Il mullah Dadullah, capo talebano e carceriere di Daniele Mastrogiacomo, è stato ucciso dalle forze Nato
Il comandante dei guerriglieri talebani, il mullah Dadullah, è stato ucciso. Secondo fonti afgane Dadullah ha perso la vita durante un combattimento nella regione di Kandahar, nel Sud dell'Afghanistan, sabato notte. A renderlo noto l'ufficio stampa del ministero dell'Interno di Kabul: ''Dadullah e suo fratello sono stati uccisi durante un'operazione militare nella provincia di Helmand''. Il fratello del mullah era stato liberato poco meno di due mesi fa dal governo afgano, insieme ad altri quattro prigionieri, in cambio del rilascio dell'inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo.
In un primo tempo i talebani ne avevano smentito la morte, così il corpo è stato mostrato a un gruppo di giornalisti nella sede del governo provinciale di Kandahar. Ai giornalisti, che sono stati ammessi nell'edificio insieme ad alcuni abitanti del luogo, è stato spiegato che in questo modo si è voluto dare la prova incontrovertibile dell'uccisione del temuto comandante guerrigliero, autore di stragi e rapimenti, compreso quello di Mastrogiacomo.
Intervistato a caldo da un giornalista, Daniele Mastrogiacomo ha detto: ''E' l'inizio della fine di un incubo. Lo ammetto, provo un senso di liberazione: Dadullah disponeva della vita altrui, uccideva innocenti. Era uno che pensava di poter emergere fra le gerarchie militari decapitando e uccidendo in maniera discriminata''.
L'agenzia Pajhwok ha sottolineato anche che l'uccisione di Dadullah è avvenuta nel corso di un'operazione congiunta compiuta dalle forze afgane e da quelle della Nato. Nella zona dove si è svolta l'operazione da parecchie settimane è in corso un'offensiva che mira a liquidare l'insurrezione antigovernativa, condotta in modo congiunto da esercito di Kabul e forze straniere.
''Abbiamo ucciso l'assassino dell'interprete Adjmal Nashkabandi e dall'autista Saied Agha'' ha dichiarato il governatore di Kandahar.
La scomparsa di Dadullah, dicono analisti a Kabul, è un colpo durissimo per i talebani. ''Hanno perso il 50 per cento della loro forza'', ha detto Syed Anwer, giornalista e profondo conoscitore dell'universo degli studenti di teologia diventuti combattenti. Ora, forse si aprono possibilità di dialogo fra i guerriglieri e il governo di Hamid Karzai, al potere dal crollo del regime talebano nel dicembre 2001.
Nonostante la convinzione degli analisti, la tv satellitare Al Jazira, citando fonti anonime dei talebani, ha annunciato che il movimento dopo aver ammesso la morte del mullah Dadullah ha annunciato che è già stato scelto il suo successore, senza per ora farne il nome. L'inviato di Al Jazira, Ahmad Zaydan, ha commentato la notizia minimizzando la portata di questa uccisione. ''Non si tratta di un duro colpo per i talebani come invece si sente dire nei media occidentali in queste ore, questo perché la morte di un capo militare come lui non influisce sul corso dei combattimenti che avvengono ogni giorno tra i combattenti islamici e le forze della Nato. Lo abbiamo visto alcuni mesi fa quando in un raid aereo è stato ucciso il Mullah Muhammad Akhtar Uthmani come in realtà dopo non sia cambiato nulla''.
- ''Ma la guerriglia non è sconfitta'' di Lorenzo Cremonesi (Corriere.it)