Il Lombardo quater incassa l'ok dell'Ars
Il nuovo esecutivo ha ottenuto l'approvazione della maggioranza formata da Pd, Mpa, Api e Fli
Il governatore Raffaele Lombardo ha incassato il sì dell'Assemblea regionale e vara il suo quarto governo in due anni. Il presidente della Regione ottiene un mezzo sostegno anche da alcuni deputati del Pdl Sicilia che alla vigilia sembravano propensi a passare all'opposizione.
Il nuovo esecutivo è composto da 12 "tecnici", ognuno dei quali però riferibile alla nuova maggioranza. In aula Lombardo ha comunicato le deleghe assegnate agli assessori. Tra i nuovi entrati, Andrea Piraino va alla Famiglia; Daniele Tranchida al Turismo; Elio D'Antrassi all'Agricoltura; Gian Maria Sparma al Territorio e Ambiente; Giosuè Marino all'Energia; Sebastiano Missineo ai Beni culturali. Tra i riconfermati Massimo Russo resta alla Sanità e diventa vicepresidente; Marco Venturi alle Attività produttive; Mario Centorrino all'Istruzione; Caterina Chinnici alle Autonomie mentre Gaetano Armao guiderà l'Economia e Pier Carmelo Russo le Infrastrutture.
L’assegnazione delle deleghe ai 12 componenti del Lombardo quater è giunta a conclusione di un lungo dibattimento durato oltre quattro ore.
Il Partito democratico in aula (tranne Bernardo Mattarella e Giovanni Barbagallo), Fli, Api e tre deputati dell'Udc hanno reso palese l'appoggio alla giunta, contro cui si sono schierati ancora una volta il Pdl, tre deputati del Pdl Sicilia vicini a Gianfranco Micciché e il Pid, il gruppo appena nato dalla scissione nel partito di Casini ed espressione della classe dirigente vicina a Totò Cuffaro e Calogero Mannino. Trenta deputati dell'opposizione hanno firmato due ordini del giorno, con cui bocciano le comunicazioni fatte in aula dal presidente Lombardo. Il governatore ha però incamerato un mezzo sostegno da Giulia Adamo, Giovanni Greco, Guglielmo Scammacca e Giovanni Cristaudo, che a differenza degli altri deputati del Pdl Sicilia vicini a Micciché hanno deciso di non arroccarsi su posizioni pregiudiziali e si esprimeranno sui singoli provvedimenti che la giunta porterà in aula. Stessa posizione espressa da altri tre deputati del Pdl Sicilia, Azio Marinese, Santo Catalano e Raffaele Nicotra, vicini al parlamentare nazionale Dore Misuraca.
Insomma, dopo l'Udc anche il Pdl Sicilia è andato in frantumi, con i tre finiani schierati col governo.
"Questo governo è formato da 12 tecnici che risponderanno a tutta l’Assemblea e a tutti i siciliani. Avreste potuto tutti sostenere questo processo riformista che, invece, è appoggiato solo da alcune formazioni". Così Raffaele Lombardo ha presentato la quarta giunta regionale che lo affiancherà al timone dell’isola.
La squadra siciliana è stata considerata da molti un’anticipazione di quanto potrebbe accadere - più o meno presto - anche a Roma. Ribaltonismo per i detrattori, fine disegno politico per gli estimatori.
"Questa giunta - ha ribadito Lombardo - vuole stringere un patto di collaborazione e solidarietà con tutti. Varare le riforme, infatti, richiederà un grande coragggio e un vasto consenso. Non si tratta di smantellare, ma di modificare radicalmente una struttura amministrativa e burocratica che ha visto crescere le sue dimensioni, il suo potere e il suo controllo pervasivo".
La seduta di ieri all'Ars si è inaugurata con non poche polemiche. Molti sono stati gli interventi, sia da parte della nuova maggioranza che dai vecchi alleati. Forte scetticismo, ha caratterizzato il dibattito d'aula. Un ex assessore, Titti Bufardeci (nella foto), ex titolare di una delega come quella alle Risorse agricole, dimessosi pochi giorni fa, ha duramente attaccato: "Noi siamo assolutamente contrari a un'operazione politica che serve solo a Lombardo e non ai siciliani. Si è sostituita una maggioranza con un'altra. Il Lombardo quater, lo dicono i dati di fatti, è un ribaltone". "La Sicilia oggi non è un laboratorio politico all'insegna dell'autonomia, e si è andati a Roma per avere il via libera da Fini, Casini e Bersani. Questo non è un governo tecnico, ma politico in cui l'asse è stato spostato a sinistra".
Di inteventi "infuocati" ce ne sono stati molti. Salvino Caputo, pidiellino lealista, ha definito il Lombardo quater "una cassata indigesta che rimarrà sullo stomaco dei siciliani, l'Isola è allo sbando". Roberto Corona (Pdl) ha dato a Lombardo del "caso clinico", mentre Giuseppe Buzzanca, sindaco di Messina, considera il Lombardo quater, un governo senza numeri e delegittimato prima ancora di insediarsi.
Insomma, è stata molto dura, ma il Lombardo quater è stato varato. Alla fine della seduta, incassato il suo primo sì, il presidente della Regione è riuscito a fare dello spirito: "Io ci sono fin dall'inizio, quindi questo per me è come se fosse il primo governo". "Per noi ogni giorno sarà un test, ma i numeri ci sono" ha detto soddisfatto ai cronisti. Infine, sul voto di oggi alla Camera (la fiducia al governo Berlusconi), il governatore non si è sbilanciato: "L'Mpa non si appassiona a queste cose. Non siamo né con il centrodestra né con il centrosinistra. L'unico nostro obiettivo è difendere gli interessi della Sicilia. Il nostro voto dipenderà da quello che dirà Berlusconi su alcuni temi che ci stanno a cuore come la fiscalità di vantaggio e i finanziamenti per le infrastutture".
Gli assessori saranno ufficialmente presentati, secondo Lombardo, la prossima settimana. All'uscita della seduta il presidente dell'Ars Francesco Cascio, ai giornalisti che gli chiedevano se quello di Lombardo fosse un ribaltone, ha commentato: "Di certo non è il governo uscito dalle elezioni regionali. Gli facciamo tanti auguri, speriamo possa realizzare quelle cose che servono alla Sicilia".
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, SiciliaInformazioni.com, Repubblica/Palermo.it]
Di seguito l'ordine del giorno (presentato da Popolari per l'Italia di domani, Pdl e miccicheiani) che "bocciava" il Lombardo quater votanti. Lo hanno votato 26 deputati su 68.
Assemblea Regionale Siciliana
Preso atto:
che il 4° governo Lombardo è formato esclusivamente da uomini e donne esterni al contesto parlamentare e, asseritamente, "tecnici"; che questa scelta è stata esercitata in un momento storico di gravissima crisi occupazionale ed economica per la Sicilia; che una situazione di tale drammaticità avrebbe imposto scelte diverse, attribuendo alla classe politica di governo onori ed oneri, diritto-dovere di scelte decisive per il futuro della nostra terra; che la scelta di dodici tecnici, al di la dell’alto profilo umano e personale di alcuni di loro, crea un ulteriore “vulnus” alla efficace attività amministrativa di cui ha bisogno “l’emergenza Sicilia”, anche in ragione della totale inesperienza politica e gestionale di quasi tutti costoro; che, ancora, questo Governo, asseritamene tecnico, è di fatto indicato, nella scelta degli uomini, dai partiti che formano la nuova maggioranza del tutto diversa e contrastante da quella voluta dai siciliani; che tutto ciò crea ulteriore nocumento alle scelte operative per il rilancio dell’economia siciliana e nuovo imbarazzo nella burocrazia regionale, alle prese, per un verso, con una nuova rotazione di assessori, che blocca l’attività di governo eventualmente avviata e, per altro verso, con l’arrivo di assessori nuovi di zecca che nulla conoscono della macchina regionale e che avranno necessità di una fase lunga di avvio, prima di poter adottare decisioni!; che la scelta di una Giunta di soli tecnici non Deputati comporterà gravi dubbi di legittimità ove, in caso di impedimento del Presidente della Regione (eletto dal popolo) sia sostituito da un Vice Presidente (non eletto dal popolo); che questa Giunta di tecnici Le consente, senza tanti sotterfugi, di portare al governo della regione il PD sconfitto alle elezioni dai siciliani; per queste ragioni esprimiamo un giudizio fortemente negativo nei confronti di questo Lombardo quater.
On. Maira e deputati Pid, Leontini e deputati Pdl, deputati amici di Miccichè e on. De Luca (misto)