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Il mio occhio per un lavoro... ma all'occorrenza posso dare anche un rene...

Si rinnovano in Sicilia le reazioni e gli appelli estremi dei senza lavoro

11 gennaio 2005

La piaga della disoccupazione, nonostante gli ottimi risultati che il governo dice si siano raggiunti, sembra affliggere ancora parecchie persone giù, nelle terre del meridione, e tale problema a volte sconvolge tanto che le reazioni possono essere davvero eclatanti.

Ma parliamo di una di queste reazioni avuta da un uomo in terra di Sicilia, l'anno appena trascorso...
Giuseppe Schirru, un tecnico ortopedico di Villabate (PA), di 39 anni, titolare di un azienda di prodotti per l'assistenza ai disabili, lanciò il seguente appello: ''Dono un rene o una retina per salvare la mia azienda''
A Giuseppe Schirru servivano 100mila euro per risolvere il problema della liquidità della sua azienda, e visto che le banche non hanno voluto assolutamente concedergli nessun prestito, offrì i suoi organi, merce veramente preziosa. ''Io non vendo organi per carità - disse Schirru ai giornalisti - e poi non mi piacerebbe essere sezionato. Ma le banche mi stanno soffocando: avendo bussato a tutte le porte e non avendo trovato alcuna risposta, sono disponibile a donare il rene o la retina ad una persona che ne ha bisogno e che può aiutarmi''.
La storia del tecnico ortopedico Schirru cominciò nel 2003, quando la banca gli bloccò i fidi, senza nessuna spiegazione. Insomma, l'ennesima vittima del grande vampiro bancario.

Ci siamo incamminati da poco verso un nuovo anno, e da quello vecchio ci siamo portati il solito problema della disoccupazione, insieme alle conferme degli ottimi risultati raggiunti dal governo.
La situazione occupazionale in Sicilia sembra non promettere niente di buono, ma sul mercato degli organi, la Regione sembra vada avanti bene.

Infatti nel bancone dei pezzi interni dati in vendita , all'inizio di questo nuovo anno possiamo trovare il rene del 54enne Angelo Randazzo, disoccupato di Mazara del Vallo (TP).
''Sono disponibile a donare un rene in cambio o di lavoro o di denaro''.
Angelo Randazzo, che si dice disposto ad accettare qualsiasi lavoro a tempo indeterminato, racconta di avere un figlio di 26 anni, anche lui disoccupato nonostante un diploma di perito meccanico. "Sono disperato. Anche gli amministratori comunali - sostiene - non mi hanno mai aiutato: ho chiesto sussidi alla provincia, ma non ho mai avuto risposte". "Ho fatto il ragioniere per una ditta che commercializzava pesce - racconta - ma poi mi sono dimesso e ho impiantato una causa di lavoro durata 14 anni: mi hanno rovinato gli avvocati che non mi hanno assistito adeguatamente''.
Insomma, l'ennesima vittima degli avvocati squali.

Comunque, con tutto che il governo continua a dirsi ottimista, francamente nelle terre del sud il frutto di tanto ottimismo non è che si veda bene. Probabili problemi di vista? Sfido! Se per lavorare devo vendermi gli occhi!

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11 gennaio 2005
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