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Il M5S siciliano rinuncia ad altri 76mila euro

Cresce il "fondo per le microimprese", ma oltre ai deputati-cottadino 5 Stelle nessuno all'Ars lo alimenta

13 marzo 2013

Anche lo stipendio di febbraio dei deputati del Movimento Cinque Stelle, come promesso in campagna elettorale, è tornato in gran parte nelle casse dell’Ars.
Ognuno dei quindici parlamentari M5S ha trattenuto soltanto 2500 euro, più i rimborsi spese (documentati).

Nelle casse di palazzo dei Normanni in questi giorni sono rientrati 76.673 euro. A questa somma vanno aggiunti circa 62.000 euro che sarebbero entrati a gennaio nelle tasche dei deputati se non vi avessero rinunciato a monte, e cioè le varie indennità di carica (totale 6.638 euro), il rimborso per il trasporto su gomma (7.000 euro circa) e quello  per l’esercizio dell’attività parlamentare (47.700 euro).
Cresce pertanto il fondo destinato alle microimprese, che sfiora quota 280 mila euro (276.173 euro per la precisione). I quasi 77 mila euro restituiti in questi giorni dai deputati sono infatti "parcheggiati" nel conto corrente generale  dell’Ars e confluiranno successivamente alla Regione, quando sarà approvata la legge di stabilità, per finanziare un progetto di microcredito destinato alle piccole imprese.

"A fine anno - commenta il capogruppo del Movimento, Giancarlo Cancelleri - si arriverà a sfiorare quota un milione di euro. E questa somma potrebbe anche essere maggiore, se a questo fondo confluiranno versamenti di altri politici, che finora, purtroppo, devo dirlo con grande amarezza, non sono arrivati".
I deputati dell’Ars, comunque, potrebbero essere costretti a rinunciare "per legge" a parte dei loro emolumenti. Il Movimento Cinque Stelle, infatti, attende che approdi in Aula il disegno di legge n. 97, presentato il 31 dicembre scorso, per la riduzione dei costi della politica, che prevede retribuzioni di 5.000 euro lorde a deputato, più un budget per le spese da rendicontare.

Ma il meccanismo messo a punto dai deputati-cittadini provoca nette differenze, fra un deputato e l'altro, nei redditi effettivi. E fa discutere, sul blog di "Sicilia 5 stelle", i simpatizzanti del movimento. I rimborsi spese più sostanziosi sono quelli documentati dal siracusano Stefano Zito: 2.116 euro. Zito è seguito dal vicepresidente dell'Ars Antonio Venturino (1.898). Cifre lontane da quelle trattenute come rimborso da Claudia La Rocca: solo 609 euro. Varia soprattutto la spesa per il pernottamento: se Zito, per quanto riguarda il mese di febbraio, indica 1.354 euro come spese di alloggio, l'alcamese Valentina Palmeri si ferma a quota 27. E anche un palermitano come Giorgio Ciaccio (pur fra i più sobri nelle spese) mette a rimborso 500 euro per "affitto casa". Pur avendo la residenza nella stessa città dove lavora. I costi di trasporto vengono calcolati, si precisa, sulla base delle tariffe Aci. Eppure il bagherese Salvatore Siragusa presenta una nota spese di 858 euro per le spese della benzina. E se Vanessa Ferreri, originaria di Acate (220 chilometri da Palermo) trattiene 733 euro per le spese di trasporto, Matteo Mangiacavallo da Sciacca (96 chilometri da Palermo) ne trattiene oltre 400 in più.

Ferma restando la bontà dell'operazione "restitution", i conti non sempre tornano. Cancelleri replica così: "Tutte le spese sono giustificate: nel caso di Zito, ha dovuto dare un congruo anticipo sull'affitto, mentre Siragusa ha viaggiato molto per incontrare i nostri gruppi sparsi sul territorio". Di certo, sul blog "Sicilia 5 stelle" non mancano le critiche. Lux, ad esempio, contesta Venturino perché a dicembre, a fronte di indennità pari a 11.700 euro, ne ha restituiti solo 4.500. Il vicepresidente dell'Ars ha risposto sempre sul web, dicendo che ha dovuto anticipare tre mensilità per l'affitto dell'appartamento a Palermo. E che, per via della carica, "ha dovuto affrontare qualche spesa di rappresentanza in più rispetto ad altri cittadini a 5 stelle".
Replica che ha suscitato altre critiche. Davide, Marco, Carmelo gli chiedono di postare tutte le fatture delle spese di rappresentanza: "Ne va della serietà del movimento", scrive Tony. Tutti apprezzano il gesto, molti restano perplessi. Francesco Di Stefano ricorda che "ci sono lavoratori pendolari e altri che devono sostenere spese di affitto, benzina, treno, senza alcun aver diritto ad alcun rimborso". "Mi sa che pian piano si prenda gusto a trattenere soldi in più: sarebbe più opportuno trattenere 3 mila euro in più al netto di tutte le spese", scrive Davide. Il web non perdona. Neppure chi ne ha fatto un totem.

[Informazioni tratte da Sicilia5stelle.it, Repubblica/Palermo.it]

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13 marzo 2013
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