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Il Mend ha mandato al Corriere della Sera le foto dei sei ostaggi, catturati il primo maggio scorso

09 maggio 2007

I quattro italiani (Alfonso Franza, 46 anni sposato, Raffaele Pascariello, 45 anni, entrambi di Piano di Sorrento, Mario Celentano, 40 anni, sposato, 2 figli di Meta di Sorrento e Ignazio Gugliotta di Ragusa) rapiti la settimana scorsa in Nigeria dal Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (leggi), stanno bene, vengono nutriti con quello che è disponibile nel campo in cui sono tenuti e non hanno bisogno della visita di funzionari della Croce Rossa.
E' quanto hanno fatto sapere il Mend in una e-mail di risposta ad alcune testate nigeriane che avevano chiesto aggiornamenti sullo stato di salute dei sei dipendenti stranieri della Chevron.
Oltre ai quattro italiani, sono stati rapiti uno statunitense (John Stapleton) e un croato (Juricha Ruic). ''Non ci sono negoziati in corso per il rilascio degli ostaggi, abbiamo detto chiaramente nei nostri comunicati che non abbiamo intenzione di negoziare il loro rilascio prima del 30 maggio, quando, speriamo, il governo in carica sarà finalmente uscito di scena'', ha fatto sapere il movimento al Times of Nigeria.

Martedì mattina Jomo Gbomo, portavoce del Mend, ha inviato al Corriere della Sera anche le prime immagini degli ostaggi con una nota: ''Stanno tutti bene. Li abbiamo presi in ostaggio per ristabilire ancora una volta la verità. Li rilasceremo senza condizioni il 30 maggio'', ribadendo quanto scritto il subito dopo il sequestro. ''Dicono che noi appoggiamo il nuovo presidente Yar' Adua e il vicepresiente Jonathan Goodluck, ma non è vero. Abbiano promesso di liberare gli ostaggi in modo che il governo nigeriano debba vergognarsi con il mondo. Questo attacco è il primo di una serie con la quale intendiamo mettere in imbarazzo l'amministrazione uscente. Ma anche un avviso a quello entrante che noi consideriamo come un’estensione di quello vecchio. Inoltre l'attacco contro la Chevron serve ad avvisare la Shell di non rientrare in quei campi petroliferi, ora abbandonati, che noi abbiamo già attaccato. Continueremo la nostra lotta finché non raggiungeremo i nostri obbiettivi''.

Lotta che si è nuovamente palesata con l'ennesimo attacco alle installazioni petrolifere dell'Agip a Brass. L'attentato è stato rivendicato con un documento sempre al Corriere: ''Oggi, 8 maggio 2007 all'1 del mattino orario della Nigeria, combattenti del Mend hanno attaccato e distrutto tre oleodotti nello Stato di Bayelsa. Due impianti attraversavano il territorio di Akasa, il terzo Brass. L'attacco contro quest'ultimo - sostiene il Mend - ha provocato l'immediato blocco del carico di greggio dal terminale dell'Agip. I tre oleodotti appartengono tutti all'Agip. I soldati e i poliziotti che dovevano controllare la sicurezza degli impianti sono scappati all’arrivo dei militanti. Tutti i combattenti del Mend, una cinquantina, coinvolti sono ritornati alla loro base incolumi - continua il comunicato -. Continueremo indefinitivamente i nostri attacchi a tutti gli oleodotti, le piattaforme, e le navi appoggio''.

''Ci accusano di essere criminali che catturano ostaggi per ottenere in cambio un riscatto. Non è vero, in effetti una condizione c'è. Che non cerchino di corromperci, che non ci offrano soldi per la liberazione degli ostaggi. La pace può tornare nella regione del Delta del Niger - ha scritto più volte Jomo Gbomo - solo quando un po' di quel denaro che viene dal petrolio finirà nelle tasche delle popolazioni che abitano quelle terre e non in quelle dei politici corrotti''.
Dopo l'assalto del primo maggio la Chevron ha deciso di chiudere alcuni impianti. La produzione di greggio è cosi stata ridotta di 15 mila barili al giorno. Gli speculatori hanno colto la palla al balzo e così il prezzo del petrolio è cominciato a risalire.

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09 maggio 2007
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