Il ministro Di Pietro blocca l mld e 35 mln di euro destinati alle Fs: ''Sono stufo di uno Stato che dà soldi al buio''
Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha bloccato un trasferimento di fondi per 1 miliardo e 35 milioni di euro alle Ferrovie dello Stato. A renderlo noto è stato lo stesso ministro lunedì mattina, durante la conferenza delle infrastrutture svoltasi a Napoli. ''Sono stufo di uno Stato che dà soldi al buio e poi altri decidono cosa farne'', ha detto Di Pietro.
Ai lavori della conferenza partecipava anche l'ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, che però ha lasciato la sede dei lavori prima dell'intervento del ministro.
Con la scorsa Finanziaria, ha ricordato Di Pietro, sono stati destinati 7,8 miliardi di euro alle Ferrovie: ''Soldi che hanno indebitato lo Stato italiano, contribuendo a far salire il rapporto deficit-Pil''. Da qui ''il problema che va affrontato con Fs: da quando sono diventate una società per azioni non sono più quelle di prima, né giuridicamente né praticamente. Delle due l'una: o prendono soldi dallo Stato e fanno ciò che dice lo Stato, o sono del tutto autonome ed escono dal comparto della pubblica amministrazione''.
Il ministro Di Pietro ha parlato anche di un ulteriore finanziamento che le Ferrovie rischiano di perdere, un finanziamento europeo. La questione riguarda ''lo stravolgimento'' avvenuto in sede parlamentare della norma, approvata in Consiglio dei Ministri, che prevedeva un finanziamento specifico annuale per reti ferroviarie Ten-Alta velocità: l'emendamento ha invece cancellato quel riferimento, sostituendolo con un generico richiamo al ''sistema ferroviario''. ''Poiché l'originale formulazione era parte integrante del provvedimento europeo che ci ha destinato un miliardo di euro, rendendoci il primo Paese per entità di finanziamenti sulle reti Ten, questa modifica, se non corriamo ai ripari nei prossimi giorni, ci fa rischiare grosso''. Una vicenda che, ha sottolineato Di Pietro, è un esempio di come ''le beghe politiche, indifferenti al destino del Paese, frenino tutto'', per colpa ''di una maggioranza che litiga e di una opposizione che fa dispetto ad ogni costo''.