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Il mio amico giardiniere

Una storia piccola e piacevole per due attori che danno prova eccellente del proprio mestiere

26 novembre 2007


 







Noi vi segnaliamo...
IL MIO AMICO GIARDINIERE
di Jean Becker

Un pittore parigino di successo, sulla cinquantina, torna alle sue radici nella casa dell’infanzia nella provincia francese. Non ha né le capacità né l’energia di occuparsi del terreno intorno alla casa e mette un annuncio per trovare un aiuto sul posto. Assolutamente per caso, il primo candidato - che si rivelerà quello giusto - è un vecchio compagno di scuola che il pittore non vede da quando erano bambini, e che diventerà il giardiniere...

Tit. Orig.  Dialogue avec mon jardinier 
Anno 2007
Nazione Francia
Distribuzione BIM
Durata 110'
Regia Jean Becker
Sceneggiatura Jean Cosmos, Jacques Monnet, Jean Becker
Tratto dal romanzo omonimo di Henri Cueco
Con Daniel Auteuil, Jean-Pierre Darroussin, Alexia Barlier, Fanny Cottençon
Genere Commedia


La critica
''E' chiaro che quello che interessava al regista dei 'Ragazzi del Marais' e prima dell''Estate assassina' era una prova di attori mattatori, capaci di rendere la complessità, le sfumature di un rapporto quasi d'amore inteso in senso di partecipazione, fedeltà, assimilazione dell'altrui filosofia.. E' altrettanto chiaro che è questa la virtù del film in cui si parla di Botero, di Sarte e si ascolta il coro del Nabucco, ma dove valgono le mezze tinte, le mezze parole, i mezzi sguardi di cui sono detentori straordinari due attori che modulano due ben note sensibilità: Daniel Auteuil, certo, è l'artista integrato ma sofferente della sua integrazione, vicino al divorzio; Jean-Pierre Darroussin, interprete magnifico che in Italia non è riconosciuto come merita, è l'uomo semplice che si accontenta della pesca. E poiché entrambi sono anche simpatici è facile entrare in sintonia con questa parlatissima amicizia virile, genere principe del cinema che fu, anche se la storia vive meglio nella parte brillante, nel gusto della conversazione intelligente e casual delle cose della vita, tipica dello stile francese alla Sautet, che nel sentimentalismo coatto del finale spinge troppo su una telecomandata commozione.''
Maurizio Porro, 'Corriere della Sera'

''Girato con una semplicità che sconfina nel semplicistico per il modo ovvio in cui contrappone mondo rurale (autentico) e mondo cittadino (artefatto), il film si affida alla bravura di due interpreti che si amalgamano perfettamente rendendo credibile e sempre godibile il loro duetto.''
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa'

''Anche la cinepresa di Becker guarda con calma i suoi piccoli eroi quotidiani, che si chiamano a vicenda Delprato e Delquadro, lasciandoci il tempo di diventarne amici. Signorilmente, Auteuil si mette al servizio della finissima performance del giardiniere Darroussin.''
Roberto Nepoti, 'la Repubblica'

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26 novembre 2007
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