le promesse non mantenute

12 gennaio 2005

L'assenza di occupazione è sicuramente uno dei problemi maggiori che un uomo può ritrovarsi ad affrontare nel corso della propria vita, ma non è l'unico e non è sicuramente il peggiore. Per un uomo che decide di mettere su famiglia, un problema più dolente può essere quello di ritrovarsi senza un tetto sulla testa. Nessuna dimora per se e per i propri figli.
L'essere senza fissa dimora, lasciare il comodo vivere borghese e diventare un clochard alle volte può essere una scelta, non è certo il caso delle decine di senzatetto di Librino, che nel dicembre scorso hanno occupato gli appartamenti di alcuni stabili disabitati e che da troppo tempo si aspetta vengano assegnati, mentre intere famiglie vivono accampati dentro rifugi instabili o sparpagliati nelle case di parenti o amici.
Se poi andiamo ad osservare da vicino le storie di queste famiglie senza casa, noteremo che la loro problematica situazione è spesso aggravata da circostanze di precarietà lavorativa, disoccupazione  e povertà. Come dire, una circostanza nella quale piove sul bagnato.
Spesso la disperazione da adito alla violenza, a reazioni che non ammettono ragionamenti, perché vivere di stenti, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, e riconoscere l'impossibilità di una speranza, o ancora peggio, l'incapacità della realizzazione di questa, fa sì che una sorta di primordiale istinto di sopravvivenza, prevaricante e prevaricatore, sostituisca qualsiasi possibilità di civile vivere.

Si è senza lavoro, o si lavora alla giornata. Gli affitti sono cari. Vivere in quindici dentro una casa non grande diventa insostenibile; ci sono degli interi palazzoni di nuova costruzioni che nessuno abita e allora scatta l'unica reazioni possibile: si va contro la legittimità per prendersi il legittimo.
Nessuno può mettersi in testa di far comprendere alle persone che a Librino, quartiere alla periferia di Catania, hanno occupato le case, che la loro reazione non è stata quella giusta, perché a persone costrette a vivere in condizioni tanto degradanti non è legittimo parlare di legittimità.
Allora sono stati i tutori della legge ad allontanare, qualora anche con la forza, quelle persone da quelle case abitabili ma disabitate, perché contro la legge.
Tutti assieme allora, hanno quindi deciso di andare a parlare di legittimità pubblicamente. Come un piccolo esercito, i senzatetto di Librino si sono recati davanti il palazzo del Municipio di Catania e là hanno chiesto ad alta voce di cosa è fatta questa legittimità tanto importante, che permette a intere famiglie, a padri disperati e a madri gravide di dormire senza un vero tetto sulla testa.
Gli amministratori di Catania, che si sono detti inconsapevoli di quanto malvivere potesse esistere nella loro bella città, rivolgendosi ai senzatetto di Librino hanno promesso che avrebbero pensato a loro, e che loro nella scale della legittimità sarebbero diventati il punto più alto in assoluto.

Ieri i senzatetto di Librino si sono nuovamente riuniti e hanno organizzato, spontaneamente, una manifestazione di protesta per richiedere la risoluzione dei contratti d'affitto delle case popolari promesse dall'amministrazione comunale, lo scorso dicembre (leggi qui).
Alcuni dei manifestanti hanno incendiato dei copertoni ed alcuni striscioni di carta e stoffa, provocando delle colonne di fumo nero che hanno costretto all'intervento i Vigili del Fuoco. Il traffico è rimasto paralizzato in tutto il centro storico a causa della chiusura forzata di alcune vie limitrofe.
Dopo un ora, l'assessore Marco Forzese, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania, ha ricevuto una delegazione di manifestanti che chiedeva l'assegnazione degli alloggi ed i contributi economici, rivendicando il rispetto degli accordi ed dei contratti di locazione per sessantotto famiglie, a loro dire, depositati e protocollati in assessorato lo scorso 4 gennaio.
Al Comune non risultava invece nessun protocollo se non un solo contratto, giunto pochi minuti prima dell'incontro e relativo solo a contributi economici per 25 famiglie.
Per l'assessore Forzese, quella messa in atto dai manifestanti è stata ''una protesta non aspettata e sicuramente frutto di un malinteso''. Forzese ha ricordato che ''l'amministrazione comunale da tempo ha avviato in una commissione mista l'esame delle condizioni socio economiche dei nuclei familiari, che avevano occupato abusivamente degli alloggi nel quartiere di Librino e la verifica dei requisiti di accesso al buono casa, quale prima risposta ai bisogni rilevati''.
La protesta ha inoltre provocato una sospensione temporanea dell'incontro in corso tra i manifestanti e l'assessorato.

Prima del pomeriggio di oggi, i rappresentanti legali dei manifestanti incontreranno in Prefettura, l'assessore, il sindaco ed il prefetto per raggiungere un accordo sui tempi e sulle modalità di risoluzione della questione, e parlare in piena legittimità del legittimo che appartiene ai senzatetto di Librino.

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12 gennaio 2005
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