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Il mare come una gruviera

Via libera governativa a nuove trivellazioni nel mare italiano. Appello di Greenpeace e opposizione delle Regioni

16 marzo 2013

In questi giorni è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, firmato lo scorso 27 dicembre, che stabilisce l'ampliamento della zona C in Sicilia per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi in mare. Secondo quanto si legge "l'area oggetto di ampliamento costituisce parte della piattaforma continentale italiana" e si estende "a est nel Mare Ionio meridionale, e a sud-est nel Canale di Sicilia".
Inoltre, "a decorrere da tre mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea i soggetti interessati possono presentare istanze di permesso di prospezione o di ricerca per idrocarburi liquidi e gassosi ai sensi delle norme vigenti".

"Riprende l'assalto ai tesori del Canale di Sicilia. La Northern Petroleum ha avanzato la richiesta di estendere le ricerche petrolifere a un'area di oltre 1.325 chilometri quadri, a poche miglia dal litorale agrigentino" denuncia Greenpeace. L'associazione ambientalista, insieme a Stoppa la Piattaforma, Apnea Pantelleria e alle associazioni di pescatori, Agci-Agrital Sicilia e LegaCoop Pesca Sicilia, che la scorsa estate si erano opposte con forza alle trivellazioni off-shore, ha inviato una lettera al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per chiedere di "intervenire immediatamente". L'occasione per schierarsi in modo netto contro questi progetti c'è stata: mercoledì scorso, infatti, si è tenuta a Roma la Conferenza delle Regioni, dove si è discusso anche delle trivellazioni in mare.

"La Regione Sicilia - afferma Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare, di Greenpeace Italia - ha l'opportunità di diventare leader di questa battaglia e fare fronte comune con le altre regioni contro questi nuovi attacchi. È ora di scegliere una governance del mare che tuteli le risorse e favorisca l'economia locale e non gli interessi delle compagnie petrolifere".
Contro le trivellazioni il senatore Antonio D'Alì, presidente della commissione Ambiente del Senato, che alla vigilia della riunione della Conferenza Stato-Regioni, è tornato a chiedere "l'immediata sospensione di ogni iter autorizzativo per la ricerca di idrocarburi nei mari italiani".

Dalla Conferenza, i presidenti delle Regioni hanno deciso di chiedere un incontro al Governo per affrontare il tema delle distanze minime per le trivellazioni off shore. Decisione presa dopo aver accolto le richieste della Regione Abruzzo di investire il Governo sulla modifica dell'articolo 35 del Decreto Sviluppo che abroga parte del decreto legislativo 128 del 2010. La materia verrà trattata dalla commissione Energia della Conferenza che sta già lavorando ad un documento politico che a sua volta passerà all'esame dei presidenti di Regione, per la definitiva richiesta di confronto con il Governo.
"Si tratta di una posizione forte dei presidenti di Regione" ha commentato il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi al termine della riunione "che certifica quanto sia sentito il problema delle trivellazioni in mare e quanto si debba intervenire per correggere le anomalie dell'articolo 35".
Insomma, la Sicilia avrà pure perso l’opportunità di "diventare leader di questa battaglia" ma l’importante è che le tutte le Regioni sono state compatte contro le trivellazioni selvagge. 

 

[Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno - Italpress, Lasiciliaweb.it]

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16 marzo 2013
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