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Il medico che interruppe la ventilazione meccanica di Piergiorgio Welby indagato per ''omicidio del consenziente''

04 aprile 2007

Il  caso di Piergiorgio Welby si riapre. Domenica scorsa i Carabinieri di Cremona hanno notificato al dr. Mario Riccio l'invito ad «eleggere domicilio e nominare un difensore di fiducia in relazione al procedimento relativo alla morte di Piergiorgio Welby, per il quale la Procura di Roma, in ottemperanza a quanto disposto dal GIP dr. La Viola, ha proceduto all'iscrizione del nominativo del medico nel registro delle notizie di reato con l'ipotesi di ''omicidio del consenziente''».
Il gip di Roma, ha quindi rigettato la richiesta di archiviazione per Mario Riccio, l'anestesista che ha interrotto la ventilazione meccanica del militante radicale. Il giudice per l'indagine preliminare, infatti, non ha ritenuto di dover dar seguito alla richiesta di archiviazione avanzata il 6 marzo 2007 ed ha ordinato la trasmissione degli atti al pubblico ministero per l'iscrizione di Riccio nel registro degli indagati.

L'anestesista, però, continua a difendere la sua scelta: ''Il gip ha ritenuto che non è il caso di archiviare, che non può essere chiuso questo procedimento, ritiene necessario incontrarmi... credo che ci incontreremo tra almeno 40 giorni [...]. Non mi aspettavo che il gip di Roma rigettasse la richiesta di archiviazione, ma resto della mia opinione che sia stato giusto fare quello che ho fatto. Sono mesi che vivo in una certa tensione ma sono fiducioso nei confronti della giustizia''.
L'udienza camerale verrà fissata nei prossimi giorni ed in seguito lo stesso gip deciderà se archiviare il procedimento, ordinare al pm di fare ulteriori indagini oppure ordinare di formulare l'imputazione a carico del medico.

Era stata la procura di Roma a chiedere l'archiviazione del procedimento ''atti relativi alla morte di Piergiorgio Welby'', escludendo qualsiasi nesso tra la sedazione di Welby e la sua morte. Una richiesta che, a quanto si apprende, la procura di Roma, ribadirà ancora. Il procuratore Giovanni Ferrara ed il sostituto Gustavo De Marinis, firmatari della richiesta di archiviazione non accolta dal gip, rimangono della loro idea: con l'interruzione della ventilazione meccanica è stato attuato un diritto del paziente che ''trova la sua fonte nella Costituzione e in disposizioni internazionali recepite dall'Ordinamento italiano e ribadito dal codice di deontologia medica''.
Nonostante tutto il dottor Riccio rimane indagato per ''omicidio del consenziente'', un reato punito col carcere da 6 a 15 anni.

All'indomani della morte di Piergiorgio Welby, Riccio disse che era morto per ''arresto cardiorespiratorio''. ''Ho parlato a lungo con Welby - raccontò l'anestesista - lui mi ha confermato la sua volontà di interrompere la terapia ventilatoria e che ciò avvenisse in corso di sedazione. E' questo che ho fatto: ho interrotto una terapia; la pianificazione e l'eventuale interruzione delle cure è una cosa che avviene quotidianamente in tutti gli ospedali italiani''. Ai tempi Riccio si disse convinto di aver agito ''nell'ambito di un percorso medico, giuridico ed etico legale. Anche nella sentenza del tribunale civile di Roma, del resto, è riconosciuto il diritto alla sospensione della terapia''. Una tesi che la procura di Roma accolse, ma che oggi con la decisione del gip, una questione che sembrava già chiusa, si riapre e creerà ancora dibattiti.

Ricordiamo che Piergiorgio Welby chiese anche il riconoscimento del suo diritto a rifiutare le cure, con una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, richiesta che diede vita a un aspro dibattito sull'eutanasia e sull'accanimento terapeutico (leggi).
La Chiesa cattolica ha tenuto una posizione critica nei confronti di Welby e si è rifiutata di celebrare i funerali religiosi che erano stati richiesti dal malato. Appena dopo la morte di Welby, il Vicariato di Roma scrisse di ''non avere potuto concedere tali esequie'', in quanto, diversamente da alcuni casi di suicidio in cui il funerale religioso è stato permesso perché le persone avrebbero potuto non essere state nel pieno delle loro facoltà mentali, Welby chiaramente voleva morire e ''ciò contrasta con la dottrina cattolica''.

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04 aprile 2007
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