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Il misterioso "signor Franco"

I pm sarebbero molto vicini all'identificazione dell'uomo che si sarebbe occupato della trattativa tra Stato e mafia

05 luglio 2010

Sarebbe di origine altoatesina e per oltre trent'anni avrebbe avuto rapporti con i Servizi segreti anche se non si sarebbe mai ufficialmente arruolato. Dovrebbe essere questo l'identikit del misterioso "signor Franco", il personaggio che, da dietro le quinte, avrebbe mosso i fili della trattativa tra Stato e mafia, garantito la latitanza del boss Bernardo Provenzano e protetto Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo.
Massimo Ciancimino, dopo oltre un anno di incertezze, ha dato ai pm di Palermo, che sulla trattativa indagano, un manoscritto del padre in cui figurano anche nome e cognome del "signor Franco". Indicazioni che avrebbero consentito di risalire all'altoatesino, ormai pensionato, e comunque mai inserito nelle liste ufficiali degli 007 italiani. Gli inquirenti, al contrario di quanto trapelato nelle scorse settimane (LEGGI), non sarebbero invece in possesso della foto del misterioso protagonista di decenni di intrighi e rapporti tra pezzi dello Stato e criminalità.

E per l'identificazione del signor Franco si è mossa anche la Procura di Caltanissetta che sta cercando di ricostruire il ruolo dei Servizi nelle stragi mafiose del '92. Sabato scorso i pm nisseni hanno delegato alla Dia una serie di perquisizioni in diverse abitazioni e immobili di Massimo Ciancimino e di alcuni suoi familiari e conoscenti a caccia di documenti utili (LEGGI).
Questa mattina si è tenuto un vertice nella Procura di Caltanissetta per fare il punto della situazione dopo le perquisizioni. Ad occuparsene i magistrati nisseni e gli investigatori della Dia ed è lo stesso procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, a spiegare: "Massimo Ciancimino non è un testimone né un collaboratore, pertanto non ha l’obbligo di dire la verità. E’ credibile se riscontriamo ciò che dice". Parole a cui lo stesso Ciancimino risponde così: "Saranno i magistrati a verificare se quelle carte sono utili. Io devo pensare anche alla mia famiglia e anche io ho diritto alle ferie". Non pensano alle vacanze, invece, alla Procura nissena. "Dobbiamo fare in fretta - ha aggiunto Sergio Lari - Abbiamo un obbligo morale su alcune persone, almeno sette, già condannate per la strage di via D’Amelio e sui quali ci sono forti dubbi sulla loro reale responsabilità".

[Informazioni tratte da Ansa, Repubblica/Palermo.it, GdS.it]

- Verità, dubbi e depistaggi (Guidasicilia.it, 03/07/10)

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05 luglio 2010
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