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Il mostro del Circeo, in semilibertà grazie ai giudici del tribunale di sorveglianza di Palermo, ha confessato

Infuriano le polemiche sulla semilibertà concessa il novembre scorso ad Angelo Izzo dai giudici di Palermo

04 maggio 2005

Dopo trent'anni dal suo primo, efferato omicidio, il mostro del Circeo è ritornato a dire ''Sono stato io''.
Angelo Izzo ha subito confessato al primo interrogatorio.
Ascoltato ieri dal magistrato inquirente nel carcere di Campobasso ha ammesso il duplice omicidio di Maria Carmela Maiorano (48 anni) e della figlia Valentina (14 anni), negando invece la violenza sessuale.
''Angelo Izzo ha ammesso le proprie responsabilità in ordine al duplice omicidio - ha dichiarato l'avvocato difensore Enzo Guarnera all'uscita dal carcere - escludendo qualsiasi responsabilità in merito all'accusa di violenza sessuale. Si è riservato di spiegare meglio tutte le circostanze tra alcuni giorni, quando sarà più sereno''.
Dopo la dichiarazione spontanea di Izzo da parte dei magistrati non ci sono state domande. Non si è parlato né del movente né se assieme a lui abbiano agito anche gli altri presunti complici. Particolari nei quali Izzo entrerà nel prossimo interrogatorio, che probabilmente sarà la prossima settimana, ma che è ancora da stabilire.
Al momento non è previsto un confronto con Giovanni Maiorano, l'ex collaboratore di giustizia pugliese, marito e padre delle due vittime che venerdì sera è arrivato da Palermo a Campobasso per vedere per l'ultima volta le sue familiari.

Le accuse che gravano su Angelo Izzo e gli altri due indagati Luca Palaia e Guido Palladino, sono di omicidio premeditato aggravato, violenza sessuale e occultamento di cadavere.
Secondo quanto emerso dall'autopsia, madre e figlia hanno tentato di difendersi e sono state malmenate dai loro aguzzini. La donna ha ematomi sul capo e sulla gamba sinistra, la ragazza ha un graffio sulla spalla sinistra. L'esame ha rivelato inoltre che la causa della morte è l'asfissia da soffocamento provocato con sacchetti di plastica, avvolti intorno alla testa delle vittime e poi chiusi con nastro da imballaggio.

Intanto per i giudici del tribunale di sorveglianza di Palermo, quelli che nel novembre del 2004 hanno deciso di concedere la semilibertà ad Angelo Izzo, sono finiti in un vortice di polemiche.
Il loro collega, il presidente del tribunale di sorveglianza di Campobasso, Antonio Mastropaolo, non ha risparmiato critiche ai magistrati palermitani, ed il ministro di Grazia e Giustizia, Castelli, ha inviato gli ispettori ministeriali a Palermo che entro 15-20 giorni consegneranno il loro rapporto sulla vicenda.
A Palermo, il presidente del tribunale di sorveglianza ed i magistrati che hanno materialmente esaminato e poi concesso la semilibertà che era stata richiesta da Angelo Izzo, hanno affermato da subito di avere applicato la legge non mancando di sottolineare che quel provvedimento era stato preso anche sulla base di decisioni di altri tribunali italiani che in passato avevano concesso permessi premio ed altri benefici al ''mostro del Circeo''.
La responsabilità non è nostra, dicono al tribunale di sorveglianza di Campobasso, la responsabilità è dei colleghi di Palermo, del tribunale di sorveglianza del capoluogo siciliano, che ha disposto la semilibertà e ha rispedito il detenuto proprio a Campobasso, dove c'è l'associazione che gli avrebbe dato lavoro, ''Città futura''.
E in un volantino ''Città futura'' spiega la sua filosofia: «Hai bisogno di aiuto? Vuoi dare aiuto?».

Il dottor Antonio Mastropaolo, da vent'anni giudice di sorveglianza sulle carceri, dal 1987 presidente del tribunale di sorveglianza di Campobasso, la sua città natale, dice che non fu d'accordo allora, quando Palermo glielo rispedì, nel novembre 2004, e tanto meno è d'accordo oggi: ''Per me Izzo non doveva essere messo a contatto con soggetti disadattati, come quelli che frequentavano 'Città futura' ''.  ''Io sarei stato un po' restio - ha dichiarato Mastropaolo - a concedere la semilibertà, anzi non l'avrei proprio concessa''.
Il magistrato ha aggiunto anche che ''il Tribunale di Sorveglianza di Palermo ha fatto un giudizio prognostico sulla personalità 'maturata' di Izzo, e quindi sulla non recidiva. Ha detto che lui era ormai pienamente reinserito nella società e quindi, anche con la garanzia della semilibertà, non avrebbe sicuramente commesso altri reati. La prognosi, a distanza di quattro mesi, si è dimostrata sbagliata''.

Considerazioni che i magistrati palermitani respingono con decisione. Dicono che non potevano fare altro e che hanno rispettato la legge. ''I giudici del tribunale di sorveglianza di Palermo hanno applicato la legge concedendo l'idoneità alla semilibertà ad Angelo Izzo, altrimenti avrebbero dovuto modificare illegalmente le carte, su 29 anni di carcerazione, che lo riguardavano''.
Dice il presidente del tribunale di sorveglianza di Palermo, Francesco Pinello, spiegando il provvedimento emesso nel novembre scorso da un collegio del suo tribunale composto, oltre che da due giudici togati anche da un medico psichiatra e da una psicologa. Angelo Izzo, ad aprile dell'anno scorso, aveva presentato l'istanza a Palermo durante la sua detenzione al carcere di Pagliarelli e, prima di decidere, il collegio aveva disposto due rinvii per esaminare e approfondire la richiesta. Izzo aveva avanzato due istanze di scarcerazione: la prima per ottenere la liberazione condizionale, che è stata negata dal tribunale, la seconda per avere la semilibertà.
"E l'istanza di Izzo - ha aggiunto Pinello - è stata esaminata con le relative relazioni di assistenti sociali e rieducatori e dalle carte è emerso un progressivo miglioramento del detenuto che è stato per questo ritenuto meritevole della semilibertà".

Nel caso di Angelo Izzo ha detto invece il ministro della Giustizia Castelli ''è ovvio che con il senno di poi è stato commesso un errore. Bisogna capire se è stato un errore in buona fede o per negligenza''.

- ''L'insegnamento di Falcone'' dal Corriere.it

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04 maggio 2005
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