Il Mondo intero dentro le scuole. Gli studenti stranieri in Italia sono 386mila e provengono da 187 Paesi diversi
I dati dell'indagine del Miur
''Si avvicina a 400 mila il numero di alunni stranieri presenti nella nostra scuola. Provengono da 187 Paesi del mondo e rappresentano una percentuale che supera il 4% della popolazione scolastica complessiva''. Così il Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha presentato l'indagine sugli alunni con cittadinanza non italiana che hanno frequentato le scuole nel nostro Paese nell'anno scolastico 2004/2005. L'aumento progressivo del loro numero (dieci anni fa erano appena 50 mila!), ha scritto la Moratti, ''rappresenta un dato di grande rilevanza culturale e sociale e coinvolge praticamente tutte le scuole italiane, in particolare la loro capacità di accoglienza e integrazione''.
Per la precisione, gli alunni stranieri lo scorso anno sono stati 360 mila, pari al 4,2% della popolazione scolastica, il 20% in più rispetto all'anno precedente.
Il 90,6% degli studenti stranieri frequenta la scuola statale, mentre il restante 9,4% è iscritto in istituzioni scolastiche non statali. Una proporzione, sottolineano dal Miur (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca) che rispecchia il rapporto delle rispettive popolazioni scolastiche iscritte nei due settori.
Secondo quanto emerge dall'indagine, la presenza degli alunni stranieri è molto disomogenea e differenziata sul territorio nazionale: al 7,4% di presenze nel Nord-Est si contrappone l'1% del Sud. E infatti sono tutte nel Nord Italia le province con più alunni stranieri nelle loro scuole: al primo posto Mantova, seguita da Reggio Emilia, Piacenza, Modena e Prato. Un risultato che evidenzia anche un'inversione di tendenza: gli immigrati non si stabiliscono più, o non soltanto, nei capoluoghi regionali o nelle grandi città, ma preferiscono la vita in provincia.
La percentuale italiana (4,2%) rispetto a quella di altri Paesi europei resta comunque bassa: che siano paesi con una più lunga tradizione multiculturale come la Germania o l'Inghilterra, rispettivamente con il 10% e 15%, o di recente emigrazione come Spagna e Portogallo (5,7% o 5,5%), fino al 23,6% della Svizzera, ovunque gli alunni stranieri sono di più anche se, precisano dal Miur, il concetto di ''alunno straniero'' ha accezioni diverse per cui tali percentuali restano indicative.
Considerando che gli alunni nelle nostre scuole provengono da 187 paesi su 194 stati si può ben dire che a scuola c'è il Mondo! Quasi un alunno straniero su tre arriva dai Paesi dell'Est. La classifica per singolo stato è guidata da Albania (60mila alunni, 16,7%) e Marocco (52mila, 14,4%). In particolare, in Italia due sono state le cittadinanze emergenti nell'ultimo anno: la romena, con circa 42 mila alunni, e l'ecuadoregna, con più di 12 mila. Rispettivamente al terzo e sesto posto della graduatoria generale, la Romania, in particolare, rispetto allo scorso anno, ha aumentato le presenze del 51% e si conferma prima cittadinanza nelle scuole delle province di Torino, Latina, Viterbo, Roma, Arezzo e Padova. La presenza dell'Ecuador, invece, si registra soprattutto nelle grandi città del Centro-Nord, ma in modo rilevante nella provincia di Genova dove rappresenta poco meno della metà degli alunni stranieri.
Un quadro così variegato che rende molto importante sia scegliere efficaci strategie didattiche sia impostare un piano pedagogico adeguato.
''Da tempo la nostra scuola ha scelto la piena integrazione di tutti e l'educazione interculturale come suo orizzonte culturale'' ha scritto ancora il Ministro Moratti. ''Il nostro modello di integrazione, a differenza di quelli inglese e francese, tende a rifiutare sia la logica dell'assimilazione, sia la costruzione o il rafforzamento di comunità etniche chiuse. Favorisce, invece, il dialogo, il rispetto reciproco e il confronto per valorizzare la ricchezza di esperienze e riflessioni compiute in questi anni, anche con il coinvolgimento delle famiglie. Favorisce, insomma, l'integrazione nel pieno rispetto delle identità''.
''L'incontro aperto con altre culture e modelli di vita, la garanzia per tutti i cittadini, italiani e non, di acquisire nelle nostre scuole una reale esperienza di apprendimento e di inclusione sociale, - ha concluso - sono obiettivi cui miriamo con il concorso e la collaborazione di tutti i soggetti educativi presenti sul territorio''.