Il Mito eterno del Teatro Greco torna a Siracusa con il XLI Ciclo di spettacoli classici
Anche quest'anno a Siracusa si rivivono le epopee greche con i grandi classici del teatro
Il Mito eterno del Teatro Greco a Siracusa
''Antigone'' e ''I sette contro Tebe'' al Festival Internazionale del Teatro Classico
di Maria Stefanelli (Agenzia Internazionale Stampa Estera)
Anche quest'anno il suggestivo scenario del Teatro Greco di Siracusa farà da cornice all'ormai consueto ciclo di spettacoli classici organizzato dall'INDA, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico, appuntamento arrivato alla sua 41esima edizione, che fino a qualche anno fa ricorreva a cadenza biennale e che dal 2000 si ripete invece ogni anno.
L'INDA, istituzione nata nel 1914 con lo scopo di far rivivere la cultura classica grazie alla rappresentazione di testi appartenenti alla drammaturgia antica, ha in programma per questa stagione, la messa in scena di due tragedie: ''I Sette contro Tebe'' di Eschilo, nella traduzione di Monica Centenni, e ''Antigone'' di Sofocle, nella traduzione di Maria Grazia Ciani.
Le due tragedie, come da tradizione, andranno in scena a giorni alterni fino al 26 giugno: la prima, per la regia di Jean Pierre Vincent, ha debuttato il 13 maggio (ultima rappresentazione il 26 giugno), mentre la seconda, diretta da Irene Papas, il 14 maggio sempre (ultima rappresentazione il 25 giugno).
Come ha sottolineato il sindaco di Siracusa e presidente della fondazione INDA, Giambattista Buferdeci, le due tragedie sono soltanto la punta di diamante di un programma culturale ben più ampio, che spazia su eventi di diversa natura. In calendario c'era infatti anche la messinscena di ''U' Ciclopu'' di Luigi Pirandello, per la regia di Vincenzo Pirrotta, a Palazzolo Acreide dall'11al 14 maggio scorso, dove si è svolto il Festival internazionale del teatro classico dei giovani.
È prevista inoltre la nuova serie della rivista Dioniso e tre mostre allestite a Siracusa: ''Le vesti di Medea'', in corso fino al 12 giugno; ''Duilio Cambellotti'', fino al 25 settembre; ''Gassman-Zareschi, protagonisti al Teatro Greco'', dal 18 giugno al 18 dicembre.
Questa, in breve, la trama delle due tragedie. Esse sono idealmente collegate, costituendo parte della lunga serie di sciagure che colpiscono la casa del re Edipo, sin dalla sua nascita.
Ne "I Sette contro Tebe", sette guerrieri Achei hanno giurato di distruggere la rocca di Tebe e di morire sul campo. Il re Eteocle, per difendere le sette porte della città è pronto a tutto anche a scontrarsi in combattimento con il fratello Polinice, cacciato dallo stesso re e presente fra i guerrieri nemici. Tebe sarà salva ma si compirà così la maledizione di Edipo per la quale i figli nati dall'incesto con Giocasta si sarebbero scontrati mortalmente per l'eredità.
È qui che si riallaccia la seconda tragedia, "Antigone", in cui la protagonista subisce le conseguenze del contrasto fra le leggi divine e quelle degli uomini. Antigone, figlia di Edipo e sorella dei due fratelli contendenti Eteocle e Polinice, verrà condannata a morte per avere reso coraggiosamente omaggio, secondo il rito funebre, alle spoglie del fratello Polinice morto da nemico della città, incurante del bando che puniva ciò con la pena capitale, emesso dal nuovo re di Tebe Creonte; ma la sua sventura è legata a quella dello stesso re, costretto ad assistere impotente alla morte del figlio Emone.
In entrambe le tragedie, due cast di enorme prestigio, con due attori del calibro ronconiano di Massimo Popolizio e Galatea Ranzi nei ruoli dei rispettivi protagonisti, per due grandi nomi della regia europea. Per "I Sette contro Tebe", Jean-Pierre Vincent, ex direttore del Théâtre National de Strasbourg e della Comédie Française, regista internazionale e grande conoscitore della cultura greca classica; per lui certamente non deve essere stato un problema allestire uno spettacolo in uno spazio come quello di Siracusa, avendo alle spalle nella sua quarantennale carriera allestimenti anche al Palazzo dei Papi di Avignone, oltre a tante regie, prevalentemente su testi classici, nei teatri più importanti di Francia. Una regia attuale, dedicata al tema della guerra, la sua, in cui il presente incarna però la triste presa di coscienza della fine di un mondo in cui gli uomini erano vicini agli dei.
Greca di nascita e per vocazione artistica, avendo votato l’intera carriera al teatro classico di cui è divenuta in un certo senso l'icona, Irene Papas ha invece curato la regia della seconda tragedia "Antigone". Tutti la ricordano nella mitica Penelope dell'Ulisse televisivo narrato da Ungaretti e nella straordinaria Medea delle Olimpiadi di Barcellona del 1992, ma soprattutto la apprezzano oggi per le regie delle sue tragedie di grande rigore e sensibilità classica. Neanche stavolta ha tradito il suo stile, che trova una chiara esemplificazione nelle sue stesse parole: "io vorrei che il pubblico comprendesse in modo chiaro le parole di Sofocle. Noi non abbiamo altro che le nostre emozioni per esprimere il testo".
Quale invito migliore a respirare il magico odore delle antiche pietre di Siracusa?
- www.indafondazione.org