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Il ministro Brunetta contro il ''mostro'' della Giustizia

Secondo il ministro della P.A. i magistrati (molti dei quali fannulloni, ovviamente) si sono montati la testa

30 settembre 2009

Il rapporto "innaturale" tra Anm e Csm genera un "mostro" nel mondo della giustizia. Dopo i "fannulloni" e una "certa sinistra parassitaria", il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta si scaglia contro i magistrati che "servitori dello Stato come altri, forse si sono montati un po' la testa e ritengono che basta fare un cenno perché un ministro sia subito a loro disposizione".
Brunetta ha colto l'occasione di sfogo durante un dibattito con il vicepresidente dall'Associazione nazionale magistrati (Anm), Gioacchino Natoli, per la presentazione del libro "Magistrati, l'ultra casta" del giornalista de l'Espresso Stefano Liviadotti.

Il ministro ha parlato di un mostro che si forma da "una serie di passaggi normativi e regolamentari" per i quali "l'Associazione nazionale dei magistrati con tutte le sue correnti, si riproduce nel Csm"
. Per Brunetta "è come se Cgil e Cisl si trasferissero direttamente nei cda aziendali", senza contare che l'adesione della magistratura nell'Anm "raggiunge il 93,5%, che significa che è il settore più sindacalizzato". Quindi, ha spiegato Brunetta "tutti i problemi economici, disciplinari e legati all'autonomia della magistratura vengono determinati per via sindacale. E questo determina i salari che non si controllano, la disciplina che non c'è e un'opacità generale nel settore. Tagliato questo cordone, risultato sarebbe maggiore trasparenza, disciplina ed efficienza e minore correntismo e autoreferenzialità".
L'altro tasto su cui Brunetta ha insistito è quello dell'"organizzazione del lavoro che è a livello pre industriale". "Nessuno - ha sottolineato Brunetta - si è mai premurato di stabilire tempi, metodi, controlli anche di tipo elettronico. Nei tribunali c'è il caos. E nel caos nessuno vive bene, né i cittadini, né gli avvocati e neppure i magistrati. Il 90% dei problemi di efficienza della magistratura è di tipo organizzativo e l'organizzazione oggi è ict, controllo della produttività. Quella dei tornelli era una metafora non tanto lontana dalla realtà: significava la necessità di un'organizzazione scientifica del lavoro che ora in magistratura non c'è". A questo proposito il ministro, riportando un episodio che gli è capitato, ha evidenziato come "alle 14 di qualsiasi giorno al tribunale di Roma non c'è nessuno".

Quest'ultima dichiarazione ha suscitato le protesta del vicepresidente dell'Anm, Gioacchino Natoli. Per il magistrato, infatti, se il personale, soprattutto amministrativo, non è in servizio nella fasce pomeridiane lo si deve al taglio drastico degli straordinari e alle carenze di organico che non sono mai state risolte. "Più volte come Anm abbiamo invitato il ministro della Giustizia - ha detto Natoli- a venire a vedere cosa succede in un tribunale. Ma è un invito che non è mai stato raccolto".
Le parole di Natoli non hanno però fermato Brunetta il quale, raccogliendo la 'sfida', si è detto pronto, con Natoli, a una visita "in un tribunale qualsiasi del paese, quando vuole, a sorpresa. I magistrati - ha concluso Brunetta - sono servitori dello Stato come altri. Forse però loro si sono montati un po' la testa e ritengono che basta fare un cenno perché un ministro sia subito a loro disposizione".

"Evidentemente è più facile insultare e fare propaganda, che assumersi la responsabilità del proprio operato". Questa la replica del presidente dell'Anm, Luca Palamara, del vicepresidente  Natoli e del segretario generale Giuseppe Cascini, alle affermazioni del ministro Brunetta.
"Un ministro della Repubblica, tanto più della Pubblica amministrazione - hanno aggiunto i vertici dell'Anm - non può ignorare che l'organizzazione della giustizia è attribuita dalla Costituzione al ministro della Giustizia, e quindi al governo".
Il ministro, hanno aggiunto i vertici dell'Anm, "non sa di cosa parla". "Gli organici della giustizia e la presenza del personale amministrativo sono decisi dal governo - ha detto ancora l'Anm - Lo scorso anno il governo, su proposta dello stesso ministro della Pubblica amministrazione, ha tagliato drasticamente gli organici del personale degli uffici giudiziari". Inoltre "recenti circolari del governo - ha concluso l'associazione - chiedono ai magistrati di non fissare udienze pomeridiane, per l'impossibilità di assicurare la presenza e la retribuzione del personale di cancelleria in orario straordinario".
Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino: "La veemenza e la violenza anche verbale non facilitano il confronto costruttivo che sempre deve caratterizzare il rapporto fra le istituzioni". Secondo Mancino, le "affermazioni sopra le righe possono solo ridurre ulteriormente il prestigio dello Stato, bene che va difeso soprattutto quando si hanno responsabilità politiche ed istituzionali". Infine il Vicepresidente del Csm ha sostenuto che "per quanto riguarda, poi, il tema delle correnti presenti nella magistratura, mentre occorre un impegno comune per sconfiggere ogni degenerazione, non si può certo definire tale il pluralismo all'interno della libertà associativa, bene costituzionalmente garantito ai magistrati come ad ogni cittadino. Le correnti si giustificano solo come filoni culturali, vanno combattute quando tralignano, ma non si possono certo evitare per decreto legge".

Secondo il ministo della Giustizia, Angelino Alfano, la risposta dell'Anm alle dichiarazioni del ministro Brunetta è stata "esageratamente forte". "La risposta dell'Anm - ha rimarcato il Guardasigilli - mi è sembrata esageratamente forte soprattutto là dove fa riferimento a delle leggi che bloccano i processi. Noi abbiamo fatto delle leggi, in questa primo scorcio della legislatura, dalla riforma del processo civile - ha aggiunto - alle leggi anti-mafia che sono due importanti riforme in materia di sicurezza che hanno avuto un grande consenso dell'opinione pubblica del Parlamento e - ha concluso Alfano - buon consenso anche dall'Anm".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Apcom.net]

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30 settembre 2009
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