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Il Natale dell'austerity tra regali low cost e last minute

I regali di Natale saranno utili e si faranno alle persone care. In viaggio si metteranno poche persone e, pricipalmente per rilassarsi

21 dicembre 2011

Otto italiani su dieci acquistano i regali natalizi a dicembre ma uno su tre, quest'anno aspetterà la settimana immediatamente e precedente il Natale per effettuarli (33,6% contro il 26,4% del 2010). È una delle tendenze che emergono dall'indagine sugli acquisti per i regali di Natale 2011 realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche che fotografa i costumi degli italiani per il Natale 2011.

Regali utili - E se in queste festività si aspetta un po' di più per effettuare gli acquisti, si approfitta anche delle festività per comprare ciò che ci serve. E soprattutto, vengono prima i parenti e gli amici e si rinuncia allo shopping per se stessi. Il 39,2% degli italiani infatti, ha atteso il periodo natalizio per acquistare capi di abbigliamento, il 28,6% per comprare giocattoli (elettronici e non elettronici) e giochi (elettronici e non elettronici) per bambini, il 24,9% per acquistare giochi.
I principali destinatari dei regali del Natale 2011 sono i familiari - coniuge, figli, genitori, fratelli - (64,7%), i parenti più in generale (56,5%), gli amici (51,2%). Coloro che acquisteranno regali per sè stessi sono pari al 47% in diminuzione del 5,5% rispetto al 2010.

Il budget - Sono pochi, pochissimi gli italiani che quest'anno spenderanno più di 1.000 euro per gli acquisti di Natale: uno su 100, mentre per la maggior parte dei cittadini (il 60,7% contro il 51,5% del 2010) il budget medio per queste festività 2011 sarà tra i 100 e i 300 euro. Insomma, quest'anno italiani "formiche" abbastanza saggi con il 47,9% che ha risparmiato nei tre mesi precedenti per poi concedersi lo shopping di Natale e che non ricorrono ai prestiti in questa occasione (il 99,5%). Diminuisce anche la quota di chi spenderà tra i 300 euro e i 500 euro, l'11,5% mentre aumenta lievemente (il 23,9% contro il 22,3% dello scorso anno) chi per le spese riserverà meno di 100 euro. Il 59,2% pagherà in contanti, il resto equamente diviso tra bancomat (20%) e carta di credito (20,7%).

I meno spendaccioni - In aumento anche la percentuale di chi ricorrerà ai punti vendita tradizionali (+4,8% rispetto al 2010) e ad Internet (+5,6%), mentre resta sostanzialmente analoga all'anno scorso - ed è la maggior parte - la quota di consumatori che acquisterà presso le grandi strutture commerciali (62,8% nel 2011 contro il 61,8% nel 2010). I meno "spendaccioni" saranno soprattutto i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni e i residenti del Centro e del Sud Italia. La tendenza a spendere di più è risultata più accentuata tra gli individui di età compresa tra i 45 ed i 64 anni e tra i residenti del Nord-Est e delle grandi aree metropolitane.

Da Natale a Capodanno il passo e breve e - in questo caso Confesercenti aiutata dalla Swg - oltre alle spese per le regalie si è voluto indagare sulle vacanze. Ebbene, nemmeno le vacanze di Capodanno permettono di fuggire dalla crisi. Secondo i dati dell'indagine Confesercenti-Swg, continua anche nel 2011 la riduzione della quota di italiani che mette in conto una vacanza tra il 22 dicembre e il 6 gennaio del 2012, che passa dal 21% del 2010 al 17% di quest'anno, pari a circa 8 milioni di italiani. Resteranno a casa più di 8 italiani su 10 (83% del totale), soprattutto gli appartenenti alle fasce professionali più basse (operai, casalinghe, pensionati e disoccupati) e le famiglie più numerose, le più colpite dalla congiuntura economica negativa.

In casa con la famiglia per risparmiare - Per gli 8 italiani su 10 che non andranno in vacanza durante le feste natalizie o di fine anno, risulta lampante che la motivazione più forte per giustificare questa privazione è di tipo economica-finanziaria. Le difficoltà colpiscono soprattutto gli impiegati pubblici, gli studenti, i pensionati e i disoccupati: tra loro, il 31% dichiara di non avere sufficiente disponibilità economica ed il 15% ritiene che i prezzi siano troppo alti rispetto alle proprie possibilità. Anche il desiderio di riconnettersi alla famiglia, però, gioca un ruolo importante: il 23% degli italiani rimarrà a casa per stare con i propri cari.

Se si parte, si parte con la famiglie e per poco - Chi parte non resta fuori molto tempo. Una quota molto consistente di rispondenti (78%), infatti, non intende prolungare la vacanza oltre i sette giorni. Scendendo nel dettaglio, la maggiore preferenza (51%) si concentra su una sosta di brevissima durata, dai 3 ai 5 giorni. I compagni di viaggio preferiti continuano ad essere i propri cari: anzitutto la famiglia (scelta dal 40% degli intervistati che faranno una vacanza), irrinunciabile specialmente per i 35-44enni; ma anche il partner (27%), soprattutto per i più giovani (25-34 anni) e per coloro che devono gestire una famiglia molto numerosa (con più di 4 componenti); il 22% invece preferisce trascorrere la villeggiatura con i propri amici. Gli unici che si azzardano a programmare una vacanza in solitudine sono i giovanissimi (dai 18 ai 24 anni).

In calo le prenotazioni. Internet batte agenzie di viaggio - Decisa riduzione delle prenotazioni, tra il 23 e il 28% in meno rispetto al 2010. Persiste invece la predilezione di gran parte degli italiani (45%) per l'organizzazione e la prenotazione del viaggio in modo autonomo (grazie ad internet, per telefono, ecc.). Viceversa, rispetto agli anni precedenti, si è ridotta di molto la percentuale di persone intenzionate a partire senza prenotare (da 25% nel 2009 al 12%): sembra di poter scorgere dunque, anche in coloro che si concedono uno svago fuori casa, la necessità di essere prudenti, programmando e definendo con precisione le proprie spese.

Il trionfo del low-cost - Al ribasso anche la previsione di spesa per persona che mediamente si aggira intorno ai 600/700 euro: si rivela una variazione in negativo del 18% rispetto al 2010 (la stima della spesa media era di circa 800 euro). In particolare, più della metà degli intervistati non ha intenzione di spendere per la villeggiatura invernale più di 500 euro; mentre un ulteriore 30% è disposta a salire di qualche centinaio di euro, senza però andare oltre ai mille. In totale, gli italiani spenderanno 5,2 miliardi di euro per le loro vacanze invernali.

E chi può sceglie l'albergo - Acquisisce preferenze l'albergo, quest'anno scelto dal 31% degli italiani contro il 23% del 2010, superando anche la scelta di soggiornare presso amici o parenti (dal 26% dello scorso anno al 20%). Seguono in graduatoria i bed & breakfast e le case in affitto. Crolla, rispetto alle vacanze invernali degli anni precedenti, l'utilizzo della seconda casa di proprietà (dal 16% nel 2010 - con dati percentuali simili o superiori negli anni precedenti- al 5% in questo anno 2011); il fatto che l'albergo acquisisca preferenze mentre praticamente tutte le altre tipologie di alloggio ne perdono, sembra suggerire che il divario tra ricchi e poveri è in aumento: anche chi, fino all'anno scorso, poteva concedersi una vacanza poco costosa quest'anno ha dovuto comunque rinunciarvi.

L'Italia è ancora la meta preferita, ma cresce l'Europa - La meta di viaggio prediletta è ancora il Bel Paese, scelto dal 62%; nonostante ciò, rispetto allo scorso anno, la preferenza è diminuita di 15 punti percentuali. Le regioni italiane più gettonate per trascorrere il periodo di riposo natalizio o di inizio anno nuovo sono il Veneto, seguito dal Trentino-Alto Adige, dal Lazio e Dalla Toscana. Per contro, è aumentata la quota di italiani che decide di trascorrere la pausa natalizia in luoghi internazionali. In particolare, le destinazioni europee sono quelle ad acquistare più punti (da 16% nel 2010 al 27%), selezionate specialmente dai più giovani (18-24 anni).

In vacanza per rilassarsi e non per divertirsi - Lo 'stacco' invernale degli italiani sarà all'insegna del relax più che dello svago: più della metà degli italiani (52%), infatti, ha dichiarato di aspettarsi riposo e relax dalle vacanze di Natale e/o di Capodanno. Meno di un italiano su quattro, il 24%, è alla ricerca di divertimento ed evasione, mentre un ulteriore 18% vuole cogliere l'occasione per un proprio arricchimento culturale. Di conseguenza le mete più gettonate (33%) sono di tipo culturale (città d'arte, ecc), anche se, rispetto al 2010, queste sembrano perdere appeal; sono soprattutto i laureati a sceglierle. Anche la seconda meta classificata, la montagna, pur mantenendo la propria posizione (21%), perde molte preferenze. E il mare, a sorpresa, accoglie nuovi favori (24%).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it]

 

 

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21 dicembre 2011
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