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Il "Modello siciliano" in stand-by...

Ma è già finita la luna di miele tra la giunta di Crocetta e il MoVimento 5 Stelle?

28 marzo 2013

Nel corso della conferenza dei capigruppo di ieri, c’è stato un intervento "irrituale" del presidente della Regione siciliana. Irrituale per le consuetidini del governatore. Rosario Crocetta ha rivolto un appello ai presidenti dei gruppi parlamentari. "La Sicilia ha bisogno di tutti, le forze politiche devono fare prevalere il bene comune, bisogna stringersi insieme e fare ciò che è necessario e subito".
La quiete dopo la tempesta, insomma. Mancava solo il cinguettio degli uccellini. E tutti a chiedersi i motivi del "volemose bene" e di un esecutivo che sceglie la bassa intensità politica dopo tuoni e fulmini dei giorni scorsi.

Moventi multipli e abbastanza ragionevoli, ad avviso dei più. L’Assemblea regionale siciliana si accinge a modificare, ancora una volta, la legge elettorale e lo fa, al di là dei contenuti alla vigilia delle consultazioni amministrative, e non è il meglio che possa accadere.
Il governo ha sferrato un attacco durissimo ai santuari della politica siciliana, dalle Province alla formazione professionale, dall’organizzazione del personale amministrativo ad enti e consorzi aggrappati alla grande madre Regione. Non si è selezionato, si è colpito nel mucchio, né avrebbe potuto essere diversamente in una prima fase. Sono saltati perciò faticosi equilibri interni al Pd e alla maggioranza e si è inasprito il rapporto con l’opposizione di centrodestra, irriducibile sul mantenimento delle province (il centrodestra nazionale mantiene una posizione favorevole all’abolizione, contrariamente a quanto avviene in Sicilia).

Non è la piazza che preoccupa Crocetta, ma le reazioni politiche, sotto traccia e non. Il governo è atteso al varco e potrebbe essere infilzato su terreni "alternativi" per indurlo a miti consigli. La seduta straordinaria dell’Assemblea concede una boccata d’ossigeno, comunque. Convocata per il 3 aprile, dovrebbe dare agli elettori siciliani la doppia preferenza di genere, facendo compiere un bel "salto" in avanti alla Regione siciliana nel campo della parità di genere. È un appuntamento adatto a rasserenare gli animi, come sembra auspicare Crocetta. Il fronte delle "province" e della formazione professionale non concederà pause lunghe.

Un altro motivo di preoccupazione proviene, infine, dall’atteggiamento dei grillini siciliani. Giancarlo Cancellieri ha avvertito Crocetta e il governo che la luna di miele è finita. "Se sgarrano li mandiamo a casa, il modello siciliano siamo noi", comunica il cordinatore del M5S a beneficio di Beppe Grillo, che a Roma deve tenere compatto il fronte del rifiuto. Sostenere che si devono far cuocere nel loro brodo i partiti e attenderne il decesso richiede che nessuno ci provi.
"Il modello siciliano è meraviglioso", giudicò Grillo alla vigilia delle politiche, inviando un messaggio di governabilità senza ledere la diversità. L’apartheid romana, una ghettizzazione alla rovescia, pretende che il modello siciliano venga seppellito, ad di là di meriti e dem...eriti, utilità e inutilità.
Caduta questa sponda, in piena guerra ai "santuari", Crocetta deve prendersi un mese "sabatico", con un occhio a Roma. Se a Bersani dovesse finir male, le cose si complicano anche in Sicilia. [Fonte: SiciliaInformazioni]

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28 marzo 2013
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