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Il miracolo ''fallito'' della televisione

Il romeno accusato ingiustamente degli stupri di Roma, forse non sarà più assunto dallo chef palermitano

28 marzo 2009

La vicenda degli stupri alla Caffarella e di Primavalle, bene o male, li conosciamo tutti. Dopo la scarcerazione di Karol Racz, meglio conosciuto come "faccia da pugile", ieri è stato scarcerato anche Alexandru Loyos, il "biondino". Loyos era stato arrestato per calunnia e autocalunnia, reati per i quali è rimasto comunque indagato. La calunnia del "biondino" sta nel fatto d'aver tirato in ballo "l'amico" Racz nella turpe vicenda per la quale "il violentatore dalla faccia da pugile" è rimasto in carcere 35 giorni. Comunque, dopo indagini e controindagini ed esami del Dna, il giudice ha cancellato ogni sospetto su "faccia da pugile" che è ritornato Karol Racz.
A cancellare l'infamante marchio di mostro ci ha provato anche la televisione. L'abilissimo Bruno Vespa lo ha subito voluto ospite, in esclusiva, nel suo "Porta a Porta", e ha dato a Racz la possibilità di "riabilitarsi".

"Perché il mio amico Loyos abbia detto alla polizia che ero stato io a violentare la ragazzina, proprio non lo so. Siamo stati amici, gli ho dato anche dei soldi. Quello che gli è girato in testa non lo so". Nello studio di Porta a Porta, Karol Racz si è potuto sfogare, raccontare la sua vita e le sue ragioni, ha conosciuto e stretto la mano al sindaco di Roma Gianni Alemanno, e ha parlato di quando, bambino di cinque mesi, fu abbandonato in un orfanotrofio romeno: "Non ho mai conosciuto i miei genitori, ho sette fratelli ma solo io sono stato affidato all'istituto. Sono uscito a 18 anni. Poi ho cominciato a lavorare come panettiere e pasticciere in un convento. A volte venivo pagato, ma in genere lavoravo per vitto e alloggio. Non è vero che sono un pregiudicato: sono stato multato solo una volta in Romania perché mi hanno trovato sul treno senza biglietto. Il mio sogno da bambino? Diventare monaco e fare voto di castità".

Insomma, un innocente vittima della povertà, del timore sempre crescente degli italiani nei confronti degli stranieri, della cattiveria degli uomini. Un personaggio perfetto, televisivamente parlando, e al quale adesso in molti vogliono tendere una mano d'aiuto. 

"L'ho visto in tv e ho pensato: ha subito un torto, è stato in carcere da innocente, sarei felice di assumerlo". Una di quelle mani d'aiuto l'ha tesa Filippo La Mantia, lo chef palermitano più amato dei salotti della Roma. In un colloquio con il "Corriere della Sera", La Mantia, che è stato ingiustamente in carcere caricato di un'accusa infamante, si è offerto di assumere Racz. Lo chef palermitano è stato vittima di un errore giudiziario: sette mesi trascorsi all'Ucciardone, nel 1986, con l'accusa di aver affittato l'appartamento da cui i killer di Totò Riina spararono al vicequestore Ninni Cassarà. Erano gli anni in cui i Corleonesi insanguinavano Palermo: ci volle Giovanni Falcone per capire che l'allora fotoreporter con l'omicidio non c'entrava nulla. In cella La Mantia imparò a cucinare e iniziò la sua carriera (LEGGI).
Ma non sono state solo parole quelle dello chef palermitano, nei giorni scorsi, infatti, ha contattato il sindaco Alemanno presentandogli le sue intenzioni. "Ho lanciato un sasso - ha detto La Mantia - vediamo che succede, io sono qui in albergo 12 ore su 24".

Sui compiti da affidare al romeno La Mantia non ha preclusioni: "Può fare il pane, se vuole". Altrimenti, ha aggiunto, "gli insegnerò a fare cassate e cannoli, non sarebbe la prima volta, ho già avuto tanti allievi". Anche l'ostacolo che Racz non conosca l'italiano non turba lo chef: "Imparerà, ho sempre lavorato con gente di tutto il mondo, la cucina è internazionale". Certo, l'eventuale assunzione di Racz non sarà a scatola chiusa: "Deve essere a posto con la legge e ho bisogno di incontrarlo: devo capire i suoi desideri, se ha voglia di lavorare, se gli piace, se è in grado di reggere lo stress".
Per farla breve, lo chef si è dichiarato "felice" di offrire un'opportunità a Racz: "Noi siciliani siamo così - ha detto infine - ci innamoriamo delle situazioni".

La Mantia però, sembra aver fatto i conti senza l'oste, che in questo caso non è lui stesso, così come ama definirsi. Nel suo caso, infatti, l'oste con cui fare i conti sono state tre cameriere che si sono "licenziate" prima ancora di firmare il contratto, e un'agenzia turistica (non italiana, ma il cuoco non vuole dire di quale Paese) che ha minacciato via fax di non mandare più clienti.
Fra le cameriere una, in particolare, non ha digerito la presenza del romeno: "Ha telefonato - ha raccontato lo chef - e ha spiegato che non le va di lavorare con Racz perché è stato accusato di stupro. Era brava, ma non la assumerò più: non mi piace questa mentalità".
L'"incidente" ha turbato La Mantia. "Sono avvilito - ha ammesso -, depresso. Racz è stato già giudicato, per la gente è e resterà "faccia da pugile". Non importa a nessuno che non abbia un letto. Il mostro non è lui, siamo noi".
Lo chef ha raccontato anche di aver ricevuto in due giorni "centinaia" di mail a sostegno della sua iniziativa e una decina di protesta, per lo più da parte di disoccupati: "Perché assume il romeno? Perché è andato in tv?". "Ho risposto a tutti - dice il cuoco - e ho spiegato che è stato un gesto istintivo. Qualcuno mi ha anche accusato di volermi fare pubblicità". "Maledetta la sera in cui ho mandato a Porta a Porta il messaggio con cui dicevo di essere disponibile. Doveva avvenire tutto in sordina". La Mantia, però, non è sicuro che il progetto si sia arenato per razzismo. "Forse ho scoperto un mondo. Ma per me questa parola è fantascienza: a Palermo - sottolinea - abbiamo sempre convissuto con altre nazionalità".

Insomma, il miracolo che la televisione stava per concedere alla povera vittima, questa volta sembra non essere riuscito, e per Racz inizia un periodo difficile. Sembra che anche un'azienda agricola abruzzese abbia ritirato l'offerta di lavoro. Adesso resta solo una cooperativa romana che si occupa di manutenzione del verde.

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Ansa.it, Adnkronos/Ing, Corriere.it]

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28 marzo 2009
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