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Il mistero dei precari dell'Ingv

C'è la legge, ci sono i soldi eppure sembra che nessuno voglia prendersi il merito di sbloccare l'anomala situazione

10 settembre 2009

Le difficoltà in cui versa l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sono una sorta di mistero tutto italiano. Dallo scorso ottobre un "avvertimento" campeggia tra le pagine del sito ufficiale dell’ente: i lavoratori precari – vera spina dorsale dell’Ingv – dichiarano di essere in stato di agitazione ma di proseguire nel loro prezioso lavoro di monitoraggio e di raccolta e studio dei dati. (LEGGI)
Operazioni che, specie, in Sicilia, sono della massima importanza per motivi che appare superfluo spiegare. "Quello dei precari dell’Ingv – spiega il direttore della sede catanese Domenico Patanè - è un problema irrisolto che ci trasciniamo dal 2001, anno di creazione dell’ente cui facciamo capo. In quell’occasione i ranghi vennero completati tramite l’accorpamento delle diverse strutture che vennero a far parte dell’Ingv. Contemporaneamente, però, nello stesso 2001 la nostra pianta organica, ormai saturata, venne bloccata e da allora nessun concorso è stato indetto, nonostante la nostra struttura, che è bene ricordarlo è parte integrante della Protezione Civile, sia stata ampliata e rafforzata. A nostro favore è giunto nei mesi scorsi il 'decreto anticrisi' che ha spostato il processo di stabilizzazione dei precari al 2012, ma sino a che non viene sbloccata la pianta organica, abbiamo le mani legate. Abbiamo potuto soltanto avviare un piccolo turnover, avvicendando i nostri collaboratori andati in pensione con alcuni precari.Vorrei precisare che con noi ci sono precari che svolgono la loro preziosa funziona all’interno della nostra organizzazione da dieci anni e oltre, senza essere ancora stati stabilizzati".

Il paradosso di questa vicenda è che l’Ingv non lamenta carenze finanziarie: "La questione legislativa è stata risolta dal decreto sulla stabilizzazione dei precari cui accennavo prima – spiega Patanè –, mentre con i fondi che abbiamo a disposizione saremmo in grado di mantenere tutti gli eventuali nuovi assunti, ovviamente scelti tra i numerosi precari". La struttura dell’Ingv di Catania è costituita da un nucleo di precari che arriva a quasi il 50% del personale. Strutturare queste persone sarebbe dunque possibile, sia dal punto di vista legislativo che da quello finanziario.
Allora il blocco dov’è? E chi è il responsabile? "E' proprio questo il mistero – spiega Patanè -. La Regione Siciliana ha emesso recentemente un documento col quale appoggia le nostre richieste ma di fatto, giustamente, rispettando le prerogative, investe il Governo nazionale della risoluzione del problema. Dal canto loro i ministri Gelmini e Brunetta, dietro nostra esplicita richiesta, hanno di recente promesso di occuparsi della vicenda, il cui sblocco è legato semplicemente ad una manifestazione di volontà, tramite un decreto, da parte del Governo".
C’è la legge, ci sono i soldi e nessuno al Governo si è preso ancora la briga di prendersi il merito di sbloccare questa vicenda. E che ci vuole? Forse un "decretino"? [SiciliaInformazioni.com]

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10 settembre 2009
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