Il ''limbo politico'' di Israele
Inconcludenti le elezioni israeliane: il partito vinto Kadima ha vinto il Likud per un solo seggio
Tzipi Livni ha vinto di misura le elezioni. Il suo partito, Kadima, ha ottenuto 28 dei 120 seggi della Knesset (il parlamento) mentre la destra del Likud di Benyamin Netanyahu si attesta su 27 deputati. Un solo seggio di differenza dunque decreta la vittoria della formazione di centrodestra.
Terzo partito si conferma la formazione di estrema destra Yisrael Beitenou di Avigdor Lieberman con 15 seggi, seguito dai laburisti di Ehud Barak al loro minimo storico con 13 deputati. Il partito degli ultraortodossi sefarditi, lo Shas, mantiene i suoi 11 seggi, mentre il partito della Torah Unita nel Giudaismo che rappresenta gli ultraortodossi ashkenaziti si attesta a 5 deputati.
Per i partiti arabi, Hadash e Lista Araba Unita ottengono 4 deputati e il Balad 3. Il Meretz, alla sinistra dei laburisti, ottiene 4 seggi. All'estrema destra l'Unione nazionale ha 4 seggi e l'Habayit Hayehudi 3.
L'esito del voto rende complessa la formazione di una coalizione di governo. La consuetudine prevede che l'incarico di primo ministro sia affidato al leader del partito che ottiene la maggioranza, ma solo una manciata di voti separano i due principali partiti e l'insieme del blocco della destra è maggiore di quello del centro sinistra.
"Elezioni inconcludenti hanno trascinato Israele in un limbo politico con Tzipi Livni e Benyamin Netanyahu che cantano vittoria e si accapigliano per formare coalizioni rivali", ha scritto ieri il quotidiano israeliano Haaretz, descrivendo la difficile situazione che si è creata all'indomani del voto anticipato. Uno scarto minimo che potrebbe essere ridotto dal conteggio dei voti dei militari, in genere più a destra, e dei funzionari all'estero.
Adesso, il compito del presidente Shimon Peres, che dovrà scegliere a chi affidare l'incarico di primo ministro, diventerebbe ancora più complesso. Il vantaggio ristretto del Kadima potrebbe infatti rendere difficile alla Livni di formare una coalizione con almeno 61 dei 120 deputati della Knesset. Per Netanyahu, arrivato secondo, potrebbe essere invece più facile guidare una coalizione di destra. Il successo di Avigdor Lieberman, il cui partito di estrema destra si è piazzato terzo sulla scia di un'aggressiva campagna contro gli arabo-israeliani, ne fa intanto un personaggio centrale per ogni coalizione.
All'interno del Kadima, si sono levate voci per un governo di unità nazionale con il Likud, magari con un primo ministro a rotazione, come accadde dopo le elezioni del 1984 con l'alternanza fra Yitzhak Shamir del Likud e l'allora laburista Shimon Peres. Ma l'idea è stata subito respinta da più parti sia nel Likud che in Kadima, da chi afferma che solo il proprio leader dovrà guidare il governo.
Stamani, però, secondo quanto riportato dal sito web del Jerusalem Post, "i due partiti vincitori" potrebbero formare un governo insieme, su base paritaria, guidato dal leader del Likud Netanyahu.
Ieri Livni e Netanyahu hanno incontrato separatamente ieri Avigdor Lieberman, il leader di Yisrael Beiteinu, ma come scrive il Jerusalem Post, quest'ultimo ha presentato una serie di richieste difficili da accettare per entrambi. La Livni ha quindi costituito un team di cinque esponenti di punta di Kadima per condurre i negoziati sulla formazione di una coalizione di governo, e convincere così il presidente Peres ad affidare alla leader centrista (ex Likud) l'incarico di formare il nuovo governo. Ma fonti di Kadima hanno espresso il timore che Peres potrebbe chiedere subito a Netanyahu di dare vita a un governo, poichè i partiti di destra insieme possono contare su una chiara maggioranza di 65 seggi alla Knesset (su 120), mentre le formazioni di centro sinistra dispongono insieme di 55 seggi.
Secondo quanto riportano i media israeliani, Netanyahu è disposto ad offrire a Lieberman il ministero delle Finanze per convincerlo a entrare nel suo governo. Il leader del Likud vorrebbe quindi invitare Tzipi Livni a entrare nella sua coalizione, e le offrirebbe il ministero degli Esteri. La Difesa andrebbe invece a Shaul Mofaz, altro esponente di Kadima. I due principali partiti avrebbero comunque lo stesso numero di ministeri.
Il leader del Likud ha detto ad Haaretz che intende chiedere agli altri partiti di mettere da parte le loro divergenze per unirsi alla sua coalizione, nell'interesse del Paese. "Voglio formare un'ampia coalizione", ha dichiarato Netanyahu. "Dirò agli altri partiti: 'se avete a cuore l'interesse nazionale, mettete da parte i vostri interessi politici e entrate in un governo sotto la mia leadership'".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Apcom]