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Il ministro Fornero e il premier Monti disponibili al dialogo sulle pensioni

Mario Monti ha convocato per domenica le parti sociali e i rappresentanti degli enti locali per illustrare le linee guida degli interventi che verranno adottati dal Cdm

02 dicembre 2011

"La disponibilità mia c'è e quella del presidente del Consiglio mi sembra ci sia tutta" a dialogare con le parti sociali sulla riforma delle pensioni. Lo ha affermato ieri il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a margine del Consiglio Ue affari sociali. "Nonostante io sia considerata molto severa, sono una persona aperta al dialogo", ha aggiunto Fornero, "quindi dovremo trovare una finestra" per il confronto con i sindacati. "Noi abbiamo l'intendimento di vedere le parti sociali, ma questo dipende dal presidente del Consiglio", Mario Monti, "e dai vincoli di tempo, perché noi ne abbiamo poco per queste azioni che ci sono richieste daBruxelles e dai mercati", ha aggiunto il ministro. "I privilegi vanno eliminati, anche se da soli non risanano i conti pubblici", ha ancora sottolineato il ministro del Lavoro da Bruxelles, e ha aggiunto: "Noi cerchiamo di dare alle misure equità nel senso reale del termine, e non solo di facciata". Per questo, è chiaro che quanto verrà deciso dal governo sulle pensioni "sono riforme che implicano sacrifici, ma noi cerchiamo di dare loro una cifra che possa renderle un po' meno sgradite" e "tollerabili" basandole sull'equità sociale, ha detto Fornero.

"Una delle misure" che sarà presentata lunedì al Cdm "sarà l'introduzione del metodo contributivo pro rata basato sull'uniformità di trattamento", ha annunciato. L'introduzione di questo sistema "andrà a regime progressivamente", ed è finalizzata ad "aiutare le persone a risparmiare durante la loro vita attiva", ha spiegato Fornero da Bruxelles. L'obiettivo delle nuove misure previdenziali che saranno adottate dal governo Monti, e che saranno dirette "a tutti", comporteranno sacrifici ma "dovranno allo stesso tempo rispettare l'equità sociale", per cui ci saranno "sacrifici maggiori per quei lavoratori che sono stati più fortunati". Quindi eccezioni saranno pensate "non per dare di più a chi è già più ricco, ma a chi non ce l'ha fatta", ovvero, ha sottolineato il ministro, "eccezioni verso il basso e non verso l'alto come invece noi abbiamo avuto per troppo tempo".
"In questo particolare momento abbiamo un'agenda dettata, come ha detto il commissario Ue Olli Rehn, dalla sopravvivenza dell'euro" a cui "noi in Italia possiamo dare un contributo o un colpo di freno, cosa che questo governo vuole evitare", ha avvertito la Fornero. Per questo, "io spero che queste misure vadano in Consiglio dei ministri il giorno 5 dicembre", ha auspicato la responsabile del dicastero del Lavoro, sottolineando che a Bruxelles al Consiglio Ue affari sociali "c'era attesa per il nuovo ministro italiano". Da qui anche la scelta, "nonostante l'intensissimo lavoro in corso a Roma", di partecipare ai lavori con i colleghi europei, perché "noi consideriamo ogni appuntamento europeo molto importante". E, nelle misure che adotterà il Cdm il 5 dicembre, ci sarà "forse l'accelerazione di alcuni sentieri di adeguamento, per esempio dell'età pensionabile delle donne, che erano già stati adottati dal governo precedente". Secondo Fornero, infatti, il governo precedente aveva adottato misure sull'aumento dell'età pensionabile "con una lunghezza di tempi che oggi forse non ci è più consentita". Nella lettera di impegni inviata a Bruxelles a fine ottobre dall'allora premier Silvio Berlusconi, il governo italiano si impegnava a portare a 67 anni l'età pensionabile di uomini e donne entro il 2026.

Resta comunque l'altolà dei sindacati che non condividono le nuove ipotesi in tema di riforma delle pensioni. Soprattutto quando si tratta di aumentare i contributi per andare in pensione sopra il limite dei 40 anni. Secondo Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, "è una misura palesemente ingiusta. I sindacati non possono essere d'accordo - ha proseguito - se si preannuncia il fatto che le persone che continuassero a lavorare dopo 40 anni di lavoro verserebbero contributi che non hanno alcun effetto sulla loro pensione, cioè praticamente pagherebbero contributi 'a vuoto', e non pochi perché in alcuni casi corrispondono ad un terzo del loro stipendio". "Quindi - ha avvertito - come si fa a dire che questa soluzione è accettabile? E' palesemente ingiusta". Per Angeletti invece "bisogna ridurre le tasse sul lavoro: questa è la cosa più importante, che può consentire di aiutare la competitività delle imprese, aumentare i consumi ed evitare l'aumento della disoccupazione".
Intanto, il presidente del Consiglio Mario Monti ha convocato per domenica mattina 4 dicembre le parti sociali e i rappresentanti degli enti locali, al fine di illustrare le linee guida degli interventi che verranno adottati dal Consiglio dei ministri lunedì 5 dicembre. Lo rende noto un comunicato di palazzo Chigi. Già prima il ministro Fornero, rispondendo a distanza all'appello del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ("E' molto grave che non ci sia alcun confronto", aveva dichiarato il sindacalista), aveva aperto al dialogo con le parti sociali sulla riforma delle pensioni. [Adnkronos]

- Ecco il piano per le pensioni di Roberto Mania (Repubblica.it)

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02 dicembre 2011
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