Il Liceo Ximenes a Trapani
Il Collegio Massimo dei Gesuiti dove ha studiato anche Antonino Zichichi
"Dopo la spedizione dei Mille la musica cambia - racconta Lo Schiavo - e l'istituto diventa un megafono degli ideali garibaldini. Tra i professori, molti dei quali perseguitati dal regime borbonico, troviamo i preti liberali Vito D'Aleo, Giuseppe Tranchida e Vito Pappalardo, l'avvocato Luigi Corleo, fratello del celebre Simone, Francesco Lanzani ed Ignazio Lampiasi, il medico che aveva guidato l'ambulanza durante la battaglia di Calatafimi".
La cosa più curiosa di quegli anni è la guerra tra i docenti "nordisti" del liceo e quelli locali. Sentimenti antisabaudi da un lato, difficoltà ad adattarsi a un Sud dilaniato dal colera e dal brigantaggio dall'altro lato, innescano una miscela che esplode nel 1867 in modo virulento. Inchieste e controinchieste e alla fine una coesistenza "armata".
Oggi, invece è tutto tranquillo, Il palazzo è splendido. Due cortili all'aperto, chilometri di corridoi e tanto spazio per comode aule, laboratori e sale multimediali, dove 608 studenti vengono super coccolati. Molti dei docenti sono stati qui studenti, come i loro padri. "È la scuola della città - gongola Vincenzo Marrone, preside da tre anni - Se il Garibaldi di Palermo vanta tra i suoi studenti Tomasi di Lampedusa, noi abbiamo avuto Giovanni Gentile, il grande filosofo e ministro della Pubblica istruzione che ha attuato la più importante riforma scolastica italiana".
Di ministri della Pubblica istruzione lo "Ximenes" ne ha maturato un altro, e questo è un record assoluto, Nunzio Nasi, famoso per avere attuato nel 1901 la riforma che abolisce l'esame di fine anno con il 6 in pagella. Il ministro del governo Zanardelli nel 1903 finisce però nella polvere per una tangentopoli di inizio secolo.
Ma sono tanti i personaggi illustri formati in questo istituto. I filosofi innanzitutto: Sebastiano Maturi, Giulio Bonafede, Gaspare Polizzi; gli storici Nicolò Rodolico e Salvatore Costanza. E ancora: Francesco Vivona, latinista insigne, traduttore dell'Eneide, Nicola Badalucco, sceneggiatore della "Piovra", di "Morte a Venezia" e di tanti film di successo, Giuseppe Pagodo, pedagogista, Nicasio Triolo, medico fondatore di un ospedale in Camerun, Eugenio Rubino, ambasciatore, Tonino D'Ali, senatore e attuale sottosegretario agli Interni, Girolamo Fazio, neo sindaco di Trapani, Damiano Ricevuto, direttore generale dell'istruzione classica, Virgilio Titone docente, fiore all'occhiello dell'Ateneo palermitano. E infine, Antonino Zichichi, scienziato di fama mondiale, direttore del centro Ettore Majorana, e uno scavezzacollo Giuseppe Cizio, morto un mese fa, "filosofo degli ignoranti" nelle tivù locali, che negli anni Ottanta fa parlare di sè per un dirottamento aereo tentato come reazione a un'accusa ingiusta di "mafiosità".
Il preside, aiutato da un équipe di docenti, utilizzando i poteri dell'autonomia, ha rivoluzionato il metodo di insegnamento: ha potenziato l'informatica e le lingue chiamando, tramite i consolati, docenti stranieri; ha offerto incarichi a esperti esterni, tecnici informatici, avvocati, giudici e ingegneri; ha aperto i laboratori scientifici; ha consentito ai ragazzi di approntare il loro piano di studi; ha rimontato in modo diverso i tempi didattici. "Qui non si studiano tutte le materie contemporaneamente - dice Massimo Bruno, professore di latino e greco allo "Ximenes" e docente alla scuola di specializzazione per l'insegnamento a Palermo - Ma abbiamo adottato un sistema basato su 4 cicli: nel primo, che dura 3 settimane, si studiano tutte le materie, nel secondo di 14 settimane la metà delle materie, nel terzo, della stessa durata, l'altra metà di materie. E infine nell'ultimo ciclo, anch'esso di tre settimane, di nuovo tutte le materie. Un'ora a settimana durante i due cicli centrali viene però dedicata alle materie escluse".
"I vantaggi sono enormi - dice il preside -. Si evita ai ragazzi lo studio contemporaneo di troppe materie evitando così un'applicazione dispersiva. In questo modo gli studenti cominciano a entrare in una logica universitaria. Con questa organizzazione che si avvale anche dell'esperienza del mio predecessore Giuseppe D'Aleo, abbiamo azzerato l'assenteismo. Ma, cosa più rilevante, si frequenta fino all'ultimo giorno di scuola".
I ragazzi sono felici di questa rivoluzione. La "terza D"(una classe di 23 ragazze e un solo maschio, Paolo Ciaravino, il più invidiato dell'istituto) sta vedendo "La Traviata" al videoregistatore. "Tramite l'opera di Verdi studiamo l'ascesa della borghesia in Italia - dice Antonina De Filippi, vice preside, insegnante di italiano e storia - Siamo sempre proiettati verso le nuove frontiere culturali e l'uso di tutti i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione". "Con la nuova modulazione delle materie - dice la studentessa Oriella Torre - ci troviamo meglio. Ma qui stiamo bene anche per tanti altri motivi: c'è un mix ottimale tra impostazione classica e scientifica e le lingue le impariamo davvero".
Incontriamo tre docenti di madre lingua (francese, spagnolo e tedesco), tutti si dicono felici della loro esperienza. Giriamo per le classi e più di un ragazzo alle domande risponde in una delle lingue studiate. Dario Gentile, "quinto ginnasio C", che già se la cava con l'inglese, ha cominciato a studiare l'arabo, Miriam Barraco parla lo spagnolo in modo fluente, Ilenia Castiglione, in inglese, dice che le piacerebbe trovare lavoro a Trapani, ma che non si tirerebbe indietro se la vita la dovesse condurre altrove. Tutti, studenti e docenti, ostentano l'orgoglio di esserci.
"Era la scuola che sognavo da ragazzo e che non avevo", dice Giuseppe Tranchida, docente di fisica sperimentale a Palermo e consulente per i corsi di scienza allo "Ximenes", in cui è stato alunno.
"Quando ero studente io - ricorda Aldo Lentini, 70 anni, ex docente - a Palermo erano tempi di grandi fermenti e forti ideali. Era l'immediato dopoguerra ed eravamo immersi fino al collo nella politica. Molti docenti, tornati dal confino o dai lager, ci comunicavano una grande voglia di democrazia dopo gli anni bui della dittatura fascista. Marx ed Engels ovviamente erano d'obbligo". "Tra i compagni - continua - ricordo Nino Zichichi, che si maturò nel 1947, un anno dopo di me. Era bravissimo, il professore Sammartano gli metteva sempre 10 in fisica. Era bello nel pomeriggio ritrovarsi tutti quanti nella vicina biblioteca Fardelliana dove potevamo consultare tutti i libri che a casa non avevamo".
"Mi viene in mente un docente curioso - dice Emi Cavallaro, "ximenesiana" doc maturata nel '68, oggi docente al "Garibaldi" di Palermo - Si chiamava Pio D'Aleo, insegnava latino e greco ed era di una cattiveria esagerata. Quando c'erano le versioni veniva con le scarpe da tennis per correre da un punto all'altro della classe per impedire che copiassimo. Allora maschi e femmine eravamo in aule separate; lui con le ricche era benevolo, tanto, diceva, brave o asine, non avrete motivo di lavorare; con noi poveracce era implacabile, ci crocifiggeva". Oggi docenti e studenti a scuola si vogliono bene. Di santa ragione se le danno solo nel campo di calcio, dove, da 14 anni si sfidano ogni sabato pomeriggio. Tra un record e l'altro la vita continua.
Fonte: La Repubblica/Palermo