Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

IL MIGLIORE!

Berlusconi rivolto agli industriali: ''Voi pensate a creare benessere, per la libertà e la democrazia ghe pensi mi''

13 ottobre 2009

Benevento, 11 ottobre 2009... "Non credo che si possa consentire di rivolgere infamie, improperi, insulti e volgarità" di fronte "ad un premier eletto direttamente dal popolo, bisogna cambiare questa situazione".
Silvio Berlusconi lo ha fatto presente, ancora una volta, l'altro ieri, intervenendo alla Festa della Libertà del comune campano e alla luce delle polemiche di questi giorni sul Lodo Mondadori e quello Alfano.
Il Cavaliere, ancora una volta, ha citato gli ultimi sondaggi in suo possesso: "Nei miei confronti c'è il 68% dei consensi".
Davanti alla sua platea Berlusconi, ancora una volta, ha puntato il dito soprattutto sulla stampa estera, che con le sue "accuse assurde" contro il premier danneggia l'immagine del paese. "Da qualche mese a questa parte, ci sono alcune assurde e ridicole accuse e critiche che fanno male e danneggiano l'immagine del paese. Anzi se mi consentite il termine, si tratta di accuse che sputtanano il presidente del Consiglio, il paese e la nostra democrazia".
Poi, è tornato a parlare del Lodo Alfano post-bocciatura da parte della Consulta: "Non ho mai detto una parola fuori luogo su questa vicenda", ha detto. "In moltissime democrazie non c'è bisogno di questa norma perché in Francia e in Inghilterra i pm non sono autonomi e indipendenti nel più alto arbitrio ma sono sottoposti al ministero della Giustizia e all'esecutivo". "Quando il presidente del Consiglio si rivolge alla magistratura perché gli hanno dato del 'buffone' - ha spiegato Berlusconi - la magistratura dice che è stata una goliardata. Anche per questo occorre chiarire i rapporti tra giudici e istituzioni". E sulla Corte Costituzionale, che aveva già definito organo politico, ha aggiunto, ancora una volta: "Non si può continuare così. Abbiamo una Corte Costituzionale che ha tenuto un comportamento assolutamente sleale verso il Parlamento. Non si può andare avanti con una Consulta come questa con 11 giudici di sinistra. Non è un organo di garanzia ma un organo politico".

Due giorni fa i Beneventani del Pdl, accorsi a vedere il proprio leader, hanno assistito a quello che potremmo definire un "intervento a tema", infatti parlando ancora di giustizia Berlusconi ha confermato che il Governo ha allo studio, "ma è pronta, la riforma del processo penale con la separazione dei pm dai giudici. Si tratta di una riforma fondamentale". Ribadendo poi che le intercettazioni vanno bene solo per reati gravi, ha spiegato: "Abbiamo una modifica che è già stata presentata in Parlamento e riguarda le intercettazioni telefoniche che sono una patologia solo italiana".
Il premier ha ricordato, ancora una volta, quanto accaduto nel '94, quando cadde il suo primo governo in seguito a un avviso di garanzia al suo indirizzo. "Stanno cercando di fare ora la stessa cosa - ha detto, ancora una volta - Ma state sereni su questo: non accadrà, non c'è nessun dubbio. Vi do la più ampia garanzia che porteremo a termine il mandato che ci è stato affidato dagli italiani".
Dalla giustizia, il Cavaliere è poi passato a parlare dell'opposizione. E indovinate come l'ha chiamata? "Ci troviamo di fronte ad una opposizione che non si sa più cosa sia. Il Partito democratico? Sono ancora i vecchi comunisti di sempre!". "Non hanno nei propri valori quello della democrazia. Non credono nella democrazia", ha rincarato il premier, "pensano che il popolo sia un bue narcotizzato dalle tv e che il governo debba essere portato avanti da elite". Ancora una volta.

E se per caso i suoi messaggi-avvertenze, non sono ancora arrivati bene, alle coscienze di quel popolo che tanto lo ama? Niente paura! Il Cavaliere coglie un'altra occasione e ribadisce, ancora una volta, la sua visione del mondo che, secondo lui, è la migliore possibile e quella oggettiva.
E quindi, giusto ieri, intervenendo all'assemblea dei giovani industriali monzesi, Berlusconi è tornato ad attaccare la stampa nazionale (nella fattispecie Repubblica, ancora una volta...) e quella straniera e, come ha fatto già una volta, ha invitato gli imprenditori alla "ribellione generalizzata" contro "un giornale che non ha avuto limiti nel gettare discredito sul governo e sul Paese e ad imbeccare i giornali stranieri". Un invito al boicottaggio di fronte alla Confindustria brianzola e una porta chiusa in faccia al presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, che poco prima, dallo stesso palco, aveva chiesto al premier di "rimbalzare le polemiche e pensare al governo del Paese". Al presidente del Consiglio, infatti, non gli è passato minimamente per la capa di dare ascolto alla Marcegaglia, quindi è torna all'attacco a testa bassa dicendo chiaramente agli industriali: "Voi pensate a creare benessere, per la libertà e la democrazia 'ghe pensi mi'".
Chiusa la parentesi sulla stampa, indovinate un po' qual'è stato il pezzo successivo nella sua scaletta... "Ci sono frange della magistratura che mi attaccano da 15 anni. No si può mettere sullo stesso piano chi attacca e chi è attaccato". Infine ha espresso la propria intenzione di proseguire nell'azione di governo ("Il governo andrà avanti fino alla fine della legislatura, per i prossimi 3 anni e mezzo. Penso che potremo continuare anche dopo con la nostra parte politica, è una grande occasione per fare le riforme") e scherzosamente ha invitato la Marcegaglia a ricoprire il ruolo di vicepresidente del Consiglio.

"Berlusconi? E' un dittatorello come Mussolini" - "Berlusconi si comporta oggi come si comportava ieri Mussolini. Si arrabbia con coloro che lo criticano per mantenere il suo potere intatto, con la differenza che Mussolini lo faceva per un problema esistenziale e mentale, Berlusconi lo fa scientemente e scientificamente per portare avanti interessi suoi, personali, giudiziari, imprenditoriali, e di controllo dell'informazione, che sono ancora più gravi del ventennio fascista".
Queste le parole del leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro, conversando ieri con i giornalisti a margine di una iniziativa dell'Idv a Firenze.
"Berlusconi vuole costruire l'Italia a suo uso e consumo - accusa Di Pietro - egli, come qualsiasi dittatorello, sta piegando l'interesse del Paese agli interessi suoi propri e dei suoi sodali. Dopo il Lodo Alfano, tenterà di fare la corruzione politica in atti parlamentari, cioè riproporrà l'immunità per tutti i parlamentari perché serve a lui: se è brutto fare una rapina da solo farla in dieci non è più rapina. Se questo - aggiunge il leader dell'Idv - troverà un accordo trasversale e inciucista con una parte dell'opposizione, noi non ci stiamo".
"Mettiamo da parte ogni critica al Capo dello Stato, perchè - ha spiegato - in questo momento c'è una situazione di aberrazione dello stato di diritto e di un presidente del Consiglio come Berlusconi: tutto questo ci impone una unità nazionale tra tutte le persone di buona volontà prima che il fascismo ritorni". "Con la scusa della riforma della giustizia, il governo vuole prendersi una rivincita sul Lodo Alfano - continua -, che è stato bocciato dopo che era stato bocciato il Lodo Schifani, e dopo aver fatto tutta una serie di leggi ad personam ne vuole fare un'altra: per questo noi dell'Idv, finché c'è Berlusconi al governo, la giustizia meno si tocca e meglio è, perché è sempre a suo uso e consumo".
Secondo Di Pietro "serve innanzitutto ridare il Paese a persone che non sono in conflitto di interessi. In questo momento è prioritario mandare a casa Berlusconi", ha accusato ancora Di Pietro. Berlusconi punta a una riforma presidenzialista "per occupare tutto", assicura il leader dell'Idv. "Ma vi pare che con quel megalomane di Berlusconi che è al governo - insiste - voi volete fare la riforma presidenziale? Egli ha questa malattia, lo ha detto la moglie, deve fare il megalomane e occupare tutto, e voi volete fare una riforma dove gli date la presidenza della Repubblica e quella del Consiglio insieme? Voglio dire - spiega - vi piace scherzare con il fuoco?".

Il monito di Farefuturo: "L'Italia deve uscire da questo bipolarismo al viagra" - "Si deve cominciare a immagazzinare i mattoni di un'Italia futura che non continui inesorabilmente a dividersi in un bipolarismo al viagra: drogato, dopato, perennemente eccitato". In un corsivo pubblicato ieri su Ffwebmagazine, il periodico on line di Farefuturo, la fondazione di Gianfranco Fini critica con parole dure la situazione politica in cui si trova il nostro Paese. E cita, probabilmente per pura coincidenza, la fondazione 'Italia futura', di Luca Cordero di Montezemolo, nata proprio la scorsa settimana.
Per il direttore del periodico online di Farefuturo, Filippo Rossi, è necessario preparare "i mattoni che serviranno a costruire i ponti necessari a ricominciare, gradualmente, a parlare, a comunicare, a capirsi. A vivere senza seguire il ritmo perverso dell'odio". "Se urli fai immediatamente parte di un teatrino - scrive Rossi - ti butti nella mischia, diventi tifoso, parte in causa, e se non urli nessuno ti ascolta, rimani ai margini, come se quella tua sensibilità diversa non esistesse, fosse bandita dalla società, dalla comunità politica. Reietti, ecco come si rischia di sentirsi, a rimanere in un silenzio scelto per senso di responsabilità istituzionale, per convinzione politica, per perplessità culturale. Impotenti".
"Non è per nulla facile - continua il direttore di Ffwebmagazine - rimanere in equilibrio in un momento in cui ogni tentativo di interpretare una politica garbata e gentile sembra minato ogni giorno da chi scommette solo su una guerra civile tutta retorica. Non è facile cercare di non entrare nell'agone del tutti contro tutti, delle offese reciproche, delle manganellate e delle legnate. Delle accuse e dei sospetti. E allora - conclude il corsivo - L'unica cosa che si può fare è quella che stiamo già facendo. Sorseggiare a piccoli sorsi il pensiero traverso, il gusto dell'eresia, l'ignominia della libertà intellettuale. Mettersi da parte, non andare allo stadio, non sottostare allo slogan. Non innalzare gli stendardi di una guerra che non capiamo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

13 ottobre 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia