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Il ministro Frattini è sicuro: "Il regime libico ha le ore contate"

Dalla Libia, intanto, un imam ha lanciato un fatwa contro l'Italia e gli altri paesi "crociati"

16 maggio 2011

"Il regime libico ha le ore contate" e la comunità internazionale sta lavorando per trovare un esilio a Muammar Gheddafi. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini durante 'La telefonata' di Maurizio Belpietro su Canale 5.
Le minacce rivolte dalla Libia, ha detto il titolare della Farnesina, sono "un ultimo tentativo disperato del regime di minacciare, intimorire. Mettiamo da parte la propaganda e diciamo che il regime ha le ore contate. Non è solo quello che noi speriamo ma sono messaggi che cominciano ad arrivare dal cerchio ristretto del raìs", ha aggiunto Frattini facendo presente che alcuni, all'interno di questo cerchio ristretto, hanno cominciato a dire che "una via di uscita onorevole è quello che Gheddafi cerca, trovare un luogo dove in modo decoroso si possa ritirare e scomparire per sempre dalla scena politica". "Gheddafi non vuole essere ovviamente ucciso, ma nessuno questo lo vuole", ha sottolineato il ministro. Quindi, rispondendo ad una domanda se esista la possibilità, l'ipotesi di mandare in esilio Gheddafi, ha spiegato: "se lo diciamo ora bruciamo questa ipotesi, stiamo lavorando perché si trovi con le Nazioni Unite esattamente questa via di uscita, una via di uscita politica che tolga di scena il dittatore e la sua famiglia". Una via di uscita, ha aggiunto "che permetta la costituzione immediata di un governo di riconciliazione nazionale dove esponenti di Tripoli sarebbero già stati indivifduati proprio nell'ambito della Tripolitania e questo dimostra che non sarebbe il governo di Bengasi ma dell'intera Libia", ha ancora sottolineato.

Le minacce contro l'Italia a cui ha fatto riferimento il responsabile della Farnesina, è la vera e propria fatwa contro "Italia, Francia, Gran Bretagna, Qatar e Danimarca" lanciata da un imam libico, identificato come Noureddin al-Mijrah, nel corso di una conferenza stampa a Tripoli. Il religioso ha infatti invitato il mondo musulmano a uccidere "1.000 persone per ogni imam" morto venerdì scorso nel raid della Nato sulla città di Brega. Secondo il portavoce del governo libico, Moussa Ibrahim, sono morti undici imam nel raid.
Ibrahim, citato dal sito web dell'emittente Al Jazeera, ha definito l'attacco "un crimine barbaro", precisando che i religioni sono stati uccisi mentre stavano dormendo. Il portavoce ha infine sottolineato che gli imam facevano parte di un gruppo di religiosi giunti a Brega per pregare per la fine del conflitto.
La Nato ha confermato l'attacco al bunker nella città di Brega, nell'est della Libia. "Sebbene non possiamo confermare queste affermazioni, deploriamo la perdita di vite innocenti quando essa si verifica", ha dichiarato l'Alleanza, per la quale "l'edificio di Brega era chiaramente identificato come un centro di comando".
Intanto, il presidente del Consiglio nazionale transitorio Mahmoud Jibril è stato ricevuto alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti considerano il Cnt "un interlocutore legittimo e credibile per il popolo libico", ha dichiarato, secondo quanto riferito da una nota, Tom Donilon, consigliere per la sicurezza degli Stati Uniti, al termine dell'incontro a Washington con il leader dei ribelli libici. [Informazioni tratte da Adnkronos/Aki]

 

 

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16 maggio 2011
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